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Appunti & virgole

Benvenuti all’Atalanta show, e anche Sarri si inchina a mago Gasp

I nerazzurri conquistano la semifinale di Coppa Italia vincendo là dove erano riusciti solo Juve e Manchester City. Papu-gol, gioiello alla Maradona

La castagna di…Castagne rompe il ghiaccio, il capolavoro del Papu mette il sigillo alla grande impresa: signori, benvenuti all’Atalanta show. E il San Paolo è ancora una volta terra di conquista dei nerazzurri, che ci fanno rivivere una notte magica come in Europa League. La vittoria sul Napoli, storica perché mai i bergamaschi avevano eliminato i partenopei in Coppa Italia, è la vittoria di un grande gruppo. Storica perché arriva dopo 22 anni, quando l’Atalanta di Mondonico eliminò il Bologna con una doppietta di Vieri (2-0 al ritorno dopo l’1-1 dell’andata) e perse in finale contro la Fiorentina.

Ma chissene… se in semifinale troveremo la Juve o il Toro. Godiamoci questa favola, anzi questa realtà: Napoli sembrava impresa impossibile, contro quel Napoli che è la squadra leader della serie A. Eppure… niente è impossibile per un’Atalanta che va al San Paolo a giocare da grande e passa in maniera trionfale come solo aveva fatto quest’anno la Juve, un mese fa (gol di Higuain) e due mesi fa il Manchester City (2-4) di un certo Guardiola, che spadroneggia nella Premier League.

La realtà è che quello che viene considerato il pallone d’oro degli allenatori, Maurizio Sarri, non digerisce il suo collega atalantino. E quando affronta mago Gasp va in tilt: “Purtroppo oggi abbiamo fatto fatica”, ha commentato sconsolato il tecnico toscano. “Contro l’Atalanta abbiamo fatto male anche con i titolari. Ci sanno togliere il ritmo, sono fisici e palleggiano bene. Ci infastidiscono. Con l’Atalanta bisogna giocare al massimo, con un’attenzione difensiva feroce e cercando di sfruttare le poche palle gol che ti concedono”.

Una su tutte, l’uscita goffa di Berisha (la prendo io o la prendi tu?) che quasi si scontra con Gosens, ma è l’unico vero episodio che rianima gli azzurri e fa soffrire un po’ nel finale. Tutto il resto è tanta Atalanta, come ci ha felicemente abituato in Europa. Inutile negarlo, l’Atalanta di notte è più bella e si esalta anche in campionato, dal 5-1 sul Crotone alla esaltante rimonta-pareggio con la Juve (due gol, mica poco), per finire allo spettacolare 3-3 con la Lazio. Il 2-1 di Coppa Italia “vendica” un po’ anche l’1-3 di campionato, quando i nerazzurri per un’ora giocarono grande calcio per poi subire il ritorno della squadra di Sarri, dall’eurogol di Zielinski a Mertens e Rog.

Oggi è nerazzurro il cielo sopra Napoli, si balla la Papu dance e perfino Castagne e Gosens, che sembravano due illustri sconosciuti, saltano gli avversari come birilli, padroni delle fasce. Gasperini non fa turnover ma cambia completamente gli esterni e rilancia dall’inizio il vichingo Cornelius, che non fa rimpiangere Petagna e partecipa anche all’azione del primo gol: il primo mattone lo mette Gomez con un tiro cross velenoso corretto dal danese e perfezionato da Castagne. Il raddoppio è una perla del Papu, che tira giù la porta di Sepe con un gol da spellarsi le mani. Gioco, partita, incontro.

E se è vero che Sarri non può fare a meno dei suoi titolarissimi, perché altrimenti il Napoli si affloscia, Gasperini replica e applaude i suoi: “Qui sono tutti titolari, è un gruppo splendido”. Dai gladiatori Toloi e Palomino al computer Caldara, che non sbaglia una mossa, dall’architetto Freuler all’equilibratore (come lui stesso s’è definito) De Roon per passare all’incursore Cristante, ma come si è trasformato in un anno!

Lasciamo la conclusione a mago Gasp: “La semifinale era un traguardo fantastico e trasforma la nostra stagione: siamo felici”. Un altro capitolo di una bellissima storia. Cara Atalanta, facci sognare ancora.

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