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Gori alla Sinistra: “Divisi si perde, si aprano le intese locali”

Marco Cremonesi de Il Corriere della Sera intervista il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, candidato del Pd alla guida della Regione Lombardia

Marco Cremonesi, giornalista de Il Corriere della Sera intervista il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, candidato del Pd alla guida della Regione Lombardia.

Giorgio Gori è il candidato del centrosinistra alle regionali lombarde. Ma la speranza che anche i Liberi e Uguali possano sostenere la sua corsa contro Roberto Maroni sembra archiviata: tra l’altro, mercoledì sera i militanti lombardi di Leu si sono espressi a favore di una candidatura propria.

Se lo aspettava?
“Credo che per Leu il differenziare le proprie posizioni tra Milano e Roma sarebbe persino un valore: servirebbe a dimostrare che non c’è un pregiudizio assoluto sulla partecipazione a un’alleanza con il centrosinistra. Per i loro elettori scelte differenziate sarebbero comprensibili”.

Però, la distanza dal Pd sembra incolmabile.
“In Lombardia la legge elettorale non consente accordi dopo il voto come per le politiche. Qui o si vince o si perde, cioè si fa vincere la destra. Spero che tutti riflettano sulla responsabilità che hanno di fronte. Ricordo che il centrodestra in Lombardia è al governo da 23 anni. E nei miei giri per la regione continuo a incontrare persone vicine a loro che non si capacitano. Che mi chiedono cosa possano fare per far tornare Leu sulla sua decisione. Per questo io continuo a pensare che una possibilità ci sia ancora. E che Leu o una sua parte decidano diversamente”.

Perché una sua parte?
“In Regione i consiglieri che hanno poi aderito a Mdp in questi anni hanno sempre lavorato con i colleghi del Pd condividendone le scelte… “.

Loro lamentano anche la mancanza di primarie…
“La fermo: alle primarie ho sempre e invariabilmente detto di essere disponibile. Certo, non alla vigilia di Natale. Quella non è un’argomentazione, dunque”.

Non le perdonano il Sì al referendum.
“La critica che mi è rivolta è quella di essere un candidato troppo vicino al Pd. Sul referendum ho tenuto una posizione di autonomia, insieme agli altri sindaci. E con motivazioni del tutto contrapposte alle favole di Maroni”.

I sondaggi danno il centrodestra in vantaggio.
“Di pochi punti, e con un vantaggio che si va stringendo. Credo sia possibile spostare parti di elettorato su una proposta diversa, nonostante la concomitanza con le Politiche. E considero determinante la componente civica della coalizione. L’Election day può avvantaggiarci, scaricando sulle Regionali le tensioni che si agitano dentro in Lega. Dovremo impegnarci per far emergere i nostri temi senza farci schiacciare sulle Politiche. Ce la possiamo fare”.

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