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Il caso

Università, docenti in sciopero, sessione estiva a rischio: adesioni anche a Bergamo

I professori che aderiranno salteranno una delle due date previste da ogni Dipartimento per la sessione estiva

Dopo lo sciopero degli appelli della sessione autunnale, proclamato a causa del mancato riconoscimento degli scatti stipendiali, i professori replicano: ci sarà un nuovo sciopero dal 1 giugno al 31 luglio. Il motivo? Il governo con la legge di bilancio non ha risposto in maniera soddisfacente alle richieste avanzate.

I professori che aderiranno salteranno una delle due date previste da ogni Dipartimento per la sessione estiva: almeno un appello, quindi, sarà garantito nelle sessione e i docenti saranno disponibili a tenere un appello straordinario ad hoc per laureandi e studenti Erasmus. La lettera di proclamazione dello sciopero è stata sottoscritta da oltre 6mila professori e ricercatori universitari di enti di ricerca italiani di 79 Università e enti di ricerca: circa 30 provenienti dalle facoltà bergamasche che hanno firmato a sostegno di esso, ma il numero potrà avere delle variazioni, come è successo in occasione della sessione autunnale che ha visto scioperare professori non presenti nella lista e, invece, l’astensione da parte dei professori che avevano firmato (leggi qui la lista, soggetta a variazioni).

Non solo gli stipendi nel mirino. Non si parla solamente dei salari dei docenti, ma anche degli investimenti per l’università: dalle borse di studio per gli studenti a nuove assunzioni per i giovani che aspirano a raggiungere la cattedra. Nello specifico, i docenti chiedono che vengano indetti i concorsi per 6000 posti da professore ordinario e 4000 da professore associato.

“Al centro della querelle non ci sono solo gli scatti stipendiali”, spiega il professore Carlo Vincenzo Ferraro, docente al Politecnico di Torino e organizzatore del movimento per la dignità della docenza universitaria che dalla scorsa estate porta avanti le richieste di migliaia di colleghi. La piattaforma riguarda anche il diritto allo studio e i concorsi. Il Movimento chiede all’esecutivo di sbloccare le assunzioni dei prof e ricercatori universitari, ingabbiati nella logica dei punti-organico. La richiesta è chiara: 6mila concorsi per professore associato, per sanare la situazione di 14mila ricercatori a tempo indeterminato lasciati dalla Gelmini “nel limbo di un ruolo ad esaurimento”.

 

Ma gli studenti non ci stanno e il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ha inviato una lettera al Ministero della Pubblica Istruzione per sollecitare un confronto tra le parti:

“Nelle scorse settimane il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria ha proclamato un nuovo sciopero dagli esami di profitto nelle Università italiane prevista per la prossima sessione d’esami. Vista la delicatezza del tema in oggetto e considerata, soprattutto, la ripercussione che tale azione – di nuovo – potrà avere in tutte le Università, in particolare nei confronti degli studenti, è proprio in qualità di Presidente dell’organo di massima rappresentanza studentesca che ho ritenuto doveroso portare con urgenza alla Vostra attenzione la questione, auspicando in un Vostro celere riscontro”. Inizia così la lettera indirizzata alla Ministra Valeria Fedeli e al capo Dipartimento professor Marco Mancini firmata dalla presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

Questa modalità di sciopero rischia, ancora una volta, di danneggiare pesantemente gli studenti– continua la lettera -: basti pensare alle scadenze non prorogabili riguardanti il diritto allo studio, oltre alla “banale” necessità di svolgere esami di profitto (non entrando nel merito dei singoli casi, tutti meritevoli di tutela e rispetto). È evidente sia necessario un confronto, affinchè il danneggiamento non avvenga nei confronti di un soggetto debole, ma avvenga nei confronti della parte datoriale, dalla quale gli studenti sono esclusi.”

QUI LA LETTERA COMPLETA SCRITTA DAL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI

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