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Non solo riders

Cisl: una task force per tutelare chi fa i “lavoretti”: baby sitter, colf, aiuto-compiti…

Uno sportello e un numero verde dedicati, la possibilità di avviare una forma di tesseramento in grado di fornire copertura assicurativa e una serie di proposte da avanzare, con Comune di Bergamo, Cgil e Uil, sono i punti di partenza della Cisl orobica nella sfida alla Gig Economy e alla sua voglia di deregulation.

Quasi 12.000. tante sarebbero le persone che a Bergamo e in provincia fanno, non a tempo pieno, dei “lavoretti”, come  baby sitter, aiuto compiti, colf, baristi e camerieri, bagnini, professionisti in qualche campo o specialisti del web oltre agli ormai celeberrimi riders.

Si tratta di lavoretti retribuiti ma una bella fetta resta nascosta e non calcolabile e dunque senza alcuna tutela. Per questo la Cisl di Bergamo, con Fisascat e Felsa sta approntando una task force che si occuperà dei nuovi lavori, quei lavoratori senza alcuna tutela, né previdenziale, né assicurativa.

Uno sportello e un numero verde dedicati, la possibilità di avviare una forma di tesseramento in grado di fornire copertura assicurativa e una serie di proposte da avanzare, con Comune di Bergamo, Cgil e Uil, sono i punti di partenza della Cisl orobica nella sfida alla Gig Economy e alla sua voglia di deregulation.

“La grande maggioranza dei “lavoretti” – sottolinea Guido Fratta, coordinatore di Felsa Cisl a Bergamo -, se pagata regolarmente, è remunerata attraverso l’occasionale con ritenuta d’acconto, a prescindere dal montante, e questa massa di lavoratori è totalmente priva di tutele e difficilmente intercettabile , poiché l’ ‘assunzione’ non è comunicata al Centro per l’impiego né esiste iscrizione all’Inps. Il nostro sportello Gig punta a offrire consulenza e assistenza a queste persone, per le quali, talvolta, la collaborazione rappresenta l’unica forma di sostentamento”.

La stima elaborata dalla Cisl parla di circa 2000 baby sitter; un migliaio di laureati a disposizione per “aiuto compiti”, altre mille colf collegate a app, e quindi in chiaro. Poi ci sono baristi e camerieri stagionali e “improvvisati”, i bagnini nelle piscine, i vendemmiatori e tutto l’esercito degli studenti che d’estate cerca di “raggranellare qualcosa”.

“Fisascat accoglie da sempre il disagio e i problemi della gran mole di lavoratori dei servizi e del terziario – dice Alberto Citerio, segretario generale della categoria del commercio Cisl -. Al momento, però, dobbiamo coinvolgere e attirare questi lavoratori, per fornire loro assistenza e ricevere da loro le richieste per produrre proposte convincenti e utili”.

“L’innovazione sarà pure Smart, ma non sempre lo è per i lavoratori dei servizi, settore in cui aumentano le aziende, ma spesso peggiorano le condizioni generali di chi ci lavora” è il commento di Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo. Tutto si basa su un algoritmo e su una app cui il gig worker è praticamente sottoposto. Il nuovo lavoro è disumano e poco gratificante, e anche le possibilità di lavoro e guadagno sono frutto di elaborazioni matematiche. Un sistema che non investe solo il trasporto di cibo, ma anche autisti, baby sitter, giardinieri e altre figure ancora. Tra l’altro, se si scende nel dettaglio dei numeri che è possibile avere, si scopre che l’economia dei lavoretti online è ben lontana dall’immagine “pubblicitaria” del “giovane e smart”. La maggioranza di chi fa questi lavoretti ha un doppio lavoro, e quindi è meno ricattabile di chi lo sfrutta per vivere; gli studenti registrati sulle piattaforme non superano il 22%.

“Rimangono, qui da noi, migliaia di lavoratori sottopagati e senza tutele. La Cisl di Bergamo intende mettere in campo strumenti e azioni che possano iniziare a offrire alcune soluzioni. Per noi sono uomini e donne del lavoro che hanno bisogno di essere rappresentati e sostenuti nelle loro rivendicazioni. Questa sarà la grande sfida nei prossimi mesi. Dobbiamo ragionare con schemi diversi per rispondere al meglio ai cambiamenti del mondo del lavoro attraverso la contrattazione e la partecipazione. Per questo – conclude Corna – abbiamo chiesto al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, di incontrarci e ragionare, insieme a Cgil e Uil, per trovare soluzioni utili a impedire il peggioramento della situazione”.

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