• Abbonati
L'analisi

El Niño Torres: la carriera romanzesca di un mito del calcio moderno

La vittoria dell'Europa League, sollevata da capitano all'ultima partita col club del suo cuore, ha rappresentato la ciliegina sulla torta di una carriera straordinaria.

Ci sono storie che vantano una sceneggiatura perfetta, favole dall’epilogo magico, che sanciscono lo sport come una delle sfaccettature più favolose dell’esistenza. Ieri, Fernando Torres, ha incoronato il proprio sogno di vincere un trofeo col club del suo cuore, dopo averne già annunciato l’addio.

El Niño, simbolo impareggiabile della storia rojiblanca, esordisce con l’Atletico a 17 anni, diventandone capitano a 19, attraverso una leadership senza precedenti per un ragazzo della sua età: Fernando è l’artefice del rinascimento dei colchonero, trascina i suoi alla promozione in Primera Division nel 2002 e rende, col passare degli anni, l’Atletico Madrid un club di fama internazionale. El Niño, tifoso rojiblanco fin da bambino, rifiuta faraoniche offerte da Real Madrid e Barcellona e sceglie un club estero, il Liverpool, per consacrarsi a livello mondiale, così da non tradire il club del suo cuore. Con i Reds Fernando diventa il miglior centravanti al mondo, idolo indiscusso di centinaia di milioni di bambini, che si immedesimano in quel giocatore dai lineamenti infantili. Torres fa impazzire Anfield, diventa campione d’Europa con la Spagna, realizzando il gol decisivo nella finale di Vienna e giunge terzo al Pallone d’Oro del 2008. Con la maglia del Liverpool Fernando batte record di marcature in successione, ma la disgrazia del grave infortunio al ginocchio del 2009 tarpa le ali al suo strapotere atletico… El Niño non sarà mai più quello di prima. Nel gennaio 2010 passa al Chelsea per la cifra record di 58 milioni di euro, ma incontra ostacoli apparentemente invalicabili: prestazioni e reti non arrivano, la stampa inglese lo deride e gli appassionati capiscono come El Niño non sia più quello di un tempo.

Fernando, però, affronta le velleità da straordinario professionista e, con tenacia e dedizione, diventa leggenda, consacrandosi uomo-chiave nei momenti-chiave: in due anni trionfa con Chelsea e Nazionale, vincendo Champions League, Europa League, Mondiale ed Europeo, attraverso reti decisive ed indimenticabili tra semifinali e finali. La nostalgia di casa, però, assale Fernando, che dopo altre 2 stagioni al Chelsea e una breve parentesi al Milan, coglie al volo l’opportunità di tornare nel “suo club”, portando in delirio il popolo colchonero. L’idolo rojiblanco torna a segnare, diventando il quinto marcatore nella storia del club, trascorre stagioni indimenticabili, prova la struggente delusione di perdere la finale di Champions nel derby, ma continua con tenacia a lavorare, nonostante il minutaggio cali progressivamente e gli anni passino. Il trionfo di ieri sera è la coronazione della carriera di uno straordinario attaccante e di un grande uomo, capace di far appassionare al mondo del calcio un’infinità di persone, come ambasciatore dei valori dello sport. Torres è stato per anni un centravanti unico nel suo genere, devastante in campo aperto, letale nel calciare da qualsiasi posizione, un fenomeno in campo e fuori. Ciò che ha fatto Fernando all’apice della propria carriera rimarrà per sempre nei ricordi degli appassionati di questo sport magico. El Niño ha saputo sfruttare gli anni di massimo splendore del suo talento ed è riuscito, con estrema tenacia, a rialzarsi dopo difficoltà, infortuni ed ostacoli.

Ogni giorno nascono migliaia di bambini che vedranno rotolare un pallone, qualora se ne innamorassero perdutamente sarà grazie a uomini come El Niño Torres.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI