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Parole ostili

Frenare la violenza sul web: una comunity, un convegno, un manifesto

Il nome? Un’idea brillante: Parole O_Stili, per combattere le parole ostili, senza celebrazioni e fronzoli, ma con lo stile di un movimento, determinato a riportare il valore del rispetto dove si è perso.

“Mentre noi discutiamo in modo compassato su anonimato e rischi di censure, sui social ci sono interi gruppi che fanno strame di regole e civiltà, rispetto e dignità, e regrediscono a uno stadio davvero pre-umano. (…) Tutte le donne che si sono rivolte a Facebook sono state rimbalzate con motivazioni patetiche, peggio ancora per chi ha provato a denunciare la cosa alla polizia postale: l’esperienza dei comuni cittadini alle prese con le offese e le ignominie del web è frustrante, sempre”.

Queste parole sono state scritte su Facebook dal noto giornalista, nonché direttore del tg di LA7, Enrico Mentana, un mese fa. Non si è trattato di un’invettiva gratuita contro il web, ma di uno sfogo, nato dalla scoperta dell’esistenza di gruppi Facebook, con 3000 e più iscritti, la cui finalità consiste nel commentare con parole ignobili, viscide e spaventose, diverse fotografie, all’apparenza normalissime, rubate ai profili social di comunissime ragazze. I commenti variano dagli insulti (tr…, p…), all’espressione di manie e morbosità, come se quelle donne fossero diventate “prede sessuali”.

A preoccupare non è solamente il fatto che delle foto vengano rubate a ragazze normalissime, e utilizzate a scopi disdicevoli, ma è anche l’utilizzo di un linguaggio violento e pieno di odio, che passa sul web senza un minimo controllo. Parole che esprimono disprezzo, che incutono timore alle vittime, che rappresentano l’apice della discriminazione, e che dilagano, senza freni sul web.

Sarà proprio questo il tema principale della due giorni organizzata a Trieste il 17 e 18 febbraio, a cui parteciperanno circa 300 tra giornalisti, docenti e politici (tra questi ultimi il sindaco di Bergamo Giorgio Gori). Il nome? Un’idea brillante: Parole O_Stili, per combattere le parole ostili, senza celebrazioni e fronzoli, ma con lo stile di un movimento, determinato a riportare il valore del rispetto dove si è perso.

L’idea nasce dalla necessità di dover mettere un freno alla diffusione incontrollata di odio (hate speech), contenuti discriminatori, notizie false (diffuse solitamente dai cosiddetti troll), e la stessa esistenza di pagine Facebook che incitano all’odio, di cui, quella sopra citata, non è che una goccia nell’oceano di violenza insensata espressa sul Web. Le parole non sono solo uno strumento di comunicazione, una modalità tramite cui vengono espressi concetti ed idee. Le parole rappresentano il punto di partenza del susseguirsi delle azioni: da parole violente, seguono intenzioni violente, e magari, azioni violente.

Parole O_Stili rappresenta il primo appuntamento che si pone come obbiettivo la necessità di confrontarsi su questo tema, per poterlo finalmente combattere. Sostenerlo è d’obbligo, parteciparci…un’opportunità! Bergamonews sarà presente a Trieste, grazie alla presenza di Lucia Cappelluzzo, coordinatrice dei ragazzi che scrivono su BGY (il Bgnews dei giovani), che parteciperà proprio al panel con Enrico Mentana.

Parole O_Stili è dunque un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza 2.0, ideato da Rosy Russo, e il convegno di Trieste sarà il primo momento di confronto. Durante i lavori sarà presentato il “Manifesto della comunicazione non ostile”, realizzato dalla community con l’obiettivo di ridurre, arginare e combattere le pratiche e i linguaggi negativi della Rete. L’evento, alla sua prima edizione, ospiterà tra i relatori la Presidente della Camera Laura Boldrini.

Con Parole O_Stili si apre la possibilità di dare una svolta alle numerose battaglie portate avanti contro un nemico invisibile, ovvero la violenza verbale, una violenza spesso sottovalutata, ma che colpisce ugualmente forte. Questo è il concetto fondamentale che Parole O_Stili vuole portare a galla; non è un caso che sull’homepage dell’iniziativa, vi accolga questo proverbio, alquanto emblematico: la ferita provocata dalla parola non guarisce. E allora lavoriamo perché queste ferite non vengano più inflitte.

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