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L'intervista

Strafottenti e ironici: i Pinguini Tattici Nucleari alla conquista dello Sziget Festival

“Avremmo voluto suonare sullo stesso palco di Rihanna, ma ci accontentiamo”: ecco la band che vola da Bergamo a Budapest per il Sziget Festival.

“Elio è entrato nella band, perché quando ci siamo presentati ad X Factor nel 2013, ci hanno detto: non vi prendiamo perché non c’è nessuno che suona le percussioni. Allora abbiamo preso Elio”.
“Davvero??”
“No”.

Questi sono i Pinguini Tattici Nucleari: strafottenti, provocanti, ironici. Mi fanno ridere, mentre li intervisto, talmente tanto che per scrivere questo articolo, avrei voluto riversare sul foglio l’intera conversazione. Son certa: avrebbero fatto ridere anche voi.

“A dirla tutta”, mi confessano, “ad un talent ci hanno invitato davvero: si chiamava Rising star”. Non deve aver fatto “rise” molte star, questo format, visto che fallì ancor prima di iniziare…ma come mi suggerisce Riccardo, “mi piace pensare sia fallito proprio perché non ci siamo andati noi”. Me lo dice con il suo sorriso, quello di quando dice qualcosa di ironico in maniera seria, quello tra l’imbarazzato e il divertito, quello con cui mi confessa di non saper rispondere alla mia domanda sulle loro date prossime.

“Meglio scrivere ad Elio!” dice Riccardo a Marco.

Scusate, sono talmente convinta che tutti già consociate questo gruppo di folli, che comprende minoranze etniche quali bruchi, depliant che vengono lasciati nei parabrezza delle auto e le varie sfumature del colore indaco, come suggeriscono loro sul sito, che non ho ancora fatto le dovute presentazioni.

Riccardo Zanotti, voce e testi, e Marco Ravelli, tastiera e mixer. Sono loro due inizialmente a concedermi questa chiacchierata, prima che ci raggiunga il terzo membro della loro formazione in acustico (in elettrico, contano ben sette personalità esotiche): Elio Biffi, percussioni e fisarmonica (anche se, alla mia domanda “Ma quanti strumenti suoni??”, Elio risponde con una genuinità disarmante “bene nessuno”, suscitando ovviamente l’ilarità dei suoi amici, che lo lodano per l’onesta espressa in questo unico e raro caso).

Le loro prossime tappe, di cui nessuno dei tre ricorda i dettagli precisi, vedono due date eccezionali: il Supernova Festival di Genova, e lo Sziget Festival.

Il primo, il festival indipendente di musica della regione Liguria, festeggia la terza edizione con ospiti eccezionali come i Baustelle, Le luci della centrale elettrica e, sullo stesso palco dei Pinguini Tattici Nucleari, il 24 aprile, Brunori Sas e i Canova.

Wow.

E’ un grande passo per la band bergamasca, che oggi vanta trasferte in Italia, da Bologna a Torino, a Roma, e fino a qualche anno fa, ride Riccardo, “bene che andava si arrivava a Brescia”.

E’ una band che cresce, e che arriva addirittura a Budapest, ad agosto, con lo Sziget Festival.

“Facciamo un’eccezione”, mi dicono, “devi sapere che una regola del 2013 sanciva che non avremmo suonato a festival di cui non sappiamo pronunciare il nome”.

Altro che regola, i Pinguini suoneranno sul palco italiano pomeridiano, sebbene, in fondo in fondo, avrebbero preferito su quello dove suona Rihanna.

Ma nella vita, si scende a compromessi. No?

Passa rapidamente il tempo con Riccardo, Marco ed Elio, ma in realtà passiamo assieme più di un’ora, tra riflessioni sui vari gruppi emergenti, sulla scena indie, su cosa rappresenti in fondo e perché sia sbocciata proprio ora. I Pinguini Tattici Nucleari si ritrovano a navigare nello stesso mare di artisti come Calcutta, i The Giornalisti, ne condividono persino gli stessi fan; tuttavia, non fanno lo stesso tipo di musica. Ma in fondo, mi dice Marco, “l’indie non è un genere musicale, ma un circuito musicale”.

Qualcuno ancora se ne ricorda.

Parliamo anche della formazione di un cantante, di un musicista, dell’utilità delle scuole di musica. Il dibattito è ricco di sfumature, ma forse la parte più importante si riassume nella conclusione di Riccardo, che una scuola la sta eccome facendo, e pure a Londra, ma dalla sua bocca escono queste parole: la scuola più importante è l’ascolto. Ascoltare, ascoltare, ascoltare di tutto, e poi tradurlo nella propria arte, nel modo in cui sai mascherare meglio il furto che stai facendo, perché, sorride Riccardo, citando Stravinsky, gli artisti rubano. Ma in fondo è proprio questa la bellezza: inventare non si può più, rubare con i propri canali, le proprie sfumature, sì.

L’intervista si conclude nel migliore dei modi: grazie alla nostra chiacchierata, Riccardo, Marco ed Elio, sfornano la loro nuova definizione di genere, talmente geniale, da spingerli a voler cambiare quella vecchia presente sul sito.

“Ciò che accomuna le nostre canzoni probabilmente è la parodia, di altri e di noi stessi, l’ironia è la nostra marca di genere. Noi facciamo generi diversi, assorbiamo tutto quello che c’è in giro. Ecco, forse potremmo dire, absorbent rock”.

Ah, a proposito, Pinguini, il sito ancora non l’avete ancora cambiato…forse vi siete dimenticati: absorbent rock, ecco qual era la definizione. Dovevo proprio ricordarvelo io! E menomale che non avete dovuto aspettare troppo per quest’articolo…vero?

Aggiornamento dell’ultimissima ora: ad X Factor li hanno chiamati davvero, qualche giorno fa, ma hanno detto di no. L’introduzione dell’articolo era carina, sarebbe stato un peccato cambiarla per colpa di questi artisti, che ora riescono anche a rendere vere le loro stesse parodie.

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