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Prefettura

Persone scomparse, in Bergamasca 276 casi nel 2016: più che raddoppiati in 4 anni

Sono i dati del “1° workshop persone scomparse”, organizzato dalla Prefettura di Bergamo sotto il coordinamento di Patrizia Savarese, dirigente dell’Area V (Protezione civile, difesa civile e coordinamento del soccorso pubblico).

Il desiderio di scomparire sale tra i bergamaschi. O meglio in bergamasca. È quanto emerge dal “1° workshop persone scomparse”, organizzato dalla Prefettura di Bergamo sotto il coordinamento di Patrizia Savarese, dirigente dell’Area V (Protezione civile, difesa civile e coordinamento del soccorso pubblico).

Con il seminario, svoltosi nello Spazio Viterbi del Palazzo della Provincia, è stata svolta una approfondita disamina di un fenomeno che interessa anche questo territorio, con un numero di casi significativo. I dati presentati durante gli incontri del workshop hanno infatti evidenziato come, per l’anno 2016, siano ben 276 casi di “scomparsa” e/o allontanamento volontario, con un trend crescente, rispetto ai 267 casi registrati nel 2015, ai 181 casi del 2014 (anno in cui è stato adottato da questa Prefettura il “Piano provinciale per le persone scomparse”) e ai 112 casi del 2013 (primo anno di rilevazione).

Come evidenziato dagli operatori, le motivazioni che spingono le persone a “scomparire” sono legate, essenzialmente, ad un scelta personale: ed infatti, i dati del 2016 rivelano:
199 casi classificati “allontanamenti volontari” (per lo più da parte di minori, ospiti di centri di accoglienza);
31 casi connessi a disturbi psichici;
– 18 per propositi suicidi (con 6 casi di successivo, effettivo decesso);
– 10 per conclamati problemi famigliari;
– 6 casi non classificabili;
– 5 casi legati ad escursioni;
– 3 casi per “disguidi”;
– 2 casi di sottrazione di minore;
– 2 casi riconducibili ad effettiva “scomparsa”.

Da segnalare (dati riferiti sempre al 2016) che la maggior parte dei casi – oltre il 50% – si è risolta con il rintraccio della persona nell’arco della stessa giornata o, al più tardi, nel giorno successivo alla scomparsa; per il 25% dei casi il rintraccio è avvenuto nell’arco di 2-5 giorni, mentre per i restanti casi il tempo occorso per il rintraccio varia tra i 6 e gli oltre 100 giorni da quello dell’allontanamento.

Il “1° Workshop persone scomparse”, al quale hanno partecipato oltre 180 referenti dei diversi soggetti istituzionali a vario titolo competenti, ha consentito un utile scambio informativo e di esperienze operative tra i principali protagonisti delle attività in ricerca: in primis le Forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza), i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino – VI Zona Delegazione Orobica, la Provincia di Bergamo – Servizio Protezione Civile (per ciò che attiene il prezioso coinvolgimento dei volontari), la Croce Rossa Italiana e l’Azienda di Tutela della Salute di Bergamo, per gli aspetti connessi al supporto psicologico ai famigliari delle persone scomparse.

È stato così messo a disposizione dei Coordinatori Operazioni di Ricerca (C.O.R.) nominati dai vari Comandi, Enti ed organizzazioni coinvolte, un importante patrimonio di informazioni non solo sui dati di dettaglio del fenomeno, ma anche sulle procedure connesse alla ricerca delle persone scomparse e sulla specifica attività delle numerose risorse che il sistema è in grado di mettere in campo per agevolarne il rintraccio (Sommozzatori, Unità Speleologiche, Unità cinofile per ricerche in superficie, cani molecolari, supporto aereo, mezzi natanti ecc.).

Il workshop – attraverso il confronto tra quanti che operano quotidianamente sul territorio e gestiscono le attività di ricerca, spesso delicate complesse, delle persone scomparse e le correlate procedure previste dalla pianificazione provinciale – ha poi consentito di mettere a fattor comune utili e preziosi suggerimenti operativi, dei quali si terrà conto nell’aggiornamento del “Piano Provinciale Persone Scomparse”, che la Prefettura di Bergamo prevede di definire entro il corrente anno, con l’obiettivo di rendere ancor più efficace
l’azione coordinata dei diversi Comandi ed Enti convolti nella gestione del fenomeno, che presenta profili di rilevanza e delicatezza del tutto peculiari, anche per le ricadute che siffatti eventi hanno sulle famiglie direttamente interessate.

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