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Le testimonianze

“Violenze fisiche ed intimidazioni, noi donne umiliate così sul posto di lavoro”

Il caso denunciato dalla Fisascat Cisl di Bergamo, riguardante un bar di viale Papa Giovanni. Parlano le tre ex dipendenti che hanno sporto denuncia

Una brutta storia di mobbing e violenze sul posto di lavoro. È quella che la Fisascat Cisl di Bergamo ha denunciato dopo aver raccolto le segnalazioni di alcune (ormai ex) dipendenti di un locale del centro città, sito in viale Papa Giovanni XXIIII (leggi qui). Nelle denunce, presentate da tre delle 13 dipendenti, si parla anche di intimidazioni, vessazioni e demansionamenti che avrebbero costretto dieci di loro a lasciare il posto.

Stando a quanto ricostruito dal sindacato, l’escalation di tensione sarebbe cominciata proprio con il cambio di gestione del bar lo scorso aprile; anche se la prima denuncia, quella per violenza sessuale – da parte di una 54enne argentina residente nella Bassa, sposata e con figli – risale allo scorso 27 luglio. “Eravamo in cucina quando un collega mi ha afferrata con forza portando la mia faccia verso le sue parti intime”, ha raccontato la donna, che di recente avrebbe avviato un percorso di affiancamento psicologico. Sempre secondo il sindacato, a nulla sarebbero valse le richieste di aiuto rivolte ai titolari del locale: “Mi hanno pure spostata in cucina a lavare i piatti – continua la donna, che si è detta abituata a lavorare come cameriera -. Dicevano che avevo troppi contatti con i clienti e questo non andava bene. Hanno anche cambiato i miei orari di lavoro in modo da rendere complicato ogni mio spostamento. Costavamo troppo, così volevano mandarci via”.

Sempre secondo la Cisl, altre due colleghe avrebbero subito tra l’8 e il 9 agosto intimidazioni e aggressioni sia fisiche che verbali dai titolari del locale. In particolare una 29enne boliviana, madre di un bimbo di 9 anni, e una 39enne lettone, madre di tre figlio, rimasta vedova. “La situazione era diventata insostenibile e per paura che registrassi qualcosa con il mio cellulare sono arrivati a sequestrarmelo con la forza, senza più ridarmelo – dice quest’ultima -. Dopo questo episodio mi sono decisa a sporgere denuncia”.

Fisascat-Cisl ha contattato anche la consigliera di parità della Provincia, Isabel Perletti, che ha convocato i titolari del bar per un chiarimento. Incontro al quale, però, questi hanno declinato. A quel punto il sindacato, a tutela delle lavoratrici, ha deciso di indire uno sciopero a oltranza, che è proseguito per una ventina di giorni con la piena adesioni delle dipendenti.

I titolari del bar, dal canto loro, interpellati, si sono detti “tranquilli e fiduciosi del lavoro della magistratura”. Dove “ora pendono denunce formalizzate per violenza e percosse”, ha spiegato Monica Olivari, operatrice sindacale Fisascat-Cisl.

Qui sotto il commento del segretario generale Fisascat Cisl, Alberto Citerio, che nella giornata di lunedì 2 ottobre ha reso noto il caso.

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