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Il caso

Stalking e molestie, famiglia Cicolari in tribunale: “Una montatura, lo dimostreremo”

Dopo l'acceso divorzio sportivo di quattro anni fa, finisce in tribunale la battaglia legale tra la veneta Marta Menegatti e la bergamasca Greta Cicolari: "Denunce mirate per eliminarmi. Ne dimostreremo l'inconsistenza"

Dopo l’acceso divorzio sportivo di quattro anni fa, finisce in tribunale la battaglia legale tra la veneta Marta Menegatti e la bergamasca Greta Cicolari, ex coppia d’oro del beach-volley italiano.

La Menegatti, insieme alla collega Daniela Gioria e all’allenatore della Nazionale Lissandro Dias Carvalho, ha presentato infatti una serie di denunce nei confronti della ex compagna, dei fratelli Alessio e Cristiano Cicolari e del fidanzato Dimitri Lauwers. Su disposizione del procuratore della Repubblica di Bergamo Walter Mapelli è stata così fissata l’udienza preliminare, il prossimo 26 settembre, in cui il gip deciderà se rinviare i quattro a processo.

Le accuse riguarderebbero atti persecutori (stalking) e molestie ai danni di tutti e tre. Si tratterebbe di sei denunce contenute in un fascicolo dove sono trascritti anche i messaggi personali e i post di Facebook ritenuti offensivi e di polemica pubblicati sui social dai quattro indagati. Tra queste fonti d’accusa pure due querele del 2014, una delle quali per la presunta l’aggressione verbale da parte di Lauwers durante la finale del campionato italiano 2015 ai danni di Gioria.

I fatti sono figli dell’esclusione della Cicolari dalla Nazionale e della sospensione di 13 mesi che le è stata inflitta da parte della Federazione pallavolo (Fipav) per la quale il Tar del Lazio le ha poi riconosciuto un risarcimento di circa 210mila euro.

Greta Cicolari e il fidanzato Dimitri Lauwers in ogni caso si dicono tranquilli e spiegano la loro versione dei fatti: “Innanzitutto, a differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa, nessuno di noi è ancora stato rinviato a giudizio, ma si tratta solo di una richiesta di rinvio – spiegano – . Quanto all’accusa, è stata determinata da diverse denunce presentate dal tecnico federale Fipav Dias Lissandro Carvalho, l’atleta federale Marta Menegatti e Daniela Gioria.

È significativo evidenziare che questa raffica di denunce si concentra nel ristretto periodo 2013-2014, epoca coincidente con l’avvio di una serie di procedimenti federali a danno dell’atleta Greta Cicolari, culminati con l’irrogazione di una grave sospensione dell’incolpata dalle attività sportivo-federali di ben tredici mesi, cosa che ha determinato l’assenza forzata della compionessa dalle principali competizioni sportive, inclusi gli ultimi giochi olimpici svoltisi in Brasile.

Ed è ormai altrettanto noto come la giustizia ordinaria abbia riabilitato Cicolari da ogni infondata condanna irrogatole dagli organi di giustizia della Fipav, giungendo addirittura alla condanna di quest’ultima al risarcimento del danno quantificato in oltre 210mila euro. Senza entrare nel merito del procedimento penale in argomento, le relative denunce presentate dai citati soggetti si collocano, quantomeno sul piano logico-intuitivo, in un ampio disegno volto all’eliminazione di Greta Cicolari da ogni evento sportivo.

Qualora il Gup di Bergamo opti per il rinvio a giudizio, avremo occasione e modo di dimostrare pubblicamente l’inconsistenza dell’accusa rivolta nei nostri confronti e, all’esito, valuteremo l’opportunità di attivare a nostra volta la giustizia sportivo-federale contro i suddetti denuncianti, nelle cui condotte possono fin d’ora ravvisarsi profili antisportivi e sleali”.

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