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Castel cerreto

Il murale della street-artist bergamasca che omaggia “L’albero degli zoccoli” fotogallery

L'opera d'arte di Alessandra Odoni, in arte Senso, nata a Gromlongo

C’è un gran via vai in questi giorni a Castel Cerreto, frazione di Treviglio. Il motivo? Il murale dell’artista bergamasca Ale Senso – all’anagrafe Alessandra Odoni – che fa capolino sul muro esterno della storica cascina Pèlesa. C’è chi arriva in bicicletta, chi a piedi dopo una passeggiata o chi in macchina. Tutti per dare un’occhio al capolavoro dell’artista nata a Gromlongo, frazione di Palazzago.

L’opera d’arte è legata all’iniziativa “Pianura Urbana”, patrocinata dal comune di Treviglio e dalla Provincia di Bergamo, che consiste nella realizzazione di una serie di opere di street art su facciate o edifici dismessi della città, per dare nuova vita ai luoghi dimenticati.

In particolare l’opera della 39enne Ale Senso sembra aver colpito dritto al cuore i trevigliesi, che da qualche giorno non fanno che parlare del dipinto ispirato nientemeno che all’Albero degli Zoccoli, il capolavoro del regista Ermanno Olmi, scomparso pochi giorni fa.

“Il mio lavoro ritrae Mènec, il bambino protagonista dell’Albero degli Zoccoli – spiega l’artista bergamasca – il progetto, predisposto qualche settimana fa, prevedeva già un omaggio al film Olmi; la sua scomparsa proprio ad inizio dei lavori è stata un motivo in più per una dedica degna del suo nome”.

Un soggetto ritratto in una posa non casuale, con il piccolo, a cui manca uno zoccolo, che indica la direzione da cui proviene lo spettatore: “Mènec guarda verso lo spettatore e lo indica, ma indica anche al di là della strada. Passando la statale, che passa proprio davanti alla cascina, vi è infatti la “Valle del lupo”, autentico polmone verde cittadino, che si trova all’interno di una conca, in cui, centinaia di anni fa, passava il lago Gerundo. Proprio il lago, bonificato in tempi immemori, mi ha dato lo spunto per inserire nel dipinto anche un piccolo drago, il famigerato Tarantasio, mitologico essere che stando ai racconti antichi abitava la zona”.

Non solo un dipinto, ma un’opera a 360 gradi colma di riferimenti e concetti sia filosofici e materiali, come spiega Alessandra Odoni: “Il mio nome d’arte, Senso, viene proprio dalla voglia di dare sempre dei connotati sia filosofici che materiali alle mie opere. Il senso è sia un concetto astratto che una cosa legata alla materia; mi piace giocare su questi aspetti. In particolare in questa opera ho voluto esprimere una parte “simbolica”, con il bambino che indica qualcosa di antico, che ricorda un passato che comunque in qualche modo sopravvive, ad esempio attraverso leggende che le sono state raccontate. Il tutto associato a qualcosa di materiale, come le quinte di teatro dove l’opera stessa sembra essere dipinta”.

Ale Senso è una veterana della street art, o come la chiama lei “stress art”, citando le parole di un suo vecchio amico. Quello dell’arte di strada è per Alessandra un vero e proprio lavoro, molto più difficile di quello che si possa pensare, anche a causa delle richieste esigenti, a volte, dei clienti.

Nonostante questo Alessandra il lavoro di artista resta sempre un piacere e soprattutto una passione, coltivata fin dalla tenera età: “Penso che il mio primo atto vandalico – ride – sia stato fatto sui muri di casa. Ricordo ancora che con uno stampino avevo riempito tutto il muro, i miei genitori non credo ne furono entusiasti. Da piccola aiutavo mio padre a dipingere alcuni oggetti fatti a mano che produceva, questo ha fatto nascere in me la passione per l’arte e la pittura. Dopo varie vicissitudini da giovane mi trasferii in un altra città e li per caso partecipai a un progetto legato alla realizzazione di alcuni murales patrocinato dal comune. Si può dire che quello fù l’inizio della mia carriera”.

Una carriera lunga, ricca di soddisfazioni, che ha portato l’artista nostrana ad aprire addirittura uno studio d’arte a Berlino: “In questo ambiente contano molto le conoscenze. Tramite un amico venni invitata in Germania per un evento. Li mi innamorai del posto e della scena artistica e culturale locale”.

Gli inizi in terra teutonica non furono facili per Ale Senso, che per racimolare qualche soldo iniziò lavorare come guida per turisti italiani, mentre parallelamente coltivava il sogno della pittura di strada. Pian piano però la sua fama crebbe, fino a renderla una degli artisti di strada più famosi a livello europeo. Nonostante questo Alessandra non ha mai perso il legame con la sua terra, in cui torna frequentemente sia per creare nuove opere d’arte sia per tornare alle sue radici.

“Faccio spesso spola tra la Germania e l’Italia – confessa l’artista – qui ho le mie radici e ci torno volentieri, non solo per lavoro. Sono spesso in viaggio per l’Italia e l’Europa, ma questa è comunque la mia terra”.

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