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La riflessione

A.A.A. cercansi assunzioni per infermieri: perché dobbiamo emigrare?

Nel 2016 sono stati 124 mila gli italiani che cercarono fortuna all’estero, di cui quasi il 40% con una età compresa fra i 18 e 34 anni

Che Italia esistessero molti paradossi non è una novità, come d’altronde non dovrebbe sorprendere il fatto che molti di questi coinvolgono i giovani che dovrebbero delineare il progresso italiano per il futuro. Eppure dovrebbe sorprendere il fatto che uno dei molteplici paradossi italiani del giorno d’oggi riguarda uno dei più importanti sistemi nazionali, parliamo infatti del Sistema Sanitario Nazionale, più precisamente degli infermieri.

Di fatto, L’Ocse afferma che nei paesi con la migliore assistenza sanitaria, viene garantito di media il rapporto medici-infermieri pari di 1 a 2,8, quindi ogni medico dovrebbe avere il supporto e l’assistenza di quasi tre infermieri. L’Italia, nonostante sia un paese che garantisce una buona assistenza sanitaria, ha un rapporto totalmente diverso, ossia un medico più contare su 1,5 infermieri. Il risultato è quindi semplice, nel nostro paese abbiamo una carenza di infermieri, tale da non garantire un ottimo servizio per i propri cittadini. Sempre l’Ocse, nel 2014 aveva segnalato il fatto che fossero ben 60 mila gli infermieri che mancavano sul territorio così da compensare il gap mostrato prima. Dov’è il paradosso vero e proprio? Sempre nel 2014 era stato rilevato che ben 25 mila neolaureati in scienze infermieristiche non avevo trovato lavoro nel proprio ambito. Questa drammatica situazione è stata rilevata poco tempo fa a seguito di un concorso a Novara, in cui venivano offerti venti posti di lavoro per infermieri. In quanti si presentarono? In circa 2500, per 20 posti.

Quindi se da una parte sono circa in sessanta mila gli infermieri necessari nel SSN, dall’altra parte gli stessi infermieri non trovano lavoro e di conseguenza molti di loro decidono di cercare delle opportunità lavorative al di fuori dell’Italia, fuggendo all’estero. I giovani neolaureati in scienze infermieristiche prediligono come meta il Regno Unito, infatti in questo stato negli ultimi anni il numeri di infermieri italiani è aumentato di circa il 70% e fra gli ospedali col più alto tasso di italiani troviamo il Royal Hospital di Preston, nel nord dell’Inghilterra. Questo ospedale ha infatti circa 1800 infermieri, nel 2015, 170 di loro erano italiani, oggi invece sono rimasti in circa 80 infermieri italiani, perché molti di loro hanno ricevuto altre offerte lavorative, si sono trasferiti o una piccola parte ha avuto modo di tornare di nuovo in patria cercando di partecipare ad uno di quei concorsi di cui parlato poco fa.

Perché i nostri giovani neolaureati sono così ambiti all’estero? Semplicemente perché le nostre università, con i programmi di studio, danno l’opportunità di offrire ai propri studenti ottime conoscenze universitarie e quindi professionali. Inoltre, prendendo da esempio il Royal Hospital di Preston, gli stessi giovani che in Italia non trovano lavoro, qua vengono maggiormente valorizzati, soprattutto a livello lavorativo. Si ha infatti una maggior velocità nell’avanzamento professionale, perché infatti, in base anche alle proprie qualità, dopo 2 anni si possono ambire anche ad importanti promozioni, quando in Italia ci potrebbero volere circa 10 anni.

Se dunque in Italia sono necessari più infermieri, ma gli stessi non vengono assunti in grandi quantità durante i concorsi, non dobbiamo nemmeno sorprenderci se molti giovani fuggono all’estero. Perché in Italia non valorizziamo i nostri giovani, ma li svendiamo agli altri stati dove vengono doppiamente apprezzati e valorizzati, dove ricevono maggiori opportunità lavorative e più speranze professionali per il proprio futuro?

I nostri giovani vengono formati nelle nostre università, investendo tempo e denaro, offrendo ottime conoscenze riconosciute all’estero, eppure siamo noi stessi italiani che non riconosciamo il valore dei nostri stessi giovani, permettiamo loro di fuggire all’estero perché non diamo opportunità, certezze per il loro futuro. Li svendiamo perché non siamo capaci di tenerceli. Forse dovremmo riflettere di più sul fatto che nel 2016 furono 124 mila gli italiani che cercarono fortuna all’estero, di cui quasi il 40% italiani con una età compresa fra i 18 e 34 anni, giovani fuggiti dalla propria nazione.

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