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L'analisi

Europei Under21, Italia spazzata via dalla Spagna: è mancato il cuore

Il nostro Diego Ghisleni analizza il ko degli azzurrini nella semifinale di martedì sera contro le Furie Rosse: in certe occasioni il talento non basta

Martedì 27 giugno, si sono tenute le semifinali degli europei di calcio under 21, per le nazionali composte da giovani promesse in crescita o già nel momento del boom della loro carriera.

Da buona squadra quale si è dimostrata, l’Italia è riuscita a superare i gironi, per giocarsi la partita contro la Spagna, a Cracovia.

Nonostante fossero, gli azzurrini, elogiati da tutta Italia dei giovani pupilli dai quali è composta la squadra, la nazionale ha subito un duro colpo, ed è stata eliminata dal torneo, causa una tripletta del colchonero Saul Niguez, in maglia rossa.

E come solito, gli italiani si sfogano dopo la partita, nei commenti sotto gli articoli relativi al match, e si legge di tutto e di più. La maggior parte della gente pensa che ieri, l’Italia non abbia giocato a calcio, ma a calci. E relativamente non sono in torto, poiché sui tre goal della Spagna, non si è vista una marcatura che fosse fatta correttamente e in modo efficace. Insomma, i nostri giovani talenti, le qualità le hanno, ma sembrano essere troppo giovani per capire quale impegno richieda il vestire la maglia azzurra. La partita si è conclusa in tragedia non perché loro siano stati più forti, bensì perché gli spagnoli ci hanno messo più cuore, e questo, chi ha aperto gli occhi e non si è fatto ingannare dall’orgoglio, lo ha notato.

“L’ennesimo errore di Donnarumma, e un’espulsione stupidissima di Gagliardini, che non hanno serenità mentale per reggere quello che subiscono come pressione, sono stati i momenti decisivi” scrive un utente sotto il blog di Eurosport, a conferma di ciò che ho affermato prima.

Ma lasciando perdere i commenti sulla partita, vorrei incentrare maggiormente questo articolo sulla prestazione dei due calciatori dell’Atalanta: Andrea Petagna e Mattia Caldara.

Voci elogiano i due talenti della Dea quali trascinatori della nazionale, ma obbiettivamente, al di fuori del campionato, i due giovani non si sono dimostrati all’altezza della partita, e forse anche della maglia azzurra.

Petagna ha ancora quella finalizzazione sotto porta che gli manca, nonostante sia una pedina fondamentale davanti al centrocampo, perché svolge un lavoro sporco che nessun altro si può permettere di fare, perché non ha il suo fisico.

Caldara invece, dal mio punto di vista, è un giocatore che, per la sua età, ha una abilità sensazionale, ma dovrebbe mettere molta più foga quando gioca per la nazionale, soprattutto da difensore quale è.

L’unica nota positiva per questa Atalanta, che può comunque guardare in Europa a testa alta, sebbene i suoi due talenti azzurrini abbiano giocato malino in questo Europeo, è stata senza dubbio la cessione di Gagliardini, che ieri ha dato il peggio di se, dimostrando per l’ennesima volta di non essere dotato di pacatezza e controllo stabile.

L’Italia è uscita dall’Europeo a testa alta, perché ha fatto delle buone partite, ma avere dei giovani forti non basta per vincere competizioni europee: serve anche più concentrazione e più cuore per questa maglia.

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