• Abbonati
L'analisi

Alternanza scuola lavoro: cosa è e perché viene contestata dagli studenti

Lo scorso venerdì 13 ottobre sono scesi in piazza migliaia di studenti per protestare contro l’alternanza scuola lavoro. Ma cerchiamo di capire qualcosa in più riguardo a questo nuova pratica scolastica. L'analisi del nostro Luca Redolfi, classe 1998

Lo scorso venerdì 13 ottobre sono scesi in piazza migliaia di studenti per protestare contro l’alternanza scuola lavoro. Ma cerchiamo di capire qualcosa in più riguardo a questo nuova pratica scolastica.

Nel 2015 attraverso la legge 107 “Buona Scuola” è stata resa obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro per tutte le scuole. Nel triennio i licei dovranno svolgere 200 ore, mentre gli istituti tecnici e professionali 400. Gli studenti dunque dovranno effettuare un vero e proprio percorso all’interno di aziende, enti locali, musei, col fine di osservare più da vicino come funziona il mondo del lavoro, ma soprattutto di acquisire competenze pratiche che altrimenti difficilmente verrebbero apprese tra i banchi di scuola.
Con l’introduzione della “Buona Scuola” è stato ripensato anche l’esame di stato (o di maturità), infatti al posto della “tesina” i maturandi dovranno consegnare e discutere una relazione riguardo la propria esperienza di alternanza scuola-lavoro.
Nell’anno scolastico 2016/2017 circa un milione di studenti sono stati coinvolti, nell’anno scolastico 2017/2018 verranno coinvolti più di un milione e mezzo di studenti. Le ore di alternanza fanno parte del POF (Piano di Offerta Formativa) di ogni scuola che sceglie i progetti più adatti all’indirizzo di studio dei propri studenti. Il preside può scegliere in autonomia le imprese e gli enti disponibili ad ospitare studenti in per corsi di alternanza, oppure individuarli nel Registro nazionale presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Chiaramente l’alternanza scuola-lavoro, essendo un’iniziativa con finalità didattica, non prevede alcuna retribuzione per gli studenti e neppure rimborsi spesa (es. costo dei trasporti).
Per ogni ragazzo/a la legge prevede due figure di riferimento: un tutor nella scuola e uno nell’ente ospitante.

Dopo due anni che l’alternanza scuola lavoro è effettuata regolarmente in tutte le scuole gli studenti hanno suscitato numerose critiche a riguardo tanto da scendere in piazza lo scorso 13 ottobre. Le cause sono da ricercare in particolare nel modo in cui è stata organizzata finora. Secondo una ricerca condotta dall’Unione degli Studenti il 57% ha portato avanti percorsi non inerenti al proprio percorso di studi, il 40% ha visto i propri diritti negati (tra cui anche la stessa sicurezza sul lavoro). Ben l’87% vorrebbe poter decidere sul proprio percorso di alternanza scuola-lavoro.
La stessa ministra Fedeli aveva dichiarato: «Con l’alternanza si è introdotta innovazione didattica nella scuola, per consentire ai ragazzi di completare il proprio percorso formativo con competenze nuove, che difficilmente maturerebbero nel solo ambito scolastico». Per ora però questa affermazione della ministra è stata parecchio sconfessata. In numerosi casi gli studenti sono stati utilizzati unicamente come manodopera gratuita e sfruttabile, spesso al posto di dipendenti con contratto a chiamata o a contratto a tempo determinato. Di esempi pratici ce ne sono a bizzeffe: studenti costretti a lavare piatti, pulire pavimenti, lavorare nei campi, friggere patatine da McDonald’s.

Gli studenti sono dunque scesi in piazza rivendicando un alternanza formativa e di qualità, chiedendo l’approvazione di uno statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro che prevedrebbe:
-Un coinvolgimento dello studente nella scelta del proprio percorso di alternanza scuola-lavoro;
-una preventiva informazione delle mansioni che lo studente dovrà svolgere all’interno dell’azienda;
-una Commissione paritetica per la definizione dei progetti dell’alternanza scuola lavoro composta in egual numero da studenti e da docenti che si occupi di redigere i progetti per l’alternanza scuola lavoro;
-L’impegno da parte di ogni azienda a firmare un codice etico in cui si certifica la totale estraneità a legami con la criminalità organizzata e l’estraneità da fenomeni di inquinamento del territorio;
-Un riequilibrio del numero delle ore da effettuare in alternanza scuola-lavoro;
-Una copertura assicurativa contro gli infortuni presso l’INAIL;
-La garanzia di un corso di formazione preliminare su diritti e tutele nel mondo del lavoro nelle ore di insegnamento della/e materia/e professionali coinvolte nello stage;
-Un vero confronto studente-scuola-azienda, dunque si devono prevedere incontri periodici di confronto tra lo studente, il tutor scolastico e il tutor aziendale sull’andamento dello stage (uno obbligatorio a metà del periodo di stage);
-Un riequilibrio didattico delle materie non-professionalizzanti, ovvero: la scuola si deve impegnare, al rientro a scuola dello studente inserito in un percorso di stage, a metterlo in condizione di recuperare le sopravvenute carenze nelle materie non coinvolte negli obiettivi didattici dell’alternanza scuola lavoro.

Nel dibattito pubblico in molti hanno definito gli studenti che si lamentavano per l’attuale modalità di alternanza scuola-lavoro come viziati, svogliati, buontemponi, pigri, piccoli snob radical chic, ecc. Ma ciò che chiedono gli studenti è solamente quanto basta per rendere un alternanza scuola-lavoro realmente sostenibile, formativa e utile. Auspico dunque che tutta la società civile si renda conto di quanto sia dannosa e inutile attualmente un’ esperienza del genere, che obbliga gli studenti a lavorare gratis, sotto il ricatto di non poter essere ammessi all’esame di stato.
Trovo invece più incoraggiante vedere studenti che si costruiscono un pensiero critico, prendendo coscienza dei propri diritti e scendono in piazza a chiederli senza paura e chi lo sa che non riescano pure ad ottenerli migliorando il sistema d’istruzione quindi anche il futuro del nostro paese.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
sciopero alternanza scuola lavoro
Venerdì 13 ottobre
Gli studenti scioperano contro l’alternanza: anche Bergamo scende in piazza
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI