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Bergamo

All’artistico: “Tanti studenti, poco spazio, rischiamo di non accettarne più” video

L'allarme dei vertici dell'istituto cittadino. La richiesta è quella di trovare una sede unica e più adeguata per gli studenti. Una richiesta supportata anche da una raccolta firme: ad oggi, ne sarebbero state raccolte circa 800

Il rischio, in un futuro molto prossimo, è quello di mettere un tappo alle richieste d’iscrizione degli studenti. L’allarme arriva dai vertici del Liceo Artistico Giacomo e Pio Manzù di Bergamo, che nella giornata di lunedì 22 maggio ha inoltrato un appello al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, al presidente della Provincia Matteo Rossi, al dirigente dell’Ufficio Scolastico Patrizia Graziani e all’Assessore regionale all’Istruzione Valentina Aprea con una richiesta ben precisa: valutare la possibilità di trovare una sede unica e più adeguata per gli studenti del liceo cittadino (leggi qui). Una richiesta supportata anche da una raccolta firme promossa dall’Associazione Genitori e appoggiata dal Consiglio di istituto: ad oggi ne sarebbero state raccolte circa 800.

Attualmente, il liceo ospita qualcosa come 1.300 studenti, suddivisi tra le sedi di via Torquato Tasso e via Angelo Mai. La maggior parte sono della provincia di Bergamo, ma non mancano studenti provenienti da Lecco, Brescia e Milano.

“Complice l’aumento delle iscrizioni gli spazi iniziano a non essere più adeguati”, spiega il dirigente scolastico Cesare Emer Botti. Ma le problematiche, stando a quanto riferito dal reggente dell’istituto, non finirebbero qui: “La sede di via Tasso, in quanto edificio storico, è vincolato, quindi qualsiasi intervento all’interno di quest’area risulta difficile, se non impossibile. All’interno della scuola, inoltre, sono presenti delle aree sottostanti al manto stradale che potrebbero anche essere utili per laboratori o attività didattiche, ma che per motivi igienico-sanitari non possono essere utilizzate dai ragazzi. Possiamo utilizzarle solo per destinarvi del materiale scolastico”. C’è poi Il problema dei banchi: “Troppo grandi – conclude Botti -. Per disegnare servono banchi grandi e nelle aule non ce ne stanno più di 22”.

Infine: “Non tutte le classi possono usufruire delle ore laboratoriali – ha aggiunto la professoressa Arianna Ravasio -. Questo perchè, sempre per questioni numeriche, è necessaria una rotazione nelle aule da parte delle classi. Abbiamo aggiunto due pomeriggi per le classi seconde e quarte, ma nonostante questo la situazione non è soddisfacente. Con 1.300 ragazzi abbiamo davvero raggiunto il limite”.

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