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Il diario

Maturità, seconda prova. “Migrazioni e diritti: che bella traccia, grazie MIUR!”

Continua il diario della maturità di Tiziana Maiorano, studentessa dell'ISIS Mamoli, indirizzo Scienze Umane

A volte mi chiedo se la mia vita sia un susseguirsi interminabile di sfighe o di cose molto divertenti che non mi fanno mai annoiare.

Oggi è passata anche la 2° prova. Scienze umane, esterna.

Ma la cosa divertente non è questa, bensì che la “seconda notte prima degli esami” l’ho passata al pronto soccorso con mia mamma che è rotolata dalle scale e si è rotta il polso e il naso (ma sta bene, tranquilli). Naturalmente per ripassare la notte è stata del colore della mia pelle quando torno dalle vacanze passate Sardegna ad agosto: bianca.

Nonostante tutto, questa mattina la sveglia l’ho sentita, anche se ho perso il primo pullman sono arrivata puntuale a scuola, non ho preso un’ altra multa e ho portato le tesine. Ma se ieri non sentivo un filo di ansia, oggi, prima che consegnassero le prove, ho realizzato che tutto il mio studio sarebbe potuto essere stato vano se per sbaglio quegli amiconi del MIUR avessero deciso di inserire un tema da noi non trattato in classe.

Attimi di panico mentre la professoressa esterna consegnava le prove, la mia copia capovolta poggiata sul banco dolcemente sembra sussurrarmi “ora sei in un mare di merda, sono la legge Basaglia”.

La giro con gli occhi socchiusi che di solito si hanno mentre si guarda un horror.

Leggo il titolo.

Migrazioni, diritti, identità.

Sono sicura che questa sia la consolazione che dio mi ha dato per essere nata bassa e con il metabolismo lento (o le ossa grossa, la voglia costante di cibo o boh, vedete voi).

Purtroppo però le poche ore di sonno si fanno sentire e non sono attentissima all’inizio della mattinata, motivo per il quale un’ ora e venti minuti prima della consegna, una volta svolto il tema in bella deciso di rifarlo.

Non mi piaceva la forma, i contenuti andavano bene ma non avevo dato il meglio di me e non sarei uscita da quella classe fino a quando ciò non sarebbe accaduto.

Non potevo accettare di prendere un brutto voto senza averci messo tutta me stessa, non rinnego un 8 o un 9 alla maturità, ma anzi li accetto di buon grado solo se però so di meritarmeli davvero, se quei voti bassi sono i miei voti bassi.

Ho sistemato tutto, alle 14:45, 5 minuti prima dello scoccare della fine del tempo, consegno.

Non mi interessa come verrò valutata, naturalmente spero bene, ma posso per lo meno dire di essermi alzata dalla sedia a testa alta, fiera del contenuto del mio tema.

Una cosa però devo dire mi è rimasta particolarmente impressa riguardo a queste tracce (anche quelle di ieri): sono proprio una maturanda fortunata.

Non so quanto prenderò o come le mie prove siano andate, ma so che a Roma, quest’anno, hanno fatto un bel lavoro.

Nulla di scontato, nulla di superficiale. Tutte tracce, quello che mi sono capitate, che ti spingevano ad andare oltre ai semplici fenomeni sociologici.

Dal tema della solitutdine, somministrato ad una generazione, la nostra, che rivela dati preoccupanti riguardo la diagnosi di ansia e depressione.

A quello della creatività contrastante con quello sulle masse, come se il MIUR volesse burlarsi di noi ponendoci due tracce che da sole creano un ossimoro.

Poi oggi, immigrazione e identità, con un intervista di Bauman, forse per ricordarci che con tutto quello sta succedendo dovremmo smettere di dare per scontate tante cose e porci più domande, essere più empatici.

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