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È il giorno del Principe di Napoli: attesa battaglia in consiglio comunale

Il consiglio comunale di Bergamo di martedì 25 luglio si appresta a chiudere la prima parte dell'anno con una battaglia che scalda gli animi: la vendita dell'ex asilo Principe di Napoli.

Il consiglio comunale di Bergamo di martedì 25 luglio si appresta a chiudere la prima parte dell’anno con una battaglia che scalda gli animi: la vendita dell’ex asilo Principe di Napoli.

In serata verrà, infatti, si dovrebbe deliberare la vendita dello stabile in via Pignolo 11. Un edificio che nel 1870 viene acquistato dall’Ente Morale con i fondi lasciati dal pittore Giacomo Trecourt che li destinò, nel 1872, con lascito testamentario con l’espresso vincolo dell’uso sociale.

Per oltre un secolo l’asilo è stato gestito dalla Suore della Carità e poi dalle Canossiane, fino alla chiusura nel 1983.

Nel 1991 l’Ente Morale viene soppresso e la commissione amministratrice, il presidente è monsignor Tarcisio Ferrari allora parroco di Sant’Alessandro alla Croce, cede gli immobili al Comune di Bergamo che lo accetta con tutti i vincoli come previsto dallo statuto e dal precedente vincolo testamentario.

Alcuni residente di Via Tasso e via Pignolo si apprestano a presenziare al consiglio comunale chiedendo all’amministrazione di ripensare alla vendita di questo edificio.

L’assessore Francesco Valesini interviene nel dibattito sulla vendita dell’ex Principe di Napoli, in disuso da diversi anni e vuoto dai tempi dell’Amministrazione Bruni, tra una ricostruzione delle intenzioni delle scorse amministrazioni e lo svelamento di dove ricadranno le risorse che potrebbero provenire dalla vendita dell’immobile.

“Nei giorni scorsi i consiglieri di minoranza Franco Tentorio e Fabio Gregorelli sono intervenuti per esprimere, con le consuete eccessive coloriture che accompagnano ormai inevitabilmente il confronto politico, la loro contrarietà all’alienazione del Principe di Napoli – afferma Valesini -. Per andare però oltre una ricostruzione caricaturale delle cose, ritengo indispensabile dare un quadro più completo e esaustivo delle ragioni che hanno motivato la nostra scelta.  Come già ricordato, l’edificio è stato trasferito nel 1998 al Comune di Bergamo con un vincolo sociale, in conseguenza dell’estinzione dell’“Asilo Principe di Napoli”, un Ente equiparabile alle cosiddette IPAB (Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza). Negli ultimi trent’anni l’edificio non è però mai stato utilizzato per questi scopi (servizi sociali per l’esattezza, trattandosi di IPAB) avendo ospitato altro tipo di funzioni. L’immobile ha anche subito un costante ed inesorabile degrado in conseguenza dei mancati interventi di manutenzione, consegnandolo oggi completamento vuoto e con parti ormai rese del tutto inagibili”.

“Per la verità, nel 2008, si era deliberato di ristrutturarne una parte, destinandola ad ospitare il Centro Famiglia – prosegue Valesini -. Di questo progetto non se ne fecce però più nulla, e lo stesso Centro venne realizzato altrove. Nel 2013 fu promosso un buon bando — come ebbi modo di riconoscere nei mesi addietro in Consiglio Comunale — destinato all’housing sociale, in cui si prevedevano interventi di ristrutturazione per un valore superiore ai 3 milioni di euro, ma con un cofinanziamento di provenienza regionale di oltre 800 mila euro. Nonostante queste condizioni favorevoli, il bando andò deserto.
Gli esiti fallimentari dei tentativi fatti fin qui derivano dal fatto che quell’edifico, per lo stato in cui si trova e per come è fatto, ha purtroppo un quadro di sostenibilità economica troppo incerto e complicato per poterlo convertire all’housing sociale”.

“Unica alternativa rimasta – precisa l’assessore – poteva essere quella di finanziarlo interamente con soldi pubblici, ma questo non è possibile, oggi più che mai, in quanto l’Amministrazione sta già investendo su altri capitoli di spesa come, ad esempio, la riqualificazione di oltre 200 alloggi popolari lasciati inagibili in tutti questi anni (ricordo che a fine anno, grazie al lavoro degli uffici comunali e di ALER, si assegneranno più di 200 alloggi ERP. Nel 2012 eravamo a circa 30) o come la ristrutturazione per 2,6 milioni di Casa Suardi in piazza Vecchia, quella stessa Casa Suardi che la precedente Amministrazione voleva vendere per farci si, in quel caso, un albergo di lusso”.

“Ora, avuto il nulla osta dalla Soprintendenza e dall’ATS, ente competente sui vincoli dell’ex IPAB, pur di non far cadere a pezzi l’edifico lasciando ancora per una volta ad altri l’incombenza di che farci, abbiamo optato per la sua cessione, prevedendo un intervento di restauro conservativo destinato prevalentemente alla residenza, ma con l’obbligo di mantenere alcuni locali di proprietà comunale e con un diritto di passo che attraverserà l’intero complesso per realizzare in futuro un collegamento pedonale fra via Pignolo e il parco Marenzi – conclude Valesini -. Il ricavato dell’alienazione sarà poi destinato a finanziare interventi da tempo attesi in quei quartieri come Grumello, Loreto, Longuelo, Valtesse non compresi negli investimenti già previsti nel Bando Periferie. Se non è “sociale” tutto questo, non so cos’altro possa essere definito tale”.

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