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L'inchiesta

“Brembo Ski, un sodalizio criminoso tra gli ex sindaci Berera e Cattaneo” fotogallery video

Il tribunale del Riesame di Brescia: "Berera faceva firmare a Cattaneo delibere di atti falsi pur non essendo più titolare del potere pubblico"

Si aggravano le posizioni di Giuseppe Berera e Santo Cattaneo, ex sindaci di Foppolo e Carona, accusati di associazione per delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e bancarotta. Nell’ordinanza al ricorso presentato al tribunale del Riesame di Brescia dal loro difensore, l’avvocato Enrico Pelillo, che aveva chiesto l’annullamento della misura per difetto di gravi indizi – solo riguardo l’associazione per delinquere, la bancarotta fraudolenta e la violenza privata – una misura meno afflittiva, viene ribadito con forza la gravità del comportamento tenuto dai due amministratori al centro del caso che ha scosso la Val Brembana.

“Una gestione dell’economia valligiana saldamente nelle mani dei sindaci di Foppolo e Valleve”, scrivono i giudici. Riguardo al discorso delle esigenze cautelari, il tribunale ha ritenuto il pericolo di reiterazione di condotte per entrambi i ricorrenti. “Spesso hanno realizzato di comune accordo una molteplicità di fatti delittuosi contro la pubblica amministrazione, così come risulta evidente dai reati di truffa commessi nell’ambito della gestione di Brembo Super Ski nel corso degli anni”, si legge.

Si parla addirittura di “un vero e proprio sodalizio criminoso presieduto da Berera che faceva firmare a Cattaneo delibere di atti falsi pur non essendo più titolare del potere pubblico”, in riferimento alla truffa alla Regione Lombardia. Riguardo la misura, il collegio ha ritenuto che gli arresti domiciliari “siano inadeguati. In definitiva, lo spaccato emerso dalle indagini condotte segnala due personalità refrattarie del tutto al rispetto delle norme di legge e incuranti dei limiti legali” e respinge la richiesta dall’avvocato.

Già nell’ordinanza in risposta al ricorso presentato dal pubblico ministero Gianluigi Dettori, che aveva chiesto il carcere, anziché i domiciliari per Berera e Cattaneo, il tribunale del Riesame di Brescia aveva sottolineato il loro comportamento fraudolento, chiedendo la custodia cautelare in carcere (esecuzione sospesa fino a quando non diventa definitiva, dopo la risposta della Cassazione).

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