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Il caso

Blue Whale, “perché un adolescente sceglie di suicidarsi per gioco?”

Nel mese di marzo BGY-Be Young ha pubblicato un articolo riguardante il macabro gioco che istiga i giovani al suicidio e che dalla Russia era approdato in Francia. Ora sembra essere arrivato anche in Italia e da quando il programma tv le Iene ha trasmesso un'inchiesta sulla questione non si smette più di parlare del nuovo tragico divertimento tra i giovani

Nel mese di marzo BGY-Be Young ha pubblicato un articolo riguardante il macabro gioco Blue Whale che istiga i giovani al suicidio (LEGGI QUI) e che dalla Russia era approdato in Francia. Ora sembra essere arrivato anche in Italia e da quando il programma TV le Iene ha trasmesso un’inchiesta televisiva sulla questione, non si smette più di parlare del nuovo tragico divertimento tra i giovani.

Nel IV secolo a.C., “Historia Animalium” di Aristotele parlava dello spiaggiamento dei cetacei come un fenomeno diffuso, le cui cause erano, però, sconosciute e apparentemente inesistenti; a distanza di millenni, questo fenomeno accade ancora senza che la scienza sia riuscita a trovare una spiegazione. Anzi, da questa misteriosa forma di suicidio sembra aver tratto ispirazione il macabro gioco Blue Whale, tristemente diffuso tra gli adolescenti grazie ai social network.

Tutto sembra aver avuto inizio nel novembre 2015 in Russia quando Rina Palenkova, dopo essersi sdraiata sulle rotaie della ferrovia, si lascia filmare mentre un treno la decapita. Il video rende la ragazzina famosa in quanto “eroina” di Blue Whale, colei che per la prima volta è riuscita a vincere il gioco sottoponendosi per 50 giorni a regole autolesioniste e psicologicamente lesive e uccidendosi nell’ultima giornata, mentre qualcuno registra il suo sacrificio.

I partecipanti sono guidati come balene verso il proprio spiaggiamento da un curatore che impone delle dure prove da affrontare. Una volta iniziata la sfida, non esiste la possibilità di ritirarsi perché la minaccia costante è che, in caso di rifiuto, le famiglie dei giocatori vengano uccise. Le vittime di questo gioco, nato in Russia e poi diffusosi in Brasile ed anche in Europa, sono principalmente adolescenti che vengono costantemente costretti a fornire al master fotografie come testimonianza delle prove affrontate. Video psichedelici, canzoni deprimenti, film horror e tagli sul proprio corpo alle 4.20 del mattino sono i mezzi attraverso cui i ragazzini vengono inesorabilmente spinti verso il tunnel della morte. Le autorità stanno indagando sui meccanismi e sugli autori di Blue Whale e si pensa che, nel solo territorio russo, ben 157 suicidi adolescenziali possano essere ad esso ricondotti. Inoltre, alcune associazioni, che si occupano dei famigliari delle vittime, ipotizzano che il gioco abbia coinvolto anche numerosi bambini tra cui una di cinque anni che, seguendo il raccapricciante regolamento pensato per la sua tenera età, ha riportato ustioni su gran parte del corpo. La portata di questo fenomeno è allarmante e, varcati i confini russi, ha raggiunto anche l’Italia dove la prima balena è probabilmente stata un quindicenne livornese lanciatosi, lo scorso 7 marzo, dal palazzo più alto della città. Nel nostro Paese, la questione è stata pochi giorni fa risollevata da un’inchiesta televisiva de Le Iene in cui è stato intervistato un compagno di classe della vittima italiana.

Internet favorisce la diffusione di queste tragiche mode che hanno trovato un canale di espansione in alcuni forum del dark-web che offrono guida e supporto a coloro che stanno pensando di suicidarsi. Non esistono soltanto utenti interessati ad aiutare le persone in difficoltà per allontanarle da questi pensieri negativi, ma anche altri decisi a spingere verso la morte; convinti che esista un diritto al suicidio, offrono consigli e inducono a questa scelta. Secondo alcuni psicologi, lo stesso meccanismo del gioco fa sì che gli adolescenti ricadano in uno stato di depressione la cui unica via di liberazione che si crede possibile è la morte. Ora Blue Whale si sta diffondendo principalmente attraverso VKontakte, il Facebook russo, lontano dalla dimensione del web profondo e più vicino ai mezzi comunemente usati da gran parte della popolazione, facilmente accessibile anche alle fasce più deboli dei ragazzi.

Ma perché un adolescente sceglie di partecipare a Blue Whale? I genitori intervistati dalla trasmissione di Italia Uno ricordano i propri figli come felici e innamorati della vita eppure, forse in difficoltà emotiva in piena fase di pubertà, forse in cerca di qualcosa che li facesse sentire protagonisti della propria vita, hanno scelto di suicidarsi. Uno degli aspetti più drammatici è il fatto che nessuno si sia accorto di nulla nei 50 giorni di iniziazione perché i curatori impongono come regola principale la segretezza, i ragazzini devono anche fingersi felici. C’è chi, come Snopes e Radio Free Europe, pensa che non sia questo gioco a condurre verso uno stato di depressione e quindi alla morte, ma che la comunità virtuale sia solo un sostegno per gli “aspiranti” suicidi. Anzi, Blue Whale sarebbe una semplice strategia per capitalizzare creando traffico e visualizzazioni sulle voci web legate a questi gruppi. Altri ipotizzano che gran parte delle morti siano legate all’effetto Werther per cui il rimbalzo di una notizia di suicidio sui mezzi di comunicazione provoca una catena di altri suicidi nella società.

Come per le balene animali, non è ancora stata trovata una spiegazione e i gruppi di supporto difficilmente riescono a prevenire i fenomeni. Un passo è stato fatto con l’arresto dell’ideatore del gioco Philipp Budeinkin e la speranza è che gli spiaggiamenti non abbiano un seguito per altri 2500 anni.

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