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La novità

Val Brembana e non solo, con Esc viaggi ed esperienze in giro per il mondo

L'idea di tre amici che attraverso Facebook organizzano eventi in cui si può anche incontrare l'anima gemella

ESC. Acronimo di Explore, Share, Create. Tra gli eventi proposti da Facebook, compare questa pagina. Un tasto del PC, un’associazione fondata da tre amici che vivono nella Bergamasca. Eventi all’estero, cartine della Valle Brembana, foto di gruppo, maschere di carnevale, yoga, ciaspole. Tre ragazzi, Lorenzo Filippini, Riccardo Begnis e Matteo Ghisalberti, uniti da una lunga amicizia e dalla voglia comune di abbandonare, quando il lavoro lo permette, la routine quotidiana per esplorare le bellezze della Valle Brembana, d’Italia e del mondo. Hanno fondato l’associazione ESC, non solo per condividere con altri la loro passione per i viaggi e l’avventura, ma soprattutto per una condivisione reciproca delle esperienze personali, delle emozioni provate: “Il primo obiettivo di ESC è quello di mettere in relazione le persone, farle conoscere, farle stare bene insieme”.

Come nasce ESC?

L’idea originaria dell’associazione prende vita grazie ad un’intuizione di Lorenzo e Riccardo, compagni di università, che nell’estate del 2016 percorrono insieme la Via Francigena. Ci è sempre piaciuto viaggiare: Riccardo è sempre stato uno a cui piace viaggiare, zaino in spalla, anche da solo. Matteo, che si è unito dopo poco tempo ai due, ha una visione più “esotica” della vita, è un sognatore, pratica yoga, viaggia molto all’estero. Tutti e tre siamo accomunati dal desiderio di avventura: ci piace viaggiare verso mete più o meno lontane, a seconda della disponibilità di tempo e denaro. L’idea del gruppo era quella di ampliare un po’ gli orizzonti, in senso geografico (amiamo la Bergamasca, ma non vogliamo fermarci solo al nostro territorio), ma anche condividendo la nostra passione con altre persone. Nell’ottobre 2016, poi, ci siamo iscritti ad un corso di imprenditoria giovanile (“Tira fuori la tua idea di impresa!”, iniziativa di Confcooperative Bergamo, con Mestieri Lombardia e Centro Servizi Aziendali Coesi). Proprio grazie a questo corso (con il quale abbiamo presentato il progetto e siamo stati premiati), dopo un paio di mesi necessari ad un assestamento a livello burocratico, è nata ESC.

Come è iniziata la vostra avventura?

L’inizio è stato molto in salita, con eventi proposti ma senza risposte concrete. Inizialmente ci chiamavamo WeekESC, perchè volevamo organizzare uscite che occupassero solo il fine settimana. Non abbiamo fatto molta pubblicità: a gennaio 2017 abbiamo aperto la pagina Facebook per iniziare a condividere qualcosa e vedere se potesse esserci un’eventuale risposta. Abbiamo organizzato un weekend in Slovenia, ma non ha partecipato nessuno: avevamo una cinquantina di persone che seguivano la pagina, ma non sapevamo quale potesse essere la reazione alla proposta effettiva del primo evento. Il progetto, però era ancora agli albori, quindi molto acerbo.
Dopo un secondo evento annullato a causa del maltempo, siamo riusciti ad organizzare un primo vero evento sperimentale, (“Incanto tra i colli”, in un agriturismo ai Prati Parini), pubblicizzandolo su Facebook, al quale hanno partecipato due ragazze di Milano e tre ragazze di Bergamo.
Dopo i primi riscontri positivi, a Maggio 2017 abbiamo creato ufficialmente e registrato l’Associazione ESC, acronimo di Explore Share Create.

Come organizzate i vostri eventi?

In generale, l’organizzazione degli eventi è tutta a carico nostro, a meno che non ci sia qualche collaboratore esterno fidato per la gestione di alcune attività particolari. Ad esempio, abbiamo conosciuto una ragazza che pratica lo yoga che ci ha aiutato a creare l’evento “Yoga & ciaspole” ai Piani dell’Avaro, dove abbiamo organizzato una seduta di yoga dinamico, seguita da una caccia al tesoro sulle ciaspole. Gli eventi vengono programmati sulla base di alcune tematiche, per incuriosire le persone che partecipano, ma che diventino poi il filo conduttore dell’evento (come, ad esempio, i colori, tema dell’evento in Provenza, dove abbiamo visto anche i colori ocra del Luberon). I luoghi vengono scelti in base ad un valore estetico, ma soprattutto in base al valore aggiunto che hanno trasmesso a noi quando li abbiamo visitati. Ci piace analizzare la storia, le leggende e le persone del luogo. Le leggende non vengono semplicemente raccontate, ma vengono fatte vivere attraverso le attività che proponiamo (ad esempio in Slovenia, visitando un castello, abbiamo raccontato la storia particolare di uno dei suoi proprietari più ribelli, Erasmo da Predjama, attraverso un Cluedo). Legando la storia del luogo al contesto, si impara a valorizzare anche i luoghi più comuni. L’organizzazione degli eventi non è semplice, perchè ci occupiamo di tutto, dal viaggio, all’alloggio, alle attività: vogliamo far divertire chi vi partecipa, fecendoli sentire il più possibile a loro agio.

Tutto parte da Facebook…

Gli eventi vengono proposti solo sulla nostra pagina e quindi solo a chi la segue, perchè ci siamo detti: “Se vogliamo farla funzionare, non deve funzionare perchè partecipano i nostri amici, ma perchè diventano soci dell’associazione proprio persone che non conosciamo”. Non abbiamo mai fatto sponsorizzazione diretta tra i nostri amici: l’obiettivo era rimanere in piedi con le nostre gambe, non tramite l’aiuto di chi già conoscevamo. In realtà non abbiamo capito tutt’ora come funzioni il meccanismo di eventi recepibili tramite Facebook, ma abbiamo iniziato, grazie alle nostre proposte, a far tesserare persone alla nostra associazione di promozione sociale. Quando l’abbiamo creata, ad esempio, non pensavamo di andare all’estero già durante il primo anno di attività ma, anche grazie a questo, ci siamo ritrovati a viaggiare con persone che non conoscevamo, che sono entrati in contatto con noi solo ed esclusivamente tramite la pagina Facebook. La vera stranezza è che anche alcuni nostri amici sono venuti a conoscenza della nostra associazione solo attraverso i social network.

Chi partecipa ai vostri eventi?

Facendo promozione solo tramite Facebook, partecipano persone completamente diverse rispetto ad età, provenienza, passioni, studi o professioni. Nonostante questo, è incredibile come, anche solo dopo poche ore di convivenza, sembra che si conoscano da sempre. Diverse persone che partecipano ai nostri eventi si presentano da sole, altre con un gruppo di amici. Ci sono persone che abitano anche al di fuori della provincia di Bergamo, ma i sognatori sono ovunque. L’obiettivo, con i gruppi che già si conoscono, è di dividerli, per condividere (quello a cui fa riferimento lo “share” all’interno del nome) le singole esperienze con persone che non conoscono. All’interno di ogni evento, creiamo delle “EscFactor”, cioè attività per coinvolgere i partecipanti e farli conoscere, per superare la diffidenza iniziale, per farli mettere in gioco in modo da far emergere il proprio lato avventuroso e creativo, il proprio “Fattore ESC”. Si cerca di far capire quello che è ESC, a partire dal tasto omonimo del pc, simbolo dell’uscita dalla routine, all’anagramma di Explore (esplorare i luoghi proposti nelle uscite), Share (condividere le proprie esperienze e le proprie emozioni) e Create (creare nuovi legami, ma anche cose tangibili, attraverso le attività che proponiamo).
Per l’evento “Orobic Himalaya”, ad esempio, abbiamo contattato una signora che fa bagni di gong e campane tibetane e l’abbiamo invitata a fare una seduta presso il Rifugio Balicco. In tutta autonomia, lei ha chiesto ai partecipanti di dare un’impressione dell’uscita: dopo un momento di iniziale titubanza, è stato sorprendete vedere come tutti abbiano partecipato volentieri alla condivisione delle proprie emozioni. Le reazioni molto positive delle persone che partecipano agli eventi sono una gratificazione importante per noi.
Con eventi come questo, ci facciamo degli “aficionados”: persone che all’inizio ci conoscono un po’ per caso, poi diventano soci dell’associazione. Quando si diventa soci, noi chiediamo a chi si iscrive di segnalare le proprie abilità, come la conoscenza delle lingue straniere, perchè questo può essere un elemento d’aiuto nella creazione di nuovi eventi. Durante il viaggio in Provenza, grazie ad una ragazza che parla francese, siamo riusciti ad avere molte più possibilità di comunicazione con gli abitanti del posto. Noi conosciamo alcune lingue straniere, ma avere la possibilità di avere, all’interno del nostro gruppo, altre persone che conoscono lingue diverse, sicuramente ci aiuta.
A settembre hanno partecipato anche quattro amiche che avevano dai cinquanta ai sessantacinque anni (venute a conoscenza dell’associazione tramite la pagina Facebook, consultata da una delle figlie): la sfida è diventata riuscire a coinvolgere persone che non avevano la nostra stessa fascia d’età. Una di queste signore adesso crea i gadget dell’associazione come, ad esempio, le magliette.

Qual è l’obiettivo dell’associazione?

Il primo obiettivo di ESC è quello di instaurare relazioni tra le persone, farle conoscere, farle stare insieme, condividendo quello che sono. Gli eventi tendezialmente sono a numero chiuso, perchè vogliamo creare anche un rapporto di scambio e di conoscenza con le persone, che sarebbe impossibile con un numero elevato di partecipanti. Grazie ai nostri eventi, soprattutto quelli organizzati in più giornate, si sono anche instaurate amicizie tra i partecipanti, sono nate anche delle relazioni. Il tutto grazie ad esperienze che magari si vogliono fare, ma che per diversi motivi non sono mai state fatte: per questo partecipano anche persone che non conoscono nessuno all’interno dell’associazione, spinte solo dal desiderio di provare una nuova esperienza. Nei nostri eventi conosciamo persone straordinarie che, pur con le loro difficoltà, hanno qualcosa da darti. Sono importanti anche per conoscere nuovi amici, perchè, quando si entra nel mondo del lavoro, intrecciare nuove relazioni diventa sempre più complicato. ESC è una realtà che coinvolge persone che hanno voglia di condividere il proprio tempo con altri. Ci vuole solo il coraggio di mettersi in gioco. La vera fortuna di ESC è vedere instaurarsi dei legami tra le persone che vi partecipano. È bello prendere realtà diverse, metterle in una scatola e scuoterla per vedere cosa ne esce: noi siamo solo gli “scuotitori” della scatola. Un altro obiettivo di ESC è spronare le persone ad abbandonare un po’ la routine. Vogliamo far conoscere le realtà del territorio non solo bergamasco ma anche di altri luoghi. Viaggiando parecchio, conosciamo persone stupende con cui vale la pena collaborare, ma soprattutto far conoscere. Facciamo eventi con l’obiettivo di spronare le persone a tornare nei luoghi che hanno visitato con noi, in modo da vivere di nuovo l’esperienza, ma da una prospettiva diversa, più autonoma.

E i vostri obiettivi quali sono?

Il desiderio nostro è quello di fare di ESC un vero e proprio lavoro, aumentare le proposte per farne anche una ogni fine settimana, ma al momento abbiamo abbassato le pretese in questo senso perchè tutti e tre lavoriamo, quindi dedichiamo all’associazione il tempo libero che ci rimane. Per adesso resta un sogno, che un giorno vorremmo concretizzare. C’è la voglia di provarlo a vivere questo sogno. Per adesso è volontariato, ma quando passi del tempo con delle persone, anche di una certa età, che ti dicono “questo weekend mi sono divertito” e poi tornano all’evento successivo, al di là dell’aspetto economico, hai un ritorno del tuo impegno ed una gratificazione impagabili.

Quali saranno i vostri prossimi eventi?

Il 23 marzo abbiamo in programma la “Cena senza senso”, una cena sensoriale, senza l’utilizzo della vista, in collaborazione con Spazio Polaresco, l’Associazione sportiva disabili visivi Omero e Sonia Casa dei Suoni, mentre nel fine settimana di Pasqua ci sarà “Lupi di mare”, dove i partecipanti diventeranno per l’occasione un vero e proprio equipaggio di una nave. Abbiamo in mente di organizzare anche qualche evento in collaborazione con il gruppo speleologico Le Nottole e con l’Associazione Miniere di Dossena. Vorremmo poi proporre, ai bed&breakfast di Bergamo e provincia, di fare un servizio di tramite tra i vari host e gli ospiti per far scoprire la Valle Brembana anche agli ospiti stranieri.

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