• Abbonati
L'intervista

Gli Spread tornano con Alberto Ferrari dei Verdena: “Avevamo bisogno di musica”

La band bergamasca presenta un nuovo album dopo quasi cinque anni di inattività: "Eravamo in uno stato di morte apparente, ma siamo rinati nel mitico pollaio dei Verdena"

Improvvisazione, voglia di ricominciare, collaborazione. Sono questi gli ingredienti che caratterizzano il grande ritorno degli Spread, gruppo bergamasco che venerdì 30 marzo presenterà il suo ultimo lavoro, “Vivi per miracolo”. Un album nato per l’appunto dall’improvvisazione in sala studio, dopo qualche tempo di inattività, dalla voglia di tornare in pista e, soprattutto, dalla preziosa collaborazione di Alberto Ferrari, storico frontman dei Verdena.

Gli Spread tornano e lo fanno in grande stile, lasciandosi alle spalle il sound più cupo dei primi dischi senza rinunciare a momenti di grande potenza e intensità.

“Vivi per miracolo” è il titolo del vostro terzo album: da dove arriva un titolo così “forte”?
“Questo titolo, che può risultare d’impatto, rappresenta quasi una resurrezione per noi rispetto al precedente ‘C’è tutto il tempo per dormire sottoterra’. Da allora è passato tanto tempo e la band per un lungo periodo è caduta in uno stato di morte apparente. Ma è proprio durante questa fase dormiente che il nostro bisogno di musica ha continuato ad accumularsi, in attesa che tutti noi avessimo il tempo e le energie mentali per poterci davvero rimettere in gioco. Così è nato ‘Vivi per Miracolo’, dal miracolo di essere vivi, dal miracolo di dare la vita ma anche dal senso di caducità che ci può attraversare perfino nei momenti più sereni”.

L’album nasce anche dalle mani di Alberto Ferrari (nella foto sotto, ndr), da dove nasce questa collaborazione?
“Dopo un periodo di inattività, abbiamo deciso di rimetterci al lavoro ricominciando a trovarci con continuità, improvvisando, senza mai fissare idee precise. Dopo circa un anno e mezzo di jam session è iniziata una fase di riascolto e selezione per capire cosa stavamo creando. Una sera ascoltando questi “provini” con Alberto, abbiamo capito che si poteva tentare, con il suo aiuto, una registrazione in live session all’HenHouse Studio (il famoso pollaio dei Verdena). Come perdersi questa occasione?”.

Spread

E com’è stato lavorare con un grande artista come Ferrari?
“C’è da ammettere che in questo siamo stati davvero dei privilegiati. Devo dire (a sua discolpa) che il contributo che ci ha fornito è stato più sonoro che artistico, i brani infatti hanno praticamente mantenuto gli arrangiamenti originari. Per noi è stato davvero un onore e un grande piacere poter ‘approfittare’ della qualità e dell’attenzione straordinaria che ci ha messo a disposizione. Durante le session in studio si respirava un’aria molto positiva, calma, eravamo davvero nelle condizioni ideali per dare il meglio. Il disco è stato registrato in diretta su nastro, suonando tutti e quattro contemporaneamente, senza però troppa ansia derivata dal non poter correggere errori in postproduzione. Ecco la nostra più grande soddisfazione: ‘Vivi per miracolo’ non sarà certo un disco perfetto ma è esattamente così, come l’abbiamo suonato, e questo grazie al prezioso lavoro di Alberto. Un ringraziamento speciale va anche a suo fratello Luca che ci ha seguito in tutto il percorso dandoci una mano enorme sotto ogni punto di vista”.

I primi due dischi sono stati caratterizzati da un suono molto cupo e potente: in questo, invece, cosa ci dobbiamo aspettare?
“Gli anni inquieti dell’adolescenza si ripercuotevano nei brani facendoli risultare piuttosto bui. Oggi c’è molto più spazio per le sfumature di colore. C’è stata un’evoluzione naturale, senza doverci forzare in questo senso, il disco credo sia davvero diverso dagli altri”.

Spread

Quali obiettivi vi siete posti con questo ultimo vostro lavoro?
“Il primo obiettivo, il più importante, è già raggiunto. Fare questo disco. Come seconda cosa adesso non vediamo l’ora di tornare sul palco. Sono più di tre anni dall’ultimo concerto e il 30 marzo finalmente si riparte. Per il resto navighiamo a vista, non è che abbiamo obiettivi particolari, speriamo succedano un sacco di cose belle!”.

Gli Spread tra 10 anni: come vi vedete?
“A questa domanda rispondo ringraziando i miei compagni di band che hanno conservato la stessa passione e la stessa voglia di sperimentare di quando li ho conosciuti vent’anni fa. Nessuno può prevedere il futuro ma spero tra 10 anni di non assistere al lancio del quarto disco degli Spread, almeno il quinto dai”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI