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Dal "fenaroli"

Alzano, il trattamento laser alla prostata fa scuola: conquista Cina ed Europa

Il laser interstiziale eseguito sotto guida ecografica per la cura dell'ipertrofia prostatica benigna ha attirato la curiosità del mondo: si studiano nuove applicazioni.

Curare l’ipertrofia prostatica benigna con il laser interstiziale eseguito sotto guida ecografica: dal 2013 l’ospedale Fenaroli di Alzano Lombardo, dopo l’approvazione del protocollo da parte del Comitato Etico, esegue questo tipo di trattamento, innovativo per la zona del corpo in cui viene applicato.

L’intervento viene eseguito da un radiologo interventista e dall’urologo: sotto guida ecografica si procede a un’anestesia locale e poi, attraverso il piano perineale, a lato dell’uretra, si posiziona un ago da 0,8 millimetri di diametro a destra e uno a sinistra. All’interno di entrambi viene inserita una fibra ottica da 0,3 millimetri. Si procede quindi ad “illuminare” la prostata erogando una bassa potenza. Al termine dell’erogazione la procedura è conclusa, vengono tolti gli aghi e il paziente può tornare in stanza: il giorno seguente, dopo adeguati controlli, lo stesso può tornare a casa dove dovrà tenere un catetere vescicale per 15 giorni. Oltre a garantire un risparmio in termini economici all’ospedale (la degenza dura tra le 24 e le 48 ore), il trattamento garantisce benefici evidenti ai pazienti: anestesia locale, mini invasività data dal fatto che non si passa più dal canale urinario, i disturbi post intervento minimi grazie alla bassa potenza erogata.

Una tipologia di intervento che aveva destato molto interesse, soprattutto in Asia: e la collaborazione scientifica tra l’ospedale Fenaroli di Alzano Lombardo, dell’ASST Bergamo Est, e alcuni ospedali cinesi per sviluppare un progetto multicentrico volto a diffondere questo tipo di procedura continua.

Il 13 marzo una delegazione di urologi provenienti da diversi ospedali universitari (tra i quali il 1° ed il 3° affiliated Hospital di Pechino), diretti a Copenaghen dove si è svolto un congresso internazionale di urologia, ha fatto visita all’ospedale di Alzano per una riunione scientifica, presieduta anche dal Direttore generale Francesco Locati: oltre a proseguire gli studi relativi all’applicazione del Laser utilizzato ad Alzano, si è parlato anche della possibilità di utilizzare il trattamento anche per altre applicazioni.

“Al momento abbiamo diverse idee ma non vogliamo dare anticipazioni o false speranze ai pazienti – spiega il dottor Gianluigi Patelli (a sinistra nella foto), direttore dell’UOC Radiologia dell’Asst Bergamo Est – Preferiamo sempre procedere con cautela ma posso confermare questo interesse verso l’applicazione, in particolare per i suoi effetti collaterali minimi”.

Attualmente all’ospedale di Alzano sono stati trattati più di 70 pazienti e una settantina sono anche gli specialisti medici e del settore arrivati da tutto il mondo per osservare il caso di Alzano: oltre alla pubblicazione su Cardiovascular Interventional Radiology dell’aprile 2017, nel novembre dell’anno scorso, un’equipe dell’ASST Bergamo Est, è andata a Pechino, al 301 PLA Hospital, ad eseguire il primo intervento di questo tipo in Cina ed a presentare la casistica al congresso asiatico sui trattamenti minivasivi di ablazione intesrtiziale (ACTA 2017- Guangzhou).

Nel febbraio 2018 i medici dell’ASST Bergamo Est si sono recati a Wroclaw per eseguire la procedura in anteprima per la Polonia. All’inizio di marzo la casistica del Laser Prostatico Transperineale sotto guida ecografica, è stata presentata ufficialmente anche al Congresso Europeo di Radiologia, suscitando notevole interesse. Ad aprile ci sarà una relazione, sul medesimo argomento, al Congresso Europeo di Radiologia Interventistica Oncologica.

“I rapporti scientifici non sono infatti rivolti solo alla Cina ma anche all’Europa, soprattutto con il Swiss International Prostate Center di Ginevra e con l’Academic Medical Center di Amsterdam, con i quali si sta pensando ad una collaborazione scientifica per approfondire ulteriormente l’approccio mininvasivo con questo laser, che, oltre ad essere efficace per la terapia conservativa dell’Iperplasia Prostatica Benigna, sta dando sentore di essere utile anche per altre patologie – conclude Patelli – È una sfida importante che può portare soprattutto a contaminazioni proficue per tutti le parti in causa. Siamo molto ottimisti sul futuro di queste applicazioni”.

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