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L'inchiesta

Ghisalba, ex direttore di banca indagato: “Oltre mille mutui gonfiati”

“Si era fatto attribuire l’abilitazione informatica che gli consentiva di intervenire direttamente sulle condizioni dei singoli rapporti". Un comportamento messo in atto, pare, per salvare l'istituto

“Oltre mille mutui gonfiati”. In teoria, per salvare la banca. Per questo motivo l’ex direttore della Bcc di Ghisalba è indagato per appropriazione indebita con altri vertici dell’istituto in concorso. A scoprire le anomalie è stato Battista De Paoli, presidente per 35 anni, fino al 2015, della Bcc di Calcio e Covo, e poi per tre anni alla guida della nuova Banca di credito cooperativo dell’Oglio (dopo la fusione per incorporazione della Bcc di Ghisalba).

Sabato 26 maggio, durante la sua ultima assemblea dei soci, De Paoli ha spiegato che sei mesi dopo l’incorporamento, un cliente si era lamentato per alcune stranezze sul suo mutuo. Gli impiegati verificarono e scoprirono che nella Bcc di Ghisalba “qualcuno aveva taroccato i tassi di oltre mille mutui (1049, per la precisione), ricavandone circa due milioni di euro”.

I sostituti procuratori della Repubblica di Bergamo Emanuele Marchisio e Fabio Pelosi a marzo hanno notificato un procedimento per illecito amministrativo alla Bcc di Ghisalba per gli esercizi 2013 e 2014, prima della fusione. Le indagini sono concluse. Tra gli indagati figurano il direttore generale (sino al luglio 2015) della Bcc di Ghisalba e poi fusa con incorporazione nella Banca credito cooperativo dell’Oglio e del Serio.

Per l’accusa, al fine di procurare all’istituto di credito un ingiusto profitto, il direttore avrebbe modificato in modo fraudolento le condizioni applicate a 836 contratti di mutuo in essere. Otre a ciò si sarebbe appropriato, mediante indebito prelevamento dai conti correnti su cui erano attestati i singoli rapporti della somma complessiva di 1.758420,84 euro.

Operazioni rese possibili, secondo la procura, “facendosi attribuire l’abilitazione informatica che gli consentiva di intervenire direttamente sulle condizioni dei singoli rapporti. E successivamente applicando fraudolentemente a contratti di mutuo già in essere una soglia minima non prevista o incrementando quella pattuita; applicando valori Euribor maggiorati rispetto a quelli ufficiali; aumentando in modo fraudolento il valore dello spread contrattualmente pattuito”.  Un comportamento messo in atto, pare, per salvare la banca.

Oltre al direttore generale, tra gli indagati figura tutto il vertice della Bcc di Ghisalba: dal presidente del consiglio di amministrazione al vice, a cinque membri del consiglio stesso. Tutti in concorso tra di loro, “al fine di conseguire un ingiusto profitto, esponevano fatti materiali non rispondenti al vero nel bilancio relativo al 2013. In particolare omettendo di effettuare i necessari accantonamenti a fronte di posizioni creditorie irrimediabilmente deteriorate per una cifra non inferiore a 15.647.000,00 euro. Inoltre avevano alterato la situazione patrimoniale della società”.

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