Una dipendente dell’aeroporto di Bergamo ha inviato una lettera – appello alla Sacbo (la società che gestisce lo scalo), al Comune di Grassobbio e alla polizia locale per segnalare un problema che penalizza molti lavoratori del “Caravaggio”.
Vorrei porre alla vostra attenzione la problematica che, affligge chi come me – dipendente da anni presso lo scalo – si trova impossibilitata a parcheggiare la propria automobile per poter raggiungere il luogo di lavoro.
È ormai evidente a tutti che i posti auto destinati ai dipendenti non sono affatto sufficienti nonostante il nostro lavoro preveda un avvicendamento su turni, inoltre, gli unici spazi liberi e adiacenti allo scalo vedono ora l’obbligo di disco orario (H 0-24) che, evidentemente, non è compatibile con il normale orario di lavoro di 8 o più ore.
Capiamo che le dinamiche e le decisioni relative agli spazi adibiti ai parcheggi siano solo in parte riconducibili a Sacbo, ma immagino che la Società possa tentare un dialogo con le autorità competenti- come il comune di Grassobbio – per poter essere di supporto a chi mette se stesso, le proprie abilità e le proprie competenze per far sì che lo scalo sia e resti uno dei più floridi a livello locale e nazionale.
Sono fiduciosa che le mie parole non restino lettere stampate su di uno schermo, poiché credo davvero che, come sostenuto nell’articolo riportato da Bergamo Economia solo alcuni giorni fa, la filosofia da Voi perseguita sia concentrata in tale massima “È il capitale umano la vera ricchezza” e sia, quindi, a favore della Dignità del lavoro e del lavoratore.
Ringrazio per la cortese attenzione e porgo i miei più cordiali saluti.
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