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Bonate sotto

Comac cede la maggioranza alla Cft di Parma, operazione da 25 milioni

La Comac di Bonate Sotto passa alla Cft di Parma il 61,72% delle quote. L'operazione si è conclusa nella serata di lunedì 16 luglio. L'acquirente è vicina alla quotazione dell'Aim.

La Comac di Bonate Sotto passa alla Cft di Parma. L’operazione si è conclusa nella serata di lunedì 16 luglio.

La Cft che conta oltre 600 dipendenti e ricavi consolidati pro-forma per circa 200 milioni ha rilevato il 61,72% della Comac di Bonate. Comac conta circa 150 dipendenti, vanta un fatturato di 33,1 milioni, un Ebitda pari a circa 6,1 milioni, un utile netto di circa 3,9 milioni oltre a una posizione finanziaria netta per circa 4,7 milioni. Ad acquisizione completata, il consiglio di amministrazione di Comac sarà composto in maggioranza da consiglieri nominati da Cft, mentre le deleghe operative rimarranno in capo ai soci venditori, che saranno tra i componenti – di minoranza – del cda.

L’azienda bergamasca fondata nel 1990, infatti, è attiva nella produzione di macchine per la confezione, l’imballaggio e la distribuzione di prodotti alimentari, con un particolare focus sugli impianti di infustamento della birra. Si tratta di un’operazione di 25 milioni di euro da corrispondersi al closing (che avverrà nelle prossime settimane), a fronte di una valutazione del valore della società di circa 40,5 milioni.

“Il perfezionamento dell’acquisizione è sospensivamente condizionato all’efficacia della  fusione con Glenalta ed è previsto entro il 10 settembre 2018” si legge in una nota della Spac (Special purpose acquisition company) con sede a Milano. Una fusione finalizzata alla quotazione di Cft all’Aim Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle Pmi che vogliono investire nella loro crescita.

I soci della Comac – i fratelli Giuseppe e Marco Scudeletti, insieme ai fratelli Giorgio e Fabio Donadoni – detengono l’intero capitale sociale dell’azienda bergamasca suddiviso pariteticamente al 25% e procederanno alla cessione pro-quota della propria partecipazione ciascuno nella misura del 15,43% fino ad arrivare al 61,72%. È prevista un’opzione, per cui fra cinque anni potrà essere ceduto il restante 38,28% del capitale.

Cft è stata assistita, per gli aspetti legali, dallo Studio Molinari e Associati, con un team composto da Alessandro de Botton, Giacomo Colombo, Stefano Cova ed Elisa Malanchini e, per gli aspetti finanziari, da Brera Financial Advisory con Niccolò Querci e Paolo Bagnasco.
Comac è stata assistita, per gli aspetti legali, dallo Studio Cma – Caffi Maroncelli e Associati, con un team composto da Emanuele Cortesi, Matteo Ghilardi e Mauro Alessio e, per gli aspetti finanziari, dallo Studio Bnc Berta Nembrini Colombini, con Giorgio Berta e Francesca Ghezzi.

“Si tratta di una bella operazione – commenta l’avvocato Emanuele Cortesi dello Studio Cma – Caffi Maroncelli e Associati – perché l’azienda rimane in Italia e si integra con un gruppo italiano in grande crescita. Ci sarà quindi uno sviluppo delle sinergie tra Cft e Comac che andrà a beneficio degli attuali dipendenti, per la creazione di nuovi posti di lavoro e per l’indotto di tutto il territorio. I soci fondatori della Comac restano nella proprietà per i prossimi 5 anni, da una parte si tratta di una garanzia in più per i dipendenti e dall’altra è un’attenzione allo sviluppo di questa azienda”.

“Un’operazione interessante perché nonostante le offerte giunte dall’estero la Comac ha scelto di passare la maggioranza ad una società italiana in crescita e prossima al debutto in Borsa – dichiara Francesca Ghezzi dello Studio BNC Berta Nembrini Colombini -. C’è molta sinergia tra le due società ed è questo il valore aggiunto dell’operazione. Inoltre gli imprenditori Donadoni e Scudeletti restano in azienda. L’operazione è durata alcuni mesi, siamo stati contattati a febbraio e poi un mese e mezzo fa abbiamo iniziato a focalizzare nel dettaglio tutti gli aspetti della cessione. Lunedì 16 luglio abbiamo firmato il contratto di vendita, anche se il vero closing avverrà tra poco”.

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