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L’assessore zenoni

Il progetto: attorno a Bergamo una tramvia circolare dei colli

L'assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo, Stefano Zenoni, lancia la proposta di una tramvia circolare attorno ai colli di Bergamo per decongestionare il traffico che si concentra sulla città e collega l'hinterland.

L’occasione è l’apertura del cantiere per la nuova stazione ferroviaria all’ospedale Papa Giovanni XXIII. L‘assessore alla mobilità Stefano Zenoni sottolinea: “L’idea che Bergamo avrà una seconda stazione ferroviaria denominata Bergamo Ospedale dimostra quanto la città abbia ormai una dimensione metropolitana, nel senso di relazione con l’hinterland”.

E così Zenoni non manca di evidenziare i grandi investimenti di mobilità pubblica che si stanno delineando sul territorio, alcuni dei quali pensati un oltre dieci anni fa, tra certezze e ancora qualche incognita. “Principalmente sono il raddoppio ferroviario della Ponte San Pietro-Montello, la la tramvia T2 che collegherà Bergamo alla Valle Brembana e la linea C, una linea elettrica urbana che collegherà l’ospedale di Bergamo al centro citttadino servendo buona parte della città”.

Zenoni si addentra nei dettagli dei progetti, evidenziando lo stato di fatto: “Il collegamento ferroviario Ponte San Pietro-Montello porta con sé anche molte novità sulla città perché verranno rimossi tre passaggi a livello: in via Martin Luther King, via Moroni e via Pizzo Redorta. A questo collegamento strategico ferroviario si aggiunge il treno per l’aeroporto di Orio al Serio, passaggio importante anche per il miglioramento del collegamento tra Bergamo e Milano”.

La ferrovia collegherà paesi che stanno sull’asse est-ovest che taglia l’hinterland di Bergamo. “È anche allo studio una fermata intermedia tra l’ospedale di Bergamo e Ponte San Pietro che possa servire il bacino urbano tra Curno e Mozzo, e un’altra fermata ferroviaria che potrebbe servire la Fiera di Bergamo”.

Zenoni traccia linee su una cartina, ma i tempi di realizzazione di queste vie su ferro? “A dicembre avremo la stazione ferroviaria dell’ospedale, poi dal 2019 si vedranno sparire i passaggi a livello sulla Ponte-Montello che dovrebbe essere terminata fine 2020 e inizio 2021. Il treno per Orio al Serio ha già una progettazione e credo che per i tempi di realizzazione possiamo auspicare il 2021 come opera completata. Sulla T2, la tramvia che collegherà Bergamo alla Valle Brembana, mancano i finanziamenti che si aggirano sui 150 milioni, anche se su questo fronte abbiamo un’intesa politica molto importante e decisiva”.

Non sono solamente linee che si dipanano su una cartina. “È fondamentale che queste infrastrutture si intercettino, si incontrino, siano tra loro in continuità – spiega Zenoni –. Su questo fronte le linea C che prenderà il via a gennaio parla con le altre infrastrutture, si tratta di una linea circolare, con bus elettrici, che attraverserà tutta la città collegando l’ospedale di Bergamo, dove ci sarà la linea ferroviaria, con l’altro estremità che lambisce la T1 della Val Seriana e il futuro imbocco della T2 che servirà l’hinterland fino all’inizio della Valle Brembana”.

Zenoni non nasconde che restino altre debolezze da affrontare sul fronte della mobilità provinciale: la prima è la ferrovia Bergamo-Treviglio con il suo servizio che andrebbe avvicinato ad una logica altrettanto metropolitana. La seconda è inerente alla zona della pianura est, verrso la Calciana e Romano, laddove non esistono collegamenti forti con la città. Infine, immagina una nuova linea parallela alla Villa d’Almè-Dalmine che potrebbe unire il capolinea della tramvia T2 all’imbocco con la Valle Brembana con un’ipotetica fermata a Curno-Mozzo.

“Con questo tratto si completerebbe una “circonvallazione” dell’area urbana di Bergamo, ma non su strada, bensì su ferro – osserva -. Ricalca in parte lo schema del piano territoriale di coordinamento provinciale di una decina di anni fa, piano che proponeva un sistema che definiva il confine della città “metropolitana” e permetteva di collegare la raggiera viaria con le valli e la pianura. Questa proposta, un sogno ad oggi, segue la stessa logica; si tratta di un’opera mai progettata né finanziata che permetterebbe di avere un raccordo anulare su ferro attorno ai colli e che ridisegnerebbe le relazioni tra città e hinterland”.

L’urbanista entra nel dettaglio e non manca di guardare al futuro: “La rotazione attorno ai colli permetterebbe di alleggerire la città di quei collegamenti che si concentrano sul capoluogo congestionando il traffico, anche se queste grandi infrastrutture funzionano se si favorisce l’interscambio. La T1 è in tal senso una promessa non del tutto realizzata: il tram lo usa chi è vicino alla fermate, ma non si sono sfruttate a pieno le sue potenzialità di interconnessione. È qui che si deve cambiare mentalità. Spesso avviene che il singolo comune che viene attraversato dalle infrastrutture pubblice non favorisce, o addirittura ostacola, la realizzazione di parcheggi di interscambio. Così facendo però vanifica quell’opportunità. La possibilità di muoversi con più mezzi nello stesso spostamento va favorita. Si tratta del cosiddetto “modal split”: auto più bicicletta, bus più bici. È qui che serve intervenire. Come Comune di Bergamo ci stiamo indirizzando sul questo punto, anche creando il nuovo parcheggio delle biciclette alla stazione ferroviaria, realizzando progressivamente il biciplan, che permetterà di collegare alcuni paesi dell’hinterland con Bergamo attraverso le piste ciclabili e favorendo sistemi di sharing economy, quale il bike sharing”.

Guardando ancora oltre al futuro, le rapide ed incalzanti innovazioni tecnologiche ridisigneranno la mobilità privata e pubblica del futuro in modo dirompente. Non si parla tanto della mobilità elettrica, ma sopratuttto delle auto con guida autonoma. Ma questa é ancora un’altra storia.

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