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Innovare per competere

Alessandro arioldi

“Noi giovani imprenditori alle prese con le sfide tecnologiche e le persone da valorizzare”

In collaborazione con i Giovani di Confindustria Bergamo apriamo una finestra sulle sfide imprenditoriali con la rubrica "Innovare per competere". Debuttiamo il Primo Maggio e non è una provocazione. Anzi, in un Paese come l'Italia dove l'industria è vista come qualcosa da contrastare è bene ripartire da un punto fermo: senza lavoro, senza impresa, senza industria non c'è crescita e non c'è sviluppo.

Un’idea. Un sogno. Il rischio. E l’avventura imprenditoriale che prende il via. Una start up? Non solo. Per l’imprenditore ogni giorno è una sfida nell’oceano della globalizzazione, tra le onde dell’internazionalizzazione, contrastato dai venti della concorrenza, in balia dei fragili scenari internazionali. L’obiettivo è non mollare mai il timone per portare sulla rotta giusta la propria azienda, farla crescere, innovarla, renderla sempre prima nei mari dei mercati.

In collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo abbiamo scelto di aprire una finestra su questo mondo. Abbiamo scelto come data di debutto il Primo Maggio, giornata dei lavoratori. Non è una provocazione. Anzi, in un Paese come l’Italia dove l’industria è vista come qualcosa da contrastare è bene ripartire da un punto fermo: senza lavoro, senza impresa, senza industria non c’è crescita e non c’è sviluppo.

Il tempo e la storia hanno dimostrato quanti imprenditori hanno portato e portano benefici al territorio, ai propri collaboratori e dipendenti. I buoni esempi oggi sono sempre più diffusi, anche in un mondo che si fa sempre più competitivo. Perché il buon imprenditore sa che accanto a lui servono persone che lo stimolano, lo aiutano, comprendano le sue visioni e le rendano realtà.

Iniziamo questo percorso con Alessandro Arioldi, 36 anni, imprenditore di prima generazione, dopo il diploma di perito informatico e alcuni anni di attività di consulenza, nel 2006 crea la Easytech srl, con sede a Medolago, di cui attualmente è amministratore delegato, società di consulenza e sicurezza informatica che oggi dà lavoro a 11 dipendenti. Fra il 2015 e il 2017 fonda con altri 5 soci nuove realtà imprenditoriali nell’ambito dello sviluppo software, equity crowdfunding, ricerca di investimenti. Oggi è presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo.

Arioldi, perché è necessario far conoscere gli imprenditori sotto un aspetto diverso, mostrando la loro formazione, la loro giornata, le preoccupazioni e le attese?
“La sensazione è che i giovani facciano ancora fatica a mettere a fuoco cosa è il mondo dell’impresa. Da un lato ci sono vecchi immaginari, la fabbrica fordista, la catena di montaggio, il rumore, il capannone, dall’altro la modernità irraggiungibile dei campioni mondiali come apple, microsoft. In mezzo ci siamo noi. Ci sono le imprese reali, spesso piccole imprese, con le persone, imprenditori ma anche collaboratori, giovani imprenditori di prima o di seconda generazione  alle prese con un mercato sempre più globale, con la necessità di formarsi, di fare esperienze, di creare gruppo, di essere qualcosa di vivo e stimolante anche per il territorio in cui operano. Vogliamo aprire una finestra su questo mondo, così sfidante e stimolante per mettere a fuoco non tanto performance di bilancio, organizzazione, budget, ma le persone e il loro punto di vista…”

In Italia c’è una cultura anti-industriale? Crede sia davvero ancora così?
“Almeno parzialmente è ancora così. Perché nonostante la forte tradizione manifatturiera, che è particolarmente viva nella nostra provincia, restano gli ostacoli della burocrazia, delle lungaggini, del sistema fiscale penalizzante. Siamo anche un territorio sovrappopolato, dove la pressione edilizia resta forte e l’industria a volte dà fastidio, è ingombrante. Ma non c’è solo questo. Fa parte del nostro mondo anche una tendenza a essere “imprenditivi” a diventare lavoratori autonomi, a gestirsi in proprio”.     

Lei è un giovane imprenditore di successo. Ha creato molte società. Che messaggio vuol mandare ai giovani che sognano di aprire un’impresa?
“Consiglierei, a chi vuole fare un’impresa, di non focalizzarsi solamente sull’idea. L’idea innovativa è importante. Ma al giorno d’oggi si vedono imprese che non hanno un’idea particolarmente innovativa, ma hanno successo. Invece idee molto innovative che non riescono a trasformarsi in impresa. Questo perché bisogna cercare di costruire la propria azienda con gli strumenti di oggi. Bisogna stare attenti al team. Il team è fondamentale. Poi bisogna trovare presto i finanziamenti. Anche un imprenditore di seconda generazione, che entra nell’impresa di famiglia, si trova in un mercato talmente in evoluzione che deve affrontare le sfide quotidiane come se fosse una nuova impresa”.

Spesso un giovane imprenditore si trova davanti anche un ostacolo come quello della burocrazia. Come pensa che un’associazione come Confindustria possa aiutare i giovani imprenditori? Come possa sostenerli?
Ci stiamo sempre più orientando per accompagnare i neo imprenditori, giovani o meno giovani, dall’idea alla strutturazione dell’impresa. In questi ultimi anni c’è stato uno sforzo per snellire la burocrazia e ci sono novità positive dal fronte dei finanziamenti e della formazione. Ma è importante avere una bussola che aiuti  a pianificare un percorso senza intoppi e sprechi di energie”.   

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