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La decisione

Cividate nega spazi pubblici a fascisti e xenofobi, Anpi applaude: “Direzione giusta”

L'amministrazione modifica il regolamento comunale, chiedendo ai gruppi che intendono avere uno spazio pubblico la sottoscrizione di una dichiarazione antifascista: "Tutti i Comuni si devono attrezzare ma di base le formazioni non dovrebbero potersi presentare alle elezioni".

Nessuna concessione degli spazi pubblici a soggetti e associazioni che non garantiscono il rispetto dei valori antifascisti e della Costituzione: il Comune di Cividate tramite una modifica al regolamento comunale chiederà agli organizzatori delle manifestazioni di stampo politico sul suolo pubblico la sottoscrizione di una dichiarazione in cui si riconoscano i valori dell’antifascismo e la ferma condanna di idologie xenofobe, razziste, sessiste od omofobe.

Una presa di posizione accolta ovviamente con favore dall’Anpi provinciale di Bergamo e dal suo presidente Mauro Magistrati: “La decisione del Comune di Cividate è quella che Anpi auspica da molto tempo – sottolinea – È senza alcun dubbio la direzione giusta, già intrapresa da Bergamo, Dalmine e Valbrembo. Le amministrazioni comunali si devono attrezzare per non concedere spazi a gruppi xenofobi e neofascisti e la recente decisione del Tar di Brescia legittima questo tipo di provvedimenti”.

Il caso bresciano, infatti, era stato emblematico: all’introduzione di una simile modifica al regolamento comunale di concessione degli spazi pubblici da parte del Comune di Brescia, Casapound aveva risposto denunciando l’amministrazione ma la giustizia amministrativa aveva legittimato quella decisione in quanto in linea con i principi costituzionali.

Il presidente provinciale di Anpi aveva già definito “inqualificabili e inaccettabili” le presenze di Casapound e Forza Nuova in centro a Bergamo sabato 17 febbraio, spiegando come ritenesse “un’offesa e un oltraggio ai valori democratici del nostro Paese che gruppi neofascisti, neonazisti e razzisti abbiano agibilità politica sui nostri territori e possano regolarmente presentarsi alle Elezioni Politiche”.

“Le commissioni elettorali – aggiunge Magistrati – non dovrebbero permettere la presenza di queste formazioni nelle liste elettorali: in questo modo le si legittima e poi non ci si deve stupire se le stesse chiedono spazi. L’errore più grande sta alla base, nella sottovalutazione del problema e nel non voler prendere provvedimenti forti nei confronti di associazioni che tra le proprie fila registrano spesso denunce per violenze di stampo razziale. Non basta lo scioglimento di queste formazioni, parallelamente serve un’operazione culturale di base nella quale noi di Anpi da sempre siamo impegnati”.

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