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Il caso

I lavori al Donizetti sfrattano l’Ateneo: “E le sedi proposte dal Comune sono inadeguate”

I lavori al Teatro costringono l'assessorato alla Cultura al trasferimento: lo spazio individuato è quello in via Tasso 4, oggi sede dell'Ateneo di Scienze Lettere ed Arti che ancora non ha trovato l'accordo col Comune per una nuova sistemazione.

Come in un domino: il cantiere per la ristrutturazione del Teatro Donizetti costringerà al trasloco l’assessorato alla Cultura che ha individuato nello spazio comunale di via Tasso 4 la sua nuova sede ideale.

Spazio che dal 1959 è sede dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti che, di fatto, verrebbe sfrattato e ancora non sa dove andrà a cadere la propria “tessera”: “Circa un anno fa – spiega la presidente Maria Mencaroni Zoppetti – quando si è palesata l’ipotesi di ristrutturare il Teatro, il Comune aveva la necessità di spostare l’assessorato, ma la notizia che lo volesse fare nei nostri spazi a noi era arrivata solo da voci di corridoio. Il tutto, poi, ci è stato confermato dall’assessore Nadia Ghisalberti, incontrata però in via non ufficiale. Dopo 70 anni, sinceramente, non era questa la soluzione che auspicavamo”.

Settant’anni in cui l’associazione, che si occupa di promuovere e favorire il movimento intellettuale nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti oltre che di custodire le memorie della terra bergamasca, è cresciuta a livello di beni, archivio e quadri: “Proprio per questo abbiamo bisogno di spazi adeguati – continua Zoppetti – ma siccome la questione non possiamo risolverla da soli abbiamo cercato di capire quali fossero le possibilità che ci venivano offerte”.

Una di queste possibilità era la sede storica dell’Ateneo (nella foto di Marco Scaramucci), in piazza Duomo in città alta: “Spazio prestigioso e al quale siamo molto affezionati, ma purtroppo di soli 100 metri quadrati che, se raffrontati ai 380 della sede attuale, fanno capire quanto sia inadeguato”.

Altra ipotesi era Palazzo Podestà mentre la più concreta e, attualmente, l’unica ancora praticabile la Sala Viterbi della Provincia: “Prima che mi venissero proposte, sempre in via personale e non ufficialmente all’associazione, avevamo inviato al Comune una lettera in cui chiedevamo un incontro nel quale si potesse ragionare faccia a faccia su un progetto culturale di ampio respiro per la città e che coinvolgesse anche il nostro trasferimento – ammette Zoppetti – A quella lettera non abbiamo mai avuto risposta”.

I tecnici dell’Ateneo valuteranno però se la soluzione del sottotetto della Provincia possa essere percorribile per spazi e utilizzabilità: a quel punto la relazione verrà sottoposta all’assemblea dei soci e sarà data una risposta ufficiale.

Credo che da parte nostra non ci sia stata alcun tipo di mancanza – conclude Zoppetti – Con il Comune di Bergamo esiste una convenzione dal 1818 che è stata rinnovata per un periodo illimitato nel momento in cui ci trasferimmo in via Tasso. Convenzione dove è scritto chiaramente come spetti al Comune trovare una sede alternativa adeguata in caso di necessità: ci hanno detto che probabilmente dovremo andarcene in primavera e i tempi sono strettissimi. Non chiediamo altro che sederci attorno a un tavolo e che il cambiamento sia foriero di positività e non di sacrifici”.

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