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Politica

Al via la nuova legislatura: si eleggono i presidenti di Camera e Senato

Prende il via la nuova legislatura, la XVIII della Repubblica italiana. L’avvio ufficiale sarà venerdì 23 marzo quando Camera e Senato terranno la loro prima seduta per l’elezione dei rispettivi presidenti, che succederanno a Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Prende il via la nuova legislatura, la XVIII della Repubblica italiana. L’avvio ufficiale sarà venerdì 23 marzo quando Camera e Senato terranno la loro prima seduta per l’elezione dei rispettivi presidenti, che succederanno a Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Il senato è convocato alle 10.30. I punti all’ordine del giorno sono la costituzione dell’ufficio di presidenza provvisorio; la convocazione della giunta provvisoria per la verifica dei poteri e l’elezione del presidente.
L’elezione si svolgerà con votazione a scrutinio segreto e sarà eletto presidente chi raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza nemmeno con un secondo scrutinio, si procederà, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il senato procederà nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e verrà proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.
Lo spoglio delle schede votate sarà pubblico e avverrà in aula.
A presiedere la seduta sarà il senatore a vita Giorgio Napolitano, il senatore più anziano d’età.

La camera dei deputati è convocata alle 11 per la prima seduta, che all’ordine del giorno prevede l’elezione dei presidenti delle assemblee; poi la costituzione dei gruppi parlamentari e quindi i componenti dell’ufficio di presidenza.
L’elezione del presidente della Camera avrà luogo con scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti della camera. Dal secondo scrutinio sarà richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.
La votazione si svolge mediante l’appello dei deputati che, una volta ricevuta la scheda di voto, la compileranno nelle apposite cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo e la deporranno nelle urne. La seduta sarà comunque unica anche se la sua durata dovesse protrarsi per più di un giorno.
A presiedere l’adunanza sarà Roberto Giachetti (Partito Democratico) essendo il più anziano dei vicepresidenti della camera rieletti della scorsa legislatura.
Lo spoglio delle schede sarà pubblico ed avverrà in aula.

Entrambi i presidenti provvisori, Giachetti e Napolitano, terranno un breve discorso prima di dare il via alle votazioni.

Sono diversi i nomi circolati nelle ultime ore come possibili candidati agli scranni più alti dei due rami del parlamento e probabilmente osservando chi verrà eletto si potranno ricavare indicazioni sui possibili equilibri per la formazione della maggioranza e del nuovo governo. Con ogni probabilità, la presidenza di Montecitorio dovrebbe essere appannaggio del Movimento cinque stelle, mentre quella di Palazzo Madama del centrodestra. Il toto-nomine ha visto in lizza diversi nomi: per il senato si è spaziato da Giulia Bongiorno (Lega Nord) e Lucia Borgonzoni (Lega Nord) ad Anna Maria Bernini (Forza Italia), mentre per la camera si è vociferato di Roberto Fico (Movimento 5 stelle).

Movimento 5 stelle e Lega riusciranno a trovare l’intesa per dividersi le due Camere o l’elezione dei presidenti sarà più complessa del previsto? L’accordo che sembrava quasi raggiunto pare non andare in porto. Il centrodestra ha insistito nuovamente proponendo come presidente del senato Paolo Romani. Luigi Di Maio ha scritto su Facebook che il Movimento non può votarlo per via di una sua condanna non definitiva per un reato minore.

Se l’accordo dovesse essere recuperato all’ultimo momento potrebbe essere un passo importante per cercare di raggiungere un’intesa anche sulla formazione di una maggioranza di governo, che rimane comunque un obiettivo molto complesso. Invece se le trattative non dovessero essere riallacciate, il centrodestra avrebbe comunque la maggioranza relativa al Senato e quindi potrebbe eleggerne il presidente da solo al ballottaggio previsto per il quarto scrutinio.

Alla camera, dove serve la maggioranza assoluta dei votanti, è necessario trovare l’accordo con un’altra forza politica. Se gli accordi con il Movimento 5 Stelle dovessero fallire, l’unica altra forza che sarà possibile interpellare è il Partito Democratico che potrebbe decidere di votare il candidato del centrodestra (che sembra al momento piuttosto improbabile) oppure astenersi, permettendo così al candidato del centrodestra di vincere. Altra eventualità, abbastanza remota, è che il centrodestra decida di appoggiare un candidato del Partito Democratico alla camera.

Al di là di chi sarà eletto agli scranni più alti dei due rami del Parlamento, entro due giorni dalla prima seduta, e quindi il 27 marzo i parlamentari dovranno dichiarare a quale gruppo aderiranno e a quel punto i gruppi saranno convocati per eleggere i rispettivi presidenti.

Le due camere verranno convocate tra il 27 e il 28 marzo per eleggere i rispettivi vicepresidenti, questori e segretari d’aula.

Da quando son eletti i presidenti delle due Camere, il presidente del consiglio uscente, Paolo Gentiloni potrà salire al Quirinale per dimettersi: resterà comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’incarico del nuovo premier. Si aprirà la fase delle consultazioni del presidente della Repubblica per la formazione dell’esecutivo. Il capo dello Stato ha due opzioni: incarico esplorativo (se non è chiara una maggioranza) o incarico pieno per formare il nuovo governo.

Dopo l’incarico al nuovo presidente del consiglio e la fiducia dei due rami del parlamento, il governo potrà cominciare il suo lavoro e alla camera e al senato verranno costituite le Giunte, le Commissioni permanenti, quelle di vigilanza e controllo, oltre alle eventuali Commissioni d’inchiesta per l’avvio effettivo dei lavori.

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