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Pontida, parla Matteo Salvini: “Abolirò la Fornero e per i mafiosi è finita la pacchia” fotogallery video

L'edizione dei record iniziata sullo storico pratone: il leader leghista è arrivato attorno alle 10, il via ai lavori poco dopo le 10.45.

È arrivato a Pontida attorno alle 10, guadagnato il consueto bagno di folla: Matteo Salvini debutta a Pontida da ministro dell’Interno e vicepremier, in quella che è già stata battezzata come l’edizione dei record del raduno leghista sul pratone.

Attorno alle 10.45 la musica ha lasciato lo spazio alle parole dal palco, accompagnate anche dalla lingua dei segni e due striscioni: “Prima gli italiani” e “Il buonsenso al governo”.

Tantissimi i sostenitori, provenienti da tutta Italia, assiepati tra i gazebo bianchi, uno per ogni regione: ad aprire gli interventi il “Va pensiero” cantato dal tenore Matteo Tiraboschi.

Ad aprire gli interventi il coordinatore dei giovani leghisti Andrea Crippa, poi Mara Bizzotto, capogruppo al Parlamento europeo, che ha ricordato Gianluca Buonanno, scomparso nel giugno di due anni fa in seguito a un incidente stradale nel Varesotto. 

Riccardo Molinari ha poi guidato la squadra dei 123 deputati leghisti: “Ogni anno per noi questa data è segnata in rosso sul calendario, quest’anno però ha un sapore particolare: questa è la Pontida del grande riscatto della Lega, è la Pontida dove festeggiamo le vittorie in Lombardia e in Regioni dove fino a poco tempo fa sarebbe stato impossibile parlare di Lega. In Molise, in Valle d’Aosta, nelle amministrative delle roccaforti rosse della Toscana e del Nord, che sembravano inespugnabili come Cinisello, Sondrio e Ivrea. Ma soprattutto è la Pontida dove festeggiamo il ritorno della Lega al governo del Paese: e questa volta non siamo più subalterni di nessuno, questa volta siamo noi gli azionisti di maggioranza del governo. Se questo è stato possibile, tutti noi su questo palco dobbiamo dire grazie a voi: ai militanti della Lega, a chi nei tempi più duri ha continuato a portare alto il vessillo con Alberto da Giussano”.

Dalla Camera al Senato, con 58 senatori guidati dal capogruppo Massimiliano Romeo: “È una grande emozione parlare da qui, è fantastico vedere tutta questa gente che rappresenta la forza della Lega. Il merito è di Matteo Salvini e di tutti voi: vogliamo salutare tutti i militanti sui territori, che si danno da fare. Noi come senatori sentiamo una fortissima pressione, ci sono tantissime aspettative e sentiamo una forte responsabilità verso di voi. Le cose da fare sono sicuramente tante, però noi siamo i primi e dobbiamo aiutare soprattutto i nostri sindaci e risolvere la tematica legata alle province. Vogliamo che siano restituiti i fondi che ci sono stati tolti da chi voleva accentrare tutto solo nelle mani di poche persone. Noi teniamo fede, di fronte al nostro popolo, al nostro vero ideale che è l’autonomia dei nostri territori: l’autonomia per tutti, così facendo liberiamo risorse per il Paese”.

Nicoletta Spelgatti, neopresidente della Valle d’Aosta, ha inaugurato gli interventi dei presidenti regionali, seguita dal presidente del Molise Donato Toma: durante il suo intervento sono partiti dei fischi per Silvio Berlusconi. 

Attesissimo l’intervento di Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia: “Legittimanente onorato di esserci, è un piacere. Sono contento di avere la Lega nella coalizione di governo in Sicilia. Sono convinto che in politica l’alleanza è sempre un valore per chi ci crede. Per chi non ci crede l’alleanza è un male necessario perchè abbiamo tutti il dovere di offrire al popolo italiano proposte alternative, credibili. Nord e Sud hanno vocazioni e interessi diversi ma senza il Nord il Sud sarà sempre più isolato e senza il Sud il Nord non andrà da nessuna parte. È il sistema Italia che deve andare avanti e mentre noi ci dividiamo tra Nord e Sud i padrini dell’Europa si dividono il continente. Questa grande diversità tra Nord e Sud fa dell’Italia una grande nazione. La diversità deve consentirci di guardare avanti, questo Sud dobbiamo riscattarlo perchè serve anche al Nord e all’Italia”.

Poi il turno di Giovanni Toti: “L’anno scorso eravamo in 3 presidenti di Regione su questo palco, oggi siamo 7. Segno che sappiamo vincere e convincere del nostro buon governo. Ringrazio Matteo per questo invito, ora gliene sarò ancora più grato perchè la Liguria la stiamo cambiando ma non siamo riusciti a farlo fino in fondo”.

Con la Lega le cose si possono cambiare – ha esordito dal palco Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia – Dobbiamo essere all’altezza dell’enorme aspettativa. Siamo usciti come Regione dalla rete per i diritti LGBT, con una convinzione: che il pubblico, i soldi dei cittadini non possono essere utilizzati per fare propaganda perchè qualcuno vuole dire che un bambino non ha diritto di avere un papà e una mamma. Il Friuli difende e tutela la famiglia naturale e mai darà patrocinio ai vari gay pride. È inaccettabile che per il desiderio di qualche adulto si neghino i diritti dei bambini che sono i più fragili. Il futuro sono i bambini e devono avere questo diritto, un diritto naturale che solo una comunicazione falsata può negare. Poi siamo scesi subito in campo contro l’immigrazione clandestina: già tagliato un milione e mezzo a loro destinati. In Friuli non arrivano barconi, da noi arrivano clandestini che passano dalle frontiere perchè respinti da altri Paesi. Dobbiamo presidiare i confini: non vuol dire chiuderli, vuol dire non far passare clandestini. Stiamo cambiando rotta grazie a un governo che sta dimostrando a livello nazionale che si può fare: la battaglia non è facile, non si risolve in un giorno. L’autonomia è la battaglia fondamentale che rimane nel dna della Lega: se gestita bene tiene i soldi sul territorio e dà risposte alla propria gente. I tagli che hanno dovuto subire i territori sono inaccettabili, vuol dire tagliare diritti ai nostri cittadini. Noi siamo sempre stata un’autonomia virtuosa che ha quasi azzerato il debito pubblico: deve diventare modello per tutte le regioni di questo Paese. Portiamo il centro decisionale vicino alla gente e ai cittadini: più si è vicini e più la politica si fa bene”.

Ovazione totale per Luca Zaia, presidente del Veneto: “Ho fatto tutte le Pontida ma non avevo mai fatto 6 chilometri di coda. Lasciatemi ringraziare tutti colore che sono sempre venuti a Pontida, anche quando la tentazione di rimanere a casa era forte. Qualcuno si è  indignato perchè abbiamo osato chiedere l’autonomia. Il nostro gonfalone è l’unico dove compare la parola pace: non siamo guerrafondai ma vogliamo l’autonomia. Perchè la Lega ha tutto questo consenso? Perchè se diciamo qualcosa lo manteniamo. Dicono che siamo egoisti e razzisti: a me risulta che su 100 migranti che arrivavano in Italia solo 7 scappavano dalla morte e dalla fame. Porte aperte per questi sette ma se c’è un posto di lavoro libero prima lo diamo ai nostri cittadini e poi a questi signori. Non è un peccato occuparsi dei propri cittadini: quelli che si indignano e dicono che non va bene vadano altrove a vivere. Per la sicurezza si possono fare cose a costo zero: la certezza della pena, il cavallo di battaglia della legittima difesa. Un grande ringraziamento alle forze dell’ordine. Togliamo il galateo alle forze dell’ordine e riconsegniamogli il codice penale, il manganello, le manette e tutti gli strumenti per esercitare la loro professione. Abbiamo molta strada da fare, non tutte le giornate avranno il sole ma la Lega ha sempre saputo guardare avanti”.

Dopo Zaia, ecco Attilio Fontana, presidente della Lombardia: “Il mondo sta cambiando perchè abbiamo finalmente raggiunto i nostri principali obiettivi. Credo che la nostra squadra in Regione sia ottima: siamo un gruppo di amici che stanno lavorando per un’unica finalità, l’autonomia. Lo stiamo facendo con grande determinazione. Sono passati meno di 100 giorni ma siamo già riusciti a dare risposte significative: tagliato il ticket per i nostri cittadini che si rivolgono alla sanità, abbiamo aumentato il numero delle famiglie che possono beneficiare dei nidi gratuitamente. Crediamo nell’aiuto dei nostri cittadini e che sia giusto dare servizi facendoli spendere meno. Crediamo nella famiglia e nella necessità che possa tornare al centro dell’attenzione, che possano avere figli senza troppe preoccupazioni. Ho visto un altro vento cambiare: abbiamo iniziato a ottenere gli sgomberi delle occupazioni abusive delle case popolari. Ci dicevano che non era possibile e invece con la nostra determinazione e col nuovo ministro Salvini siamo riusciti a iniziare questa operazione di giustizia. Abbiamo liberato la torre di Zingonia, un luogo dove ci dicevano era impossibile mettere mano. Ora la abbatteremo e sarà il cimitero dell’illegalità. Anche le forze dell’ordine si sentono più tutelate e potranno continuare su questa strada. Il vero problema sarà l’autonomia: finalmente è la realizzazione di un sogno. Sono 30 anni che i nostri militanti ogni giorno si impegnano con determinazione per ottenere più autonomia a casa nostra, per poter decidere il futuro della nostra terra e della nostra gente. Lo abbiamo chiesto 30 anni fa, lo stiamo per realizzare. Abbiamo avuto già un incontro con la ministra Stefani: il percorso è iniziato e arriverà presto a compimento. Decideremo noi delle scelte che ci riguardano, dove investire. Avremo risorse in più che dovranno servire per migliorare la qualità della vita dei nostri giovani, dei nostri anziani, delle persone più deboli e della nostra economia”.

“Non ho saltato nemmeno una Pontida ma sono emozionato – ha detto il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli – Questa volta le cose non si dicono ma si fanno e c’è bisogno di avere il Senato dalla nostra parte. Ma sono anche bergamasco, sono autonomista, ho avuto l’onore di scrivere la prima delle intese che verrà firmata, quella del Veneto, e la proposta di legge con cui 23 materie passeranno a Zaia e al Veneto. Torniamo a essere padroni a casa nostra e lo dico all’amico Attilio Fontana, a Toti. Portatevele a casa queste 23″.

Via poi agli interventi dei rappresentanti leghisti al governo, con Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica Amministrazione: “Dicono che la Lega e Matteo Salvini sono razzisti. Salgo su palco da palermitana e cosa ho sentito? Il vostro calore. Sarebbe bello parlare con ciascuno di voi, non siete una folla ma donne e uomini dai quali aspetto in ogni momento aiuto, sostegno e tifo. Con Matteo Salvini già nei primissimi giorni di questo governo abbiamo dato una svolta. Il punto non è quante navi è riuscito a bloccare. Io stessa ero convinta che fosse ineluttabile che tutte le navi arrivassero in Italia: il merito di Salvini è stato che ci ha fatto capire che non era affatto inevitabile. Lo ha fatto senza convocare commissione di tecnici ma limitandosi a dire stop: questo è il metodo che deve usare questo governo. Basta leggi complicate, dobbiamo metterci la faccia e dire stop alle cose che non vanno bene. Sono convinta che la burocrazia non può soffocare il cittadino. È giunto il momento di semplificare. Chi vuole fare qualcosa non può girare il mondo della burocrazia, servono nuovi metodi, scrivo l’autocertificazione e me ne assumo la responsabilità. Non mi sfugge che nel pubblico ci siano uffici bloccati e uffici che vanno benissimo: ci sono servitori dello Stato straordinari ma non mi sfugge il fenomeno dell’assenteismo. Voglio premiare il servitore dello Stato ma impronte digitali per certificare chi va al lavoro. Non dimentico il mio impegno nel campo della legalità: la legittima difesa è sacrosanta, serve un diritto di reagire”.

Lorenzo Fontana, ministro per le Politiche della famiglia, è salito sul palco insieme al ragazzo disabile che nei giorni è stato deriso in centro a Bergamo: “Ringrazio lui e la mamma per essere qui. Dobbiamo iniziare da una battaglia di educazione. Ritengo che non sia dignitoso di un Paese civile avere persone invalide al 100% che prendono 280 euro di assegno di invalidità. Un vero Stato prima pensa ai suoi cittadini e poi al resto del mondo. Noi vogliamo bene a tutti ma ci dobbiamo comportare da bravi padri di famiglia che pensano prima ai propri figli. Lo Stato negli ultimi anni si è dimenticato dei propri figli in difficoltà. Il fatto che sia cambiata la prospettiva lo avete visto in questo ultimo mese: la battaglia che faremo contro i falsi invalidi sarà battaglia senza quartiere ma non come negli ultimi anni dove i disabili veri venivano tartassati. Noi vogliamo pescare veramente chi si approfitta dei soldi di chi è in difficoltà. Ai medici che prescrivono le false invalidità dovrebbero essere radiati dall’ordine. Noi abbiamo cercato di portare un po’ di buonsenso: avete visto gli attacchi che ci hanno fatto? Abbiamo detto cose banali, ad esempio che la mamma è una mamma e non un genitore uno. Ci hanno detto che siamo retrogradi e oscurantisti: quando vi diranno queste cose siatene fieri perchè siete nel giusto. Siamo fieri che la famiglia sia al centro della nostra attenzione”.

Dopo la sfilata dei ministri Barbara Lezzi, Erika Stefani e Gian Marco Centinaio, il turno di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “Cosa significa Pontida? Pontida è una terra e un popolo che vuole la propria libertà. Quando qualche anno fa la Lega e Bossi scelsero di venire a Pontida lo fecero perchè qui dei matti che non accettavano di essere schiavi partirono e sfidarono il mondo di allora. Sfidarono il Federico Barbarossa, un mondo che sembrava immutabile e che doveva essere immutabile: quei matti, con al seguito i propri popoli, sconfissero il Barbarossa scrivendo una pagina di storia. Noi torniamo qui perchè vogliamo cambiare la storia d’Italia e non solo: oggi la Lega e Salvini sono in grado di cambiare la storia d’Europa perchè qui ci sono i popoli che non accettano di stare sottomessi, non accettano la storia che altri hanno scritto per loro. Abbiamo lanciato una sfida a chi comanda veramente: noi non abbiamo paura, Matteo Salvini non ha paura e l’ha dimostrato. Saremo matti ma oggi questa è la sfida, la sfida che unisce chi oggi è qui per la prima volta e chi c’era già 30 anni fa. La sfida di chi vuole vivere libero e padrone a casa propria”.

Alle 13.14 prende la parola Matteo Salvini, al grido di “C’è solo un capitano”: “Qua c’è amore, non c’è invidia, non c’è gelosia, non c’è rancore. La vita è troppo breve per perdere tempo odiando, lasciamo che siano altri a farlo, a minacciare, a rosicare, a esaurire le scorte di Maalox nelle farmacia italiane. Ringrazio le forze dell’ordine e i volontari delle ambulanze che stanno dando una mano. Ricordiamo chi ci segue da lassù, da Gianluca Buonanno a tutti gli amici e le amiche che non ci sono più. Per questo con la mamma di Gianluca vado all’albero della vita a chiedere una preghiera anche per la nostra difficile battaglia”.

Un momento toccante, dove la mamma di Buonanno e lo stesso Salvini hanno trattenuto a stento le lacrime, stringendosi in un abbraccio.

“Qua non si sta trovando un partito ma una comunità che cambierà il mondo. Come diceva Wlat Disney: ‘Se puoi sognarlo puoi farlo’. Siamo partiti col sogno di cambiare le nostre città. In onore del sacrificio dei nostri nonni che difendevano i nostri confini oggi abbiamo un governo che difende i suoi confini. Nel 1918 nasceva quel genio, non capito da molti, di Gianfranco Miglio che si sta vedendo adesso realizzare una vita di studi, impegno e sacrificio. Dal cambiare le Regioni al cambiare il Paese. Però non ci dobbiamo accontentare, l’obiettivo è cambiare l’Europa dando voce a quei popoli che sono stati stroncati da chi aveva solo a cuore le sorti della finanza e delle multinazionali e ci ha offerto un futuro di precarietà e di paura. Dove il lavoro a tempo indeterminato e la pensione sono sogni e io rinnovo l’impegno a cancellare la legge Fornero come legge ingiusta, disumana e profondamente sbagliata. Alla faccia di quei chiacchieroni che non avendo mai passato tanti anni della loro vita in fabbrica dicono che si può andare avanti a lavorare e ci dicono pure che grazia a quella riforma i conti pubblici sono a posto. Reintroduciamo da subito quota 100, abbassimo le tasse per imprese e famiglie perchè è impossibile aprire un negozio. È possibile, cercheremo di farlo rispettando i vincoli: vi do la mia parola d’onore, se per dare un futuro ai nostri figli, per evitare che scappino all’estero perchè non c’è lavoro dopo diploma e laurea, se per fare stare meglio la nostra gente dovrò ignorare uno zero virgola imposto da Bruxelles, quello zero virgola per me vale niente. Conta di più la felicità di un popolo. Chiedete ai greci come sono contenti. Alle vittime delle norme fiscali folli. Mi dicono che l’Unione Europea non si può toccare perchè garantisce pace tra i popoli: il fatto che il coraggio della Lega contagerà anche tutti gli altri paesi europei è l’ultima speranza per questa europa di rimanere viva. Solo e soltanto se le nostre idee arriveranno in tutta Europa l’Europa avrà una speranza di esistere. Altrimenti vincono loro, quelli per cui non esistono confini e regole. Esistono solo diritti e non doveri. I doveri vengono prima dei diritti: se lo deve mettere in testa chi in Italia vive da tempo e soprattutto chi in Italia arriva domani mattina. Non c’è niente di gratuito e regalato. Simone Weil diceva che era criminale tutto ciò che sradica un essere umano: questo hanno provato a fare tra Berlino, Bruxelles e Parigi. Toglierci le radici per avere numeri. Consumatori da vendere alle multinazionali. Non numeri ma uomini, donne, con i diritti di tutti. Noi non siamo qua per portare via diritti a nessuno: se lo Stato non entra in negozio con gli studi di settore, men che meno entra in salotto e in camera da letto. Ognuno in camera sua fa quel che vuole con chi vuole. Ma difenderò il diritto di chi non ha voce, dei bambini di avere una mamma e un papa, delle donne di non essere uteri in affitto, di bambini in vendita. Questo non è progresso, è la fine di una civiltà. Chiedo ai nostri sindaci e governatori di mettere al centro le politiche per la famiglia, gli asili nido, di permettere alle donne di essere mamme e lavoratrici, non si può scegliere. Vogliamo mantenere gli impegni presi: oggi è un mese esatto che abbiamo giurato. Penso che non solo gli italiani ma tutta Europa si è accorta che c’è un governo che ha fatto di più in un mese che altri in 6 anni di dormite. Da questo palco vedo due striscioni che mi dicono quanto è bello essere questo popolo: coordinamento provinciale Vibo Valentia e Padova. I gazebo della Lombardia, della Sardegna. Non ci dividono più. Stiamo vincendo non solo in Italia, stiamo per vincere a livello europeo e internazionale. Per vincere ovviamente occorre orgoglio, occorre dignità. Questo è dedicato a chi commenterà la brutta gente che c’è a Pontida: qui c’è gente che ama, un popolo che ha ritrovato il suo orgoglio. Per me difendere confini, cultura e lavoro di questo Paese è qualcosa per cui alzarsi la mattina. Non riuscirei a guardami allo specchio se non usassi 24 ore per difendere la storia di questo Paese: in queste ore c’è il terzo barcone carico di schiavi che in un solo mese non sta arrivando in Italia ma sta navigando in direzione altrove. Sapete perchè c’è molta gente nervosa? Perchè avevano messo in conto di guadagnare e fatturare, grazie al business dell’immigrazione, anche quest’anno 5 miliardi di euro. A questi speculatori consiglio di cambiare mestiere perchè questi soldi non li vedranno più. Oggi è il giorno di riposo per quelli del Pd, che ne avranno tanti nei prossimi mesi di giorni di riposo mentre noi ne avremo pochi. Il catechismo, nel passo 22.41: le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere lo straniero nel limite del possibile. Penso che in Italia i limiti del possibile siano stati raggiunti. Applicando il catechismo, le porte dell’Italia sono aperti per donne e bambini che fuggono dalla guerra e arriveranno in aereo, non sui gommoni: per tutti gli altri l’aiuto sarà per crescere e lavorare ognuno a casa sua. Spendere in Africa i soldi che vanno spesi. Il prossimo muro dopo Berlino che cadrà è Bruxelles, restituendo ai popoli europei il diritto al lavoro, alla vita, alla salute, alla sicurezza: questa è l’altra battaglia. Sradicare, e occorrerà coraggio, da questo splendido Paese le schifezze che rispondono al nome di mafia, camorra e ‘ndrangheta. A noi fanno schifo. E li combatteremo con ogni mezzo necessario, da Nord a Sud, prendendo a esempio chi ha dedicato una vita a combattere la malavita non a parole. C’è un personaggio che mi piacerebbe fosse oggetto di studio per i nostri ragazzi che si avviano agli studi giuridici: Rosario Olivatino, morto a 38 anni vittima della mafia. Un giudice integro e onesto, che non andava in tv o faceva interviste. Non ha fatto milioni di euro per l’antimafia delle parole. Ha donato la sua vita per noi e per i nostri figli. Questa l’antimafia che aiuteremo: dei Falcone e Borsellino, Giuliano, Cassarà, di Rocco Chinnici. Da Pontida arriva l’avviso, come per i trafficanti degli esseri umani, anche per camorristi e mafiosi è finita la pacchia. Via dalla Sicilia come dalla Lombardia. In onore agli eroi che hanno dato la loro vita per difendere questo Paese. È una guerra che combatteremo con tutte le armi che la democrazia mette a disposizione e al mio fianco avrò donne e uomini che indossano una divisa delle forze dell’ordine, che garantiscono la nostra incolumità, che verranno dotati di pistole elettriche per fare meglio il loro lavoro. Stiamo lavorando per un’Italia più buona, col sorriso, per le regole. Penso a una riforma, sulla carta giusta, che si sta dimostrando un disastro lasciando nella miseria migliaia di famiglia: quella dei malati psichiatrici, che ha cancellato le strutture che li curavano abbandonando le famiglie al loro destino. Ogni giorno è un bollettino di guerra perchè lo Stato si volta dall’altra parte. Voglio uno Stato che fa poche cose ma quelle poche le fa bene: curare chi è malato e garantire sanità d’eccellenza da Nord a Sud sarà priorità. Questo abbiamo nel cuore, la nostra grande ambizione. Nessuna ipocrisia o spirito di vendetta: penso di aver raccolto più insulti e infamie in un mese rispetto ad altri ministri in un’intera vita, per me sono medaglie al valore. Qualche frustrato è riuscito a dire che perfino la tragedia nel Mediterrano a 3 miglia dalle coste libiche è stato colpa nostra. Anche gli scafisti hanno capito che l’aria sta cambiando e che nella disperazione sono costretti a usare quello che capita. Usano gommoni sgonfi e barche con motori mezzi bruciati. Sono stati abituati a gettare in mare bimbi e donne perchè tanto c’era qualcuno pronto ad aiutarli. Ora fortunatamente le autorità libiche sono tornate nel pieno controllo del loro territorio, ringrazio gli uomini della guardia costiera libica che nelle ultime ore hanno soccorso più di mille disperati che stavano rischiando di annegare riportandoli sul territorio libico. E io ringrazio queste persone che portano via la pagnotta ai mafiosi del business dell’immigrazione. E poi ci sono i fenomeni che parlano di difesa dell’ambiente e fanno fatica a capire che in Italia più di 60 milioni di persone riescono a starci. Difesa dell’ambiente significa dire basta alle burocrazie che ti impediscono di pulire il torrente, di potare l’alberello: lasciate che la gente del mare si occupi del mare come hanno sempre fatto. Lavoriamo per la certezza della pena: è una legge che porteremo a casa spero prima dell’estate. Quella di cancellare ogni sconto di pena per assassini e stupratori. Non dovrà più esistere nessuna pietà per assassini e stupratori. Il carcere deve rieducare, però rieducare qualcuno che violenta un bambino e una bambina mi è lontano da concepire per il mio piccolo modo di vivere. Lavoreremo perchè siano puniti con severità anche tutti coloro che maltrattano gli animali. Lo dico alla vigilia di un’estate che non deve più essere la stagione dell’abbandono. Giù le mani dalle tradizioni, dalla nostra storia, dalla nostra cultura. Ogni tanto ci accusa di xenofobia, capiterà anche a voi che domani tornerete in ufficio o in azienda. Troverete il collega bello riposato che è stato sul divano e vi chiederà cosa avete fatto per essere così stanchi. Vi dirà xenofobo, razzista. Xenofobo vuol dire aver paura del diverso: qui c’è qualcuno che ha paura del diverso? Le diversità mi incuriosiscono e attraggono. Non sarei diventato leghista a 17 anni se non amassi la diversità, i dialetti, il teatro, le differenze, le lingue. Adoro la diversità, è solo questione di numeri: l’Italia che governeremo per i prossimi 30 anni è un’Italia che non ha paura di niente e di nessuno. È un’Italia orgogliosa, bella perchè diversa, fondata sulle autonomie. Cito doppiamente volentieri chi aveva un rispetto del lavoro e dei lavoratori, Adriano Olivetti: la sua idea di comunità, lavoro, impresa, comunità, fondati sul rispetto e sulla partecipazione. Pensava a un’Italia fondata sulle comunità. A un’idea costituzionale che può mettere insieme Olivetti, Miglio e tutti i pensatori federalisti che potranno veder realizzato un sogno di un Paese rispetto di tutte le identità. Faremo in modo che anche l’Europa sia comunità di popoli che torneranno ad amarsi e volersi bene. Ringrazio chi mi ha dato coraggio, entusiasmo, passione e idee per iniziare: si chiama Umberto Bossi. Non è la Lega che è cambiata ma il mondo: chi vuole accompagnare il cambiamento del mondo non può permettersi di stare fermo. Avevamo capito che da soli non si andava da nessuna parte: per vincere occorreva unire in Italia e in Europa. Pensa a delle Leghe in Europa che mettano insieme tutti i movimenti liberi e sovrani che vogliono difendere le proprie persone, aziende, il benessere dei propri figli. È questo il futuro pacifico e sorridente a cui stiamo lavorando. Le bandiere che ci sono su questo prato, da quella di Israele a quella delle Marche, da quella del Piemonte a quella della Russia, dai Leoni di San Marco a tutti i simboli, dicono e lo diciamo a 60 milioni di italiani, sottovoce e col sorriso: fuori dalle case, giù dai divani e dalle poltrone, fuori dai negozi e dai tribunali. Se un popolo si muove, vince. Riprendiamoci la voglia di lavorare, di vincere, di sorridere. A un popolo come questo nulla è impossibile. Quattro anni fa su questo palco, con una Lega al 5-6%, con un segretario coi pantaloni corti, la maglietta e la ruspa, i vostri dubbi potevano essere i miei dubbi: dicevano che la Lega era finita. Lunga vita a tutti i rosiconi. In questi 4 anni ne sono successe di cose: chi pensava che avremmo vinto non solo in Friuli o in Valle d’Aosta, ma che la Lega fosse fondamentale per vincere in Molise, Sicilia. Chi pensava che Pisa o Terni potessero avere un sindaco della Lega? Che si vincesse a Siena o Viterbo? In Lombardia o Piemonte? Prepariamoci a vincere nei prossimi mesi a vincere in Abruzzo, Basilicata e Sardegna. Vi chiedo solo: non guardate i sondaggi, li fanno apposta negativi prima delle elezioni. Li fanno apposta positivi dopo le elezioni perchè qualcuno si monti la testa. Io e nessun altro guardiamo sondaggi montandoci la testa: piedi ben piantati per terra, al lavoro 24 ore su 24. Sindaci, consiglieri, deputati, senatori. Cercano di farci litigare coi nostri compagni di viaggio e di governo. Non ci riusciranno: io che cerco sempre di essere obiettivo, devo dire che in questo mese ho trovato nei dirigenti e nei ministri dei 5 Stelle persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare questo Paese. Certo, se i porti si chiudono o si aprono lo decide il Ministro dell’Interno, funziona così. Ho l’ambizione di fare bene e a lungo il ministro dell’Interno: la mia vita, senza nessuna distinzione di colore politico, è a disposizione di 60milioni di italiani. Cerecherò di ascoltare tutti e dare una mano a tutti. Però nessuno può togliermi dal cuore l’orgoglio e la passione di essere il segretario di questa meravigliosa Lega. Da Nord a Sud, amici segretari di Sezione: non perdiamo questa occasione. Dobbiamo mettere radici, apriamo le porte delle sedi. Non abbiamo paura di far entrare in sede qualcuno più bravo di noi che magari farà il sindaco al posto nostro. Dobbiamo trovare gente migliore di noi, l’Italia e la Lega hanno bisogno di gente migliore di noi. Io aspetto solo il momento, e verrà, in cui ci sia qualcuno meglio di me ma ne vedo già parecchi, che possa fare la cosa più bella e faticosa del mondo, il segretario della Lega. Voglio che qui ci siano tanti vicesegretari che all’occasione possano prendere in mano lo spadone e continuare la battaglia. Intanto io non mollo di un millimetro, su questo non dovete avere dubbi. Consiglio a chi non l’ha mai vissuta anche la Pontida del sabato sera, quella dei tanti ragazzi. Questa non è una riunione di partito, questo non è un comizio. Questa è una domenica di famiglia, di comunione e di comunità, dove abbiamo fatto il punto sul poco che abbiamo fatto. Se siamo così forti avendo appena cominciato, figuriamoci quando avremo fatto tutto ciò che vogliamo fare. Prendiamo il 99%. La considero una riunione di famiglia un po’ allargata, mi piacerebbe che voi portaste a casa l’impegno che questa non è la fine di un percorso ma l’avvio: quello che siamo riusciti a fare nei Comuni e nelle Regioni dall’anno prossimo lo faremo a livello continentale. Questa famiglia dovrà allargarsi, crescere, coinvolgere, sappiate che ciascuno di voi è un mio fratello e una mia sorella. Che i figli di ciascuno di voi sono figli miei, che chiedo l’aiuto vostro e il vostro consiglio e continuo a chiedere umilmente: penso che ce la faremo con la battaglia di chi è quaggiù e di chi è lassù. Porto sempre con me un rosario confezionato da una donna sfruttata: una di quelle che in Italia erano state illuse di trovare casa e lavoro per tutti ed è stata sradicata dalla sua terra. Farò di tutto per meritarmi il vostro sostegno perchè quella donna, nigeriano o italiana, possa nascere, crescere, andare a scuola, curarsi, lavorare e veder venire al mondo i suoi figli nel suo Paese senza essere sradicato e mandato dall’altra parte del mondo. Ognuno felice nel suo Paese. Giurate di non mollare finchè non avremo liberato i popoli di questa Europa? Sì o no? Viva la Lega, viva il popolo di Pontida. Teniamo duro e andiamo a vincere”.

 

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