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Il caso

Bollette a 28 giorni, governo conferma lo stop: ma le compagnie preparano gli aumenti

Un emendamento al Senato ricalca la proposta presentata alla Camera per mettere fine alla pratica delle fatturazione a 28 giorni.

Stop alla fatturazione a 28 giorni da parte delle compagnie telefoniche e delle pay tv, con tanto di sanzioni inasprite in caso di violazione: il governo conferma il proprio impegno contro la pratica, introdotta nel 2015, che ha visto i maggiori operatori modificare unilateralmente i contratti nel nome del mercato libero, decisione arbitraria ma legittima se adottata con le giuste tempistiche.

Pratica di cui dal 24 giugno scorso non avrebbe più dovuto esserci traccia: l’AgCom, l’autorità garante delle comunicazioni, tramite una delibera adottata nel mese di marzo era infatti stata chiara, vietando alle compagnie di telefonia mobile di introdurre la famosa “tredicesima bolletta” che imponeva ai consumatori il pagamento di una mensilità extra che ha costretto i clienti a sborsare l’8,6% in più.

Alla proposta di legge per eliminare la tredicesima mensilità presentata alla Camera dalla vicepresidente del gruppo Pd Alessia Morani ha fatto eco l’emendamento al decreto fiscale che anticipa la legge di Bilancio depositato da Stefano Esposito in commissione Bilancio.

Le due proposte hanno accolto il favore del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che ha confermato l’inserimento in Legge di Bilancio del provvedimento, spiegando però come le regole varranno solo per il futuro e non saranno retroattive, in quanto non potranno imporre alle compagnie di restituire il denaro.

Un impegno che il ministro Calenda spera possa assumere il Garante, anche se in passato le indicazioni dello stesso erano state ignorate dai maggiori operatori che non ne riconoscevano l’autorità.

La proposta di modifica parla esplicitamente di bollette su base mensile o multipli ma, secondo quanto ricostruito da Repubblica, le compagnie starebbero già pensando al “trucchetto”: l’idea, infatti, è quella di rispondere alla legge con un aumento tariffario che consenta comunque di incassare gli stessi introiti delle tredici mensilità, spalmando l’aumento sui 12 mesi. Da verificare, invece, come si comporteranno relativamente alla possibilità di recesso gratuito per i clienti.

Asstel, l’associazione che rappresenta le imprese della tecnologia dell’informazione esercenti servizi di telecomunicazione fissa e mobile, continua a considerare legittima la bolletta a 28 giorni “in quanto la tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale”.

Nella proposta presentata al Senato le sanzioni previste in caso di violazione per le compagnie sarebbero dai 500mila ai 5 milioni di euro, con “ il pagamento di un indennizzo forfetario, non inferiore a 50 euro, in favore di ciascun utente interessato dalla illegittima fatturazione” a carico dell’operatore sanzionato.

Le associazioni dei consumatori esultano anche se, sottolineano da Federconsumatori, “pure dopo tale ritocco le sanzioni appaiono non in grado di ottenere risultati realmente punitivi e regolatori”. Le stime del Garante paiono confermare: la fatturazione a 28 giorni avrebbe prodotto benefici per un miliardo di euro, le sanzioni si sono fermate a un milione.

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