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L'iniziativa

La strage del Bataclan ricordata due anni dopo con dei tatuaggi

Molti dei sopravvissuti del 13 novembre 2015 hanno scelto di ricordare quel dramma tatuandosi. Ecco cosa e dove

Sopra alle cicatrici e alle ferite un tatuaggio per ricominciare a vivere davvero. Il 13 novembre 2015 un attacco terroristico colpiva il cuore di Parigi, uccidendo 130 persone e ferendone più di 350.

La maggior parte delle vittime è stata falciata durante un concerto nella sala del Bataclan. Tra i sopravvissuti sono decine quelli che hanno scelto di ricordare quella notte con un tatuaggio. Una forma di terapia che il francese Joel Saget, fotografo dell’agenzia AFP, ha immortalato in questa serie che pubblica in occasione del secondo anniversario dall’attentato.

“Ho navigato nel sangue, ricoperta di corpi. Sono stata imbevuta di vittime e ho avuto la sensazione di camminare con dei corpi sulle spalle”, racconta Laura Leveque, 32 anni. Quella sera era al Bataclan e per questo si è fatta tatuare sulla spalla un enorme corvo, un serpente che si morde la coda “per rappresentare il ciclo della vita e della morte” e “dei fiori che crescono sul campo di battaglia”.

Bataclan

David Fritz Goeppinger, 25 anni, è stato tra gli ostaggi del Bataclan: “Ne sono uscito senza alcuna ferita. Per questo volevo un tatuaggio per ancorarmelo e scrivermelo addosso”.

Sophie invece si è ritrovata una pallottola nella gamba: la cicatrice ora è nascosta da una enorme “catrina” messicana che si affaccia sulla sua coscia.

Sono solo alcune delle storie dei sopravvissuti agli attentati del 13 novembre: per tutti loro, dopo quella tragica notte, il tatuaggio è diventato un segno per ricordare e sopportare il dolore

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