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Sabato 14 aprile

L’Arci Bergamo, tra le prime 20 in Italia e seconda in Lombardia, va a congresso

A conclusione della discussione ci saranno gli adempimenti congressuali con la nomina dei nuovi organismi quali il consiglio direttivo, il collegio dei garanti, il collegio dei revisori, oltre alla nomina dei delegati ai congressi regionali e nazionali.

Si apre sabato 14 aprile il decimo congresso dell’Arci di Bergamo, “Liberaci dalle paure”, con la relazione del presidente uscente Roberto Mazzetti. Una tappa importante del percorso iniziato a febbraio, con le discussioni negli 80 circoli bergamaschi e i loro 22.000 soci, che vedrà poi il prossimo appuntamento il 19 maggio a Milano con il congresso regionale e che si concluderà con il congresso nazionale a Pescara (dal 7 al 10 giugno). Un percorso, quello di una delle massime associazioni di promozione sociale italiane, che vede la partecipazione di oltre un milione di associati e più
di 4000 associazioni.

Il programma del congresso bergamasco (al circolo Barrio di Campagnola a partire dalle 9) prevede la presenza e il saluto delle istituzioni, associazioni, sindacati e realtà della società civile che hanno collaborato in questi anni con Arci Bergamo. A seguire ci saranno gli interventi di Francesca Coleti (membro della presidenza nazionale e presidente di Arci Campania), di Ilaria Scovazzi (membro della presidenza regionale dell’Arci) e del presidente regionale Massimo Cortesi che apriranno la discussione sui documenti congressuali con gli interventi e i contributi dei delegati dei circoli.

A conclusione della discussione ci saranno gli adempimenti congressuali con la nomina dei nuovi organismi quali il consiglio direttivo, il collegio dei garanti, il collegio dei revisori, oltre alla nomina dei delegati ai congressi regionali e nazionali.

L’Arci a Bergamo è attiva dai primi anni ’70 e ha avuto tra i suoi fondatori figure importanti quali Brighenti (il partigiano Brach) e Crivelli. Negli ultimi l’associazione ha visto una progressione del numero degli associati dai 15.827 del 2014 ai 20.398 del tesseramento 2016/17, ma già oggi il dato parziale del 2017/18 vede il numero dei soci oltre la barriera dei 22.000 iscritti, che pone l’Arci di Bergamo come seconda forza in Lombardia dopo Milano, e tra le prime 20 realtà a livello nazionale. Rimane costante, ed importante, invece il numero delle basi associative, seppure nel corso degli anni si sono viste nascite di nuove basi associative e scomparse di altre.

Fra le attività principali del comitato si segnalano quelle di tutela e sviluppo delle basi associative; in particolare oggi l’impegno massimo è dedicato alla complessa Riforma del Terzo Settore che nei mesi a venire andrà a completarsi dopo un iter lunghissimo e che non sarà di facile impatto per il mondo associativo. Ma non sono mancati i momenti di impegno culturale e sociale e politico con l’importante azione contro il femminicidio “Donne per le donne” che ha visto la partecipazione di oltre 40 artiste che hanno realizzato opere che hanno circuitato in più luoghi della
provincia; l’aver affrontato i temi dell’immigrazione e del razzismo con convegni e partecipando attivamente alle campagne per le proposte di legge “L’Italia sono anch’io” ed “Ero Straniero“; l’impegno a contrastare i nuovi fascismi e a mantenere viva la memoria sull’antifascismo non solo essendo parte delle manifestazioni del 25 aprile ma anche essendo motore di iniziative come quella oggi in campo denominata “Mai più fascismi“; la sottoscrizione della convenzione con l’Università degli Studi di Bergamo per tirocini e ricerche ma soprattutto i tanti convegni realizzati assieme (da quello su “i giuristi e la resistenza alla tavola rotonda sul “potere rischio e responsabilità nell’esperienza di cura”);la partecipazione attiva alla carovana Antimafie, la costruzione del contenitore “Democrazia in cammino” e i relativi convegni realizzati o in cantiere; la collaborazione con la Provincia di Bergamo nella realizzazione del manuale Smart Land sulle buone pratiche per le politiche pubbliche.

L’impegno dei prossimi 4 anni sarà da un lato quello di formare in maniera adeguata tutte le basi associative presenti, e le associazioni del territorio che vorranno aderire ad Arci, perché affrontino con sicurezza le problematicità e le potenzialità che la nuova riforma porterà. Dall’altro lato incrementare il rapporto tra le varie basi associative in modo di rendere l’impegno di promozione sociale più collettivo ed efficace. Tutto questo in un contesto sociale completamente cambiato a causa della grave crisi economica e sociale che ha attraversato (e sta attraversando) tutti i Paesi, e che ha di molto ridotto l’impegno e il valore di concetti quali bene comune, mutualità e solidarietà.

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