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Il caso

Prof in ateneo, liberi professionisti fuori: gli occhi della Finanza sui docenti UniBg

L'inchiesta delle Fiamme Gialle su una decina di professori che, pur avendo optato per il cosiddetto regime a "tempo pieno", con divieto di svolgere altri incarichi se non con esplicita autorizzazione del Rettore, si dedicherebbero ad altre attività remunerative

Lavorano a tempo pieno nelle università, ma non per questo rinunciano all’attività privata. Interessa anche l’Università degli Studi di Bergamo l’inchiesta della Guardia di Finanza sui professori che, pur avendo optato per il cosiddetto regime a “tempo pieno”, con divieto di svolgere altri incarichi se non con esplicita autorizzazione del Rettore, si dedicherebbero ad altre attività remunerative.

Per quanto riguardo l’ateneo bergamasco, sarebbero almeno 10 i professori della Facoltà di Ingegneria attenzionati dalle Fiamme Gialle. Per chiarire la loro posizione è stato analizzata la documentazione in possesso dell’Università. Qualora l’attività d’indagine – ancora in corso – dovesse far emergere delle irregolarità, le eventuali contestazioni verrebbero presentate alla Corte dei Conti per stabilire l’entità del danno erariale.

Il meccanismo è sempre lo stesso: il docente si impegna a svolgere le proprie mansioni in esclusiva (tranne casi eccezionali che devono essere comunque autorizzati) e dunque a totale disposizione degli studenti, ma in realtà accetta incarichi privati remunerati, a volte in altre aziende statali.

“Ad oggi non è arrivata ancora nessuna segnalazione per il mancato assolvimento delle attività da parte dei docenti – ha spiegato il Rettore Remo Morzenti -. Qualora venissimo informati di comportamenti non conformi alla normativa, attiveremo i nostri strumenti disciplinari”.

A livello nazionale, sono oltre 400 i docenti di Ingegneria, Architettura e Chimica finiti sotto la lente d’ingrandimento. Il record del doppio lavoro spetta proprio alla Lombardia, con circa 60 casi suddivisi tra il Politecnico di Milano e le Università di Brescia, Bergamo e Pavia. È solo l’inizio, tenendo conto che entro qualche settimana le verifiche saranno anche estese alle facoltà di Economia, Medicina e Giurisprudenza di tutte le Regioni dello Stivale.

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