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A bergamo

Accademia Carrara, al via il restauro del Mantegna: visibile ai visitatori del museo fotogallery

All’interno di un piccolo padiglione allestito all'interno della Carrara verrà realizzato il restauro e ogni sua fase sarà visibile per tutto agosto e settembre

La storia ci affascina. Il suo ritorno ancora di più.
Anche l’animo meno sensibile e poco avvezzo all’arte, non può rimanere impassibile di fronte ad una statua dell’età arcaica che viene riportata alla luce dalle profondità del mare o davanti ad un bozzetto leornadesco che viene riscoperto in un archivio abbandonato.

La vita ci emoziona, ci dà speranza. Avere la possibilità di infondere vita una seconda volta e di poterne essere spettatori, ancora di più.

È quello che sta succedendo negli ultimi mesi tra le mura dell’Accademia Carrara di Bergamo dove, grazie alle sapienti mani e menti di Giovanni Valagussa, conservatore dell’Accademia Carrara, Delfina Fagnani, restauratrice e Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia, è tornato in vita un capolavoro della storia dell’arte: la Resurrezione di Cristo di Andrea Mantegna.

Frutto di un grande e lungo lavoro (non ancora finito), ricerca, studio e competenza, il Mantegna ritrovato è stata una scoperta eccezionale e dettata dal Fato. È infatti solo una piccola croce sul margine inferiore della tavola a portare con sé la risoluzione di questa lunga e tortuosa storia di attribuzioni, vere o presunte. Dopo una serie di confronti, la continuità tra la croce e l’asta che la sorregge – così come la perfetta coincidenza nella potente definizione delle rocce dell’arco, che ha principio nella tavola superiore e prosegue – ha permesso l’identificazione della metà inferiore: Discesa di Cristo al Limbo del Mantegna già a Princeton nella collezione di Barbara Piasecka Johnson. La piccola croce è dunque la chiave e se ne desume che la Resurrezione è un dipinto del grande artistica quattrocentesco.

Una storia che non smette di affascinare e che mette in collaborazione le eccellenze bergamasche. Il restauro, infatti, è stato preceduto da una serie di indagini scientifiche e preliminari (radiografia e TC) condotte presso l’Humanitas Gavazzeni che, dando significative informazioni in merito alla tavola – dalle caratteristiche del legno a quelle dei pigmenti – contribuiscono alla realizzazione di un eccellente restauro.

A Delfina Fagnani il compito non solo di ripulire la superficie della tavola scurita da una verniciatura vistosamente ingiallita, che vira la gamma cromatica verso in bruno, per riportare alla luce colori e profondità ancora nascoste, ma anche, e soprattutto, quello di infondere nuova anima ad una tavola per troppo tempo lasciata nell’ombra della storia e del tempo e che ora non aspetta altro che essere ricongiunta con la sua metà.

All’interno di un piccolo padiglione allestito nella sala 2 dell’Accademia Carrara – grazie al fondamentale sostegno di Rotary Club Bergamo Sud che ha deciso di sostenere, in via del tutto esclusiva, il completo costo delle operazioni di restauro– la Fagnani lavorerà al restauro e ogni fase del suo lavoro sarà visibile ai visitatori del museo – a partire da sabato 4 agosto – che potranno così assistere al restauro in tempo reale per tutto il mese di agosto e settembre ogni mercoledì e sabato durante l’orario di apertura del museo. Il restauro, tuttavia, continuerà fino a prima di Natale e la ricongiunzione tra le due tavole potrebbe avvenire nel 2019.

Accademia Carrara, il restauro del Mantegna ritrovato

La struttura, allestita nella contigua sala del museo dedicata al Mantegna, reinterpreta il laboratorio del restauratore, con tutti gli strumenti e le attrezzature del mestiere, mentre alle pareti scorrono le immagini e video delle fasi di restauro. Il padiglione, costruito su progetto di Mauro Piantelli e Madalena Tavares di De8 Architetti, è realizzato in compensato marino e lastre di plexiglass con una speciale pellicola opacizzata che favorisce solo in parte la trasparenza, permettendo di entrare in relazione con il restauro su più livelli di conoscenza.

“Sono pochissimi i musei in Italia che adottano la scelta di mostrare le fasi del restauro – ha commentato Giovanni Valagussa -. Infatti questo delicato momento avviene normalmente in luoghi non accessibili o comunque aperti solo agli specialisti. È quindi una grande opportunità per i bergamaschi e per tutti i visitatori del museo capire veramente come si svolge un restauro così da poter vedere finalmente questa famosa tavola di cui si è tanto parlato ma che è rimasta troppo nell’ombra dei depositi della Carrara.”

“Il restauro è un momento molto delicato e particolare, ma che permette la completa comprensione di tutta la storia che porta con sé un’opera – ha concluso Delfina Fagnani – Tutte quelle informazioni riguardanti il colore, il legno, la profondità, gli errori, le correzioni, i rifacimenti, le aggiunte… Tutto quello che rende unica un’opera d’arte e che ci permette di essere più vicini all’artista e immaginarci al suo fianco mentre è all’opera.”

La tavola è lì, sopra un cavalletto, visibile a tutti. Improvvisamente si è aperto per noi un varco temporale: siamo con Andrea Mantegna, uno dei più grandi artisti della nostra storia, alla fine del 1400. Non perdiamo l’occasione di conoscerlo meglio e di seguire con lui la genesi di un capolavoro.

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