Sciopero per tutta la giornata lavorativa (8 ore su 3 turni) alla Ceva Logistics di Pognano, un hub di 90.000 metri quadrati interamente dedicato allo stoccaggio, alla movimentazione e al cross-docking di prodotti destinati al settore dell’elettronica, e Martinengo con presidio di Filt Cgil, e Fit Cis, dalle 8 alle 10 nel primo dei due siti, sulla Strada provinciale Francesca.
Uno sciopero proclamato, unitariamente, a livello dell’azienda contro 123 esuberi annunciati (su un organico di circa un migliaio di lavoratori) annunciati in alcuni stabilimenti dislocati sul territorio italiano.
Secondo i dati forniti dall’azienda, nella provincia di Bergamo, interesserebbero 18 posto di lavoro, di cui 11 posti di lavoro a Pognano e 7 a Martinengo. A questi si aggiungono anche due licenziamenti individuali di lavoratori iscritti alla Cgil.
“Stiamo manifestando il nostro dissapunto – ha detto Antonio Scaini della Fit Cisl di Bergamo– di fronte alla Ceva di Pognano, per un’azienda che ha dichiarato 123 esuberi a livello nazionale ma non ci capacitiamo degli esuberi dichiarati in provincia di Bergamo in realtà dove si contano 70 dipendenti Ceva e un centinaio di lavoratori di cooperative esterne”.
“Non possiamo che contestare il numero degli esuberi –ha spiegato Pierluigi Costelli della Filt Cgil di Bergamo- in una realtà produttiva in cui non si riescono a smaltire le ferie tanto i carichi di lavoro sono serrati e pesanti e in cui viene spesso richiesto il lavoro straordinario. Come possono convivere esuberi e straordinari? Siamo perfettamente consci della situazione di difficoltà del settore della logistica, tra sfide dell’e-commerce e competizione al ribasso, ma i lavoratori non sono più disponibili a pagare sulla loro pelle le inefficienze del management che, invece di riorganizzare il lavoro, taglia i costi del personale”.
“Mentre avvia una procedura di licenziamento collettivo –ha concluso Costelli-, l’azienda ha in maniera illegittima effettuato 6 licenziamenti individuali, di cui 2 ai danni di nostri iscritti (Cgil) nella sede di Pognano, colpendo, peraltro, situazioni di specifica fragilità”.
commenta