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L'inchiesta

“Da oltre 10 anni dominavano così l’alta valle”: Foppolo e Valleve, 12 indagati fotogallery video

"Una gestione domestica e spregiudicata per il controllo economico e politico del territorio", si legge nelle carte dell'inchiesta. Si andrebbe dalle truffe aggravate agli abusi d'ufficio, fino a condotte prevaricatrici nei confronti di coloro che non si piegavano alla logiche del sodalizio

Un vero e proprio “sodalizio” che da “oltre un decennio domina incondizionato il territorio dell’alta Valle Brembana“. Gli inquirenti descrivono così quello formato in particolar modo dal sindaco di Foppolo Giuseppe Berera e dal collega di Valleve, Santo Cattaneo. Entrambi ex amministratori della Brembo Super Ski, la fallita società degli impianti, lunedì 16 aprile sono finiti agli arresti domiciliari dopo un anno e nove mesi di indagini, partite nel luglio 2016 con l’incendio doloso alle seggiovie Quarta Baita e Montebello di Foppolo.

Secondo l’inchiesta, coordinata dal pm Gianluigi Dettori, e condotta in collaborazione tra i carabinieri della Compagnia di Zogno e i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Bergamo, i due sindaci (entrambi eletti con liste civiche) avrebbero architettato un sistema per conseguire fondi pubblici in danno alla Regione Lombardia e per truccare appalti. Avrebbero falsamente rendicontato spese e investimenti per un valore complessivo di circa 16 milioni e mezzo di euro, percependo indebitamente contributi regionali per oltre 3 milioni. Nel corso delle indagini, inoltre, è emerso un trasferimento di circa 700 mila euro dalla Brembo Super Ski a una società di Hong Kong per una presunta attività di ricerca di investitori asiatici. Tra le altre cose, i due risultano accusati di falsificazione di atti pubblici, abuso d’ufficio e bancarotta fraudolenta per il fallimento della partecipata Brembo Super Ski.

“Una gestione domestica e spregiudicata – si legge nelle carte dell’inchiesta – al fine di accentrare nei suoi esponenti l’incondizionato controllo economico e politico del territorio”. Che, sempre stando a quanto ricostruito dalla Procura di Bergamo, spazierebbe da una serie indeterminata di truffe aggravate agli abusi d’ufficio, fino a condotte prevaricatrici nei confronti degli imprenditori che non si piegavano alla logiche del sodalizio.

A tal proposito, uno dei casi più controversi emersi dalle indagini sarebbe il contenzioso tra Berera e il gestore del rifugio Scoiattolo sulle piste di San Simone, Davide Midali, che aveva chiesto informazioni sulle somme versate in contanti in favore della Brembo Ski. Il sindaco sarebbe arrivato a spintonare contro una ringhiera il figlio piccolo dell’uomo, causandogli lesioni guaribili in dieci giorni. Il primo cittadino avrebbe inoltre colpito Midali “con schiaffi al volto e un secchiello di alluminio” colpendolo sulla parte sinistra del collo. Per entrambi gli episodi Berera è accusato di lesioni “con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

La “mente” Berera e il fedele “braccio destro” Cattaneo avrebbero agito con la complicità di altre persone: l’associazione a delinquere viene infatti contestata all’impiegata del Comune di Foppolo Luisa Piredda, 42 anni, di San Pellegrino Terme, che si sarebbe prestata a redigere gli atti della turbativa d’asta, e alla moglie di Berera, Roberta Valota, 48 anni, accusata di avere materialmente falsificato, per anni, la documentazione inviata alla Regione Lombardia per fare ottenere contributi pubblici alla Brembo Super Ski. La prima è stata sospesa 8 mesi dal lavoro in municipio, per la seconda è scattato l’obbligo di firma due volte la settimana.

A questi si sommano altri 8 indagati (in tutto 12) che avrebbero più o meno contribuito a favorire il sodalizio: tra questi figurano anche l’ex sindaco di Carona Gian Alberto Bianchi, il segretario comunale di Foppolo e Valleve Saverio De Vuono, il direttore della Brembo Super Ski Vittorio Salusso e l’imprenditore bresciano Sergio Lima, sul cui conto le indagini hanno fatto emergere un quadro indiziario legato al presunto appalto truccato per il riposizionamento della telecabina 12 posti sul nuovo tracciato ‘Ronchi-Montebello’, oggetto di incendio doloso nel luglio 2016.

Anche un altro appalto, sempre secondo le indagini, sarebbe risultato pilotato: quello riguardante il conferimento della direzione dei lavori ed il coordinamento della sicurezza sul cantiere della telecabina incendiata. In questo caso, risulterebbe accertato un accordo collusivo tra il sindaco di Foppolo e l’unico ingegnere partecipante, nonché aggiudicatario del bando, che avrebbe operato in concorso con il fratello. Entrambe i professionisti sono stati destinatari del provvedimento di sospensione temporanea dall’esercizio della professione nei confronti di pubbliche amministrazioni.

Completano la lista degli indagati un imprenditore e un consulente legale rispettivamente residenti nelle province di Brescia e Milano.

Nella mattinata di ieri, infine, sono state nuovamente perquisite dagli inquirenti le case dei sindaci, i quali dovranno ora rispondere delle accuse.

Per quanto riguarda il futuro delle amministrazioni, dalla Prefettura di Bergamo fanno sapere che verrà esaminata l’ordinanza dell’Autorità Giudiziaria per valutare l’eventuale sospensione dei primi cittadini. Provvedimento che, tuttavia, non porterebbe allo scioglimento dei Comuni, i quali dovrebbero continuare l’attività con i rispettivi vice-sindaci.

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