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Cinema

In concorso

“Alba”, al BFM ancora un film sul rapporto padre-figlia

L'esordio di Ana Cristina Barragan è uno di quelli che fanno ben sperare, perché Alba è una produzione estremamente aggraziata e consapevole, un film importante e ben realizzato.

Titolo: Alba

Regia: Ana Cristina Barragàn

Attori: Macarena Arias, Pablo Aguirre, Amaia Merrino, Fernanda Molestina

Genere: Drammatico

Durata: 1h 35m

Titolo Originale: Alba

Paese di produzione: Ecuador, Messico, Grecia

VOTO: 7/10

La madre di Alba è gravemente malata, ma questo non vieta alla bambina di stare con lei e di aiutarla a combattere contro il male che la colpisce. Un giorno però le condizioni della madre si aggravano, e Alba viene affidata al padre Igor, che aveva abbandonato la famiglia quando la bambina aveva tre anni. Alba si trova quindi catapultata in un mondo completamente diverso da quello in cui aveva vissuto finora: cambia scuola e cambia casa, va a vivere con un uomo che a malapena conosce e si ritrova a non poter più vedere sua madre, se non tramite fugaci visite all’ospedale in cui è ricoverata.

Alba è il primo lungometraggio della regista ecuadoriana Ana Cristina Barragan, che finora si era limitata alla scrittura ed alla direzione di corti cinematografici. L’esordio della Barragàn è uno di quelli che fanno ben sperare, perché Alba è una produzione estremamente aggraziata e consapevole, un film importante e ben realizzato.

La trama, per quanto le premesse non siano troppo originali, si dipana con un ritmo abbastanza rapido e riesce sempre a risultare interessante, ponendo la questione del rapporto padre-figlia sotto una luce diversa dal solito. Guardando il film viene subito da pensare all’altra pellicola in Concorso al Bergamo Film Meeting 2017 che tratta temi simili, ovvero Waldstille, proiettato appena la sera prima di Alba. I due film sono certamente vicini nel raccontare di un travagliato rapporto tra un padre ed una figlia, ma Alba risulta superiore al film olandese grazie ad una scrittura migliore e ad una notevole capacità di coinvolgere lo spettatore, cose di cui Waldstille invece mancava.

Purtroppo però non bastano solo una buona storia e un ritmo sostenuto a elevare il film, che risente della relativa immaturità della regista: la fotografia e la regia, per quanto estremamente pulite e sobrie, non riescono a far apprezzare appieno il film, risultando alle volte incapaci di sorreggere la bontà delle performance attoriali. Per quanto la giovane età e la relativa inesperienza della regista non riescano a elevare Alba tra i migliori film di questo BFM, siamo curiosi di rivedere la regista al lavoro su una nuova produzione: il suo primo lungometraggio è promettente, e siamo certi che non possa far altro che migliorare con l’esperienza.

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