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L'intervento

Sarnico, è ancora scontro sull’ex Stoppani: Legambiente presenta ricorso a Mattarella

L'associazione ambientalista si rivolge al Presidente della Repubblica presentando un ricorso straordinario nel quale vengono elencate le ragioni per cui, secondo il circolo Basso Sebino, il Piano Attuativo andrebbe invalidato.

Continua la battaglia tra il circolo di Legambiente Basso Sebino e l’amministrazione comunale di Sarnico: l’associazione ambientalista contesta da questa primavera il piano attuativo che prevede il recupero dell’area dismessa ex Stoppani, chiedendo un ridimensionamento di quanto previsto, la bonifica dell’ex sito industriale e “semmai qualche volume rivolto al turistico ricettivo piuttosto che a nuove residenze”.

Il 23 dicembre Legambiente ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento del piano attuativo, spiegando in una nota le proprie ragioni per cui sarebbe da invalidare: “La giunta comunale non aveva la facoltà nell’adozione e approvazione del Piano Attuativo; mancata acquisizione del previo parere della Soprintendenza essendo l’area di intervento sottoposta a vincoli di carattere ambientale/paesaggistico; i lotti ‘a’ e ‘b’ (residenziale/direzionale) interferiscono (saturano ed impermeabilizzano) la fascia di collegamento lago-collina. Elemento di continuità del corridoio ecologico invece previsto dalla Rete Ecologica della Regione Lombardia; sono inadeguati gli interventi di bonifica di ripristino ambientale, di messa in sicurezza (d’urgenza, operativa o permanente); violazione delle indicazioni progettuali previste dal PGT. Oltre agli aspetti di carattere ambientale il ricorso pone l’accento sulla fase istruttoria la quale, oltre che carente, ha l’effetto di assecondare soluzioni interpretative e progettuali a tutto vantaggio della società costruttrice. Il recupero delle aree dismesse per ridurre il consumo di suolo è un percorso obbligato ma 120 nuovi appartamenti, un nuovo supermercato ed una finta bonifica che non elimina la pesante eredità lasciata dalla ex Stoppani di pesante presenza di idrocarburi, metalli pesanti e PCB sia al suolo che in profondità non può essere accettata. Per Legambiente questo progetto va cambiato radicalmente pensando meno agli appetiti dei costruttori e di più ai veri bisogni di Sarnico, turistici, ambientali, culturali e paesaggistici”.

Sulla questione il sindaco Giorgio Bertazzoli aveva già replicato: “È da 25 anni che c’è questo rudere a lago fatto di capannoni con amianto ed eternit completamente da bonificare. Preferiamo che quest’operazione, tra l’altro a basso impatto ambientale, venga portata a termine. Si tratta di un progetto a cui tengono tutti i cittadini di Sarnico, proprio perché volto a recuperare una zona da decenni soggetta a situazioni di degrado. Personalmente la considero un’operazione di salute pubblica e di restyling del lungo lago, che peraltro riguarda soltanto tre palazzine. Un’operazione che porterà alla nascita di appartamenti, parcheggi, piazze e un supermercato in una zona in grado di complementarsi perfettamente con il territorio circostante. Non so proprio cosa abbia da lamentare Legambiente in tutto ciò. Anzi, prima partono i lavori e meglio è…”.

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