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La novità

Bergamo attiva sportello e registro per le disposizioni sul biotestamento

In città da martedì è il cittadino a decidere sul trattamento di fine vita e può farlo in modo semplice attraverso un modulo da presentare in Comune.

Biotestamento: a Bergamo da adesso è il cittadino a decidere sul trattamento di fine vita e può farlo in modo semplice, basterà compilare un modulo, che rimarrà segreto e verrà depositato in un apposito registro, già funzionante. Le modalità di attuazione della legge sul fine vita sono state presentate a Palazzo Frizzoni nella sede del Comune.

La legge sul biotestamento pone a carico delle pubbliche amministrazioni il compito di raccogliere le Dichiarazioni Anticipate di trattamento (DAT), con le quali ognuno può esprimere le proprie volontà sui trattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare nel caso in cui si trovasse in condizioni di incapacità. Bergamo, dopo Dalmine, è la prima a creare anche un registro che cataloga i singoli documenti dei cittadini.

Comunicare ufficialmente al Comune le proprie volontà è semplice e totalmente gratuito, è così che viene tutelato il diritto della persona di autodeterminarsi e di agire sulla base di un consenso informato.

Già a partire da martedì 27 marzo si potranno portare di persona all’ufficio di stato civile del Comune le DAT, le disposizioni anticipate di trattamento, compilando un apposito modulo o presentando un foglio vergato di proprio pugno o addirittura un video con le proprie volontà. È stato infatti attivato uno sportello informativo a cui potranno rivolgersi i cittadini anche per dubbi e informazioni: “Vogliamo che i cittadini possano avere un preliminare colloquio con il medico, in modo tale che il soggetto possa essere messo al corrente sulle conseguenze di determinate scelte”, afferma Monica Pezzelli, nuova responsabile dei servizi demografici.

La legge prevede anche la possibilità di nominare un fiduciario, una persona di fiducia, revocabile in qualsiasi momento, che sostituisca la persona che decide per il biotestamento in caso divenga incapace nei rapporti con i medici e la struttura sanitaria.

giacomo angeloni

Si tratta di un grande passo avanti nel panorama dei diritti civili. Un passo che andava fatto: per la prima volta in Italia, dalla fine di gennaio, – anni luce dopo altri stati membri dell’Unione Europea, come Belgio e Francia – viene dato spazio alle volontà della persona, come essere umano e come cittadino. “La norma non tratta di eutanasia – ci tiene a precisare l’assessore Giacomo Angeloni – è una legge concede diritti ulteriori all’individuo e prova a disciplinare le libertà in materia di trattamenti sanitari”.

Si tratta di una legge a tutela del diritto alla vita, della salute e della dignità umana: finalmente è stata data una risposta concreta al bisogno di una normativa per un tema così delicato come quello del testamento biologico. Una risposta che rispetta a pieno la nostra Costituzione e le altre convenzioni internazionali: il legislatore infatti ricorda che, in ogni caso, “nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.

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