Una festa. Una festa per tutti. Secondo gli organizzatori questo dovrà essere il Gay Pride che sabato 19 maggio per la prima volta sbarcherà a Bergamo, città storicamente conservatrice che non si è mai confrontata con un evento simile.
L’iniziativa è stata organizzata da Bergamo Pride-Educare alle differenze per combattere l’odio, composto da liberi cittadini e cittadine che hanno deciso di intraprendere un percorso finalizzato alla sensibilizzazione e alla lotta contro ogni tipo di discriminazione e ineguaglianza sociale.
“Abbiamo iniziato a lavorare nell’estate 2017 dopo un confronto tra realtà provenienti da diversi contesti sociali, associativi e culturali, ma uniti dall’idea di voler organizzare insieme un Pride LGBTQI bergamasco che possa coinvolgere direttamente l’intera cittadinanza – spiega Marco Arlati, presidente di Arcigay Bergamo -. Questo primo evento ha un fortissimo valore politico che rivendichiamo, vuole essere un messaggio di lotta e di condanna nei confronti di tutte le discriminazioni e nei confronti di tutte le forme di odio”.
Ma come reagirà una città come quella di Bergamo di fronte a un Gay Pride? “Io sono convinto che la società bergamasca sia pronta da anni per un Gay Pride – risponde Arlati -, aveva solo bisogno di un progetto concreto e condiviso. Non penso che l’etichetta di ‘città cattolica’ vada in contrasto con la nostra manifestazione: tanti gay sono cattolici e non hanno problemi a far convivere le due cose”.
commenta