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Bergamo

Mura patrimonio Unesco, Philippe Daverio: “Candidarsi è più importante che vincere” fotogallery video

Il nuovo Comitato Scientifico ha scelto lo storico dell'arte come "ambasciatore" per accompagnare da qui in avanti l'iter della candidatura delle Mura a patrimonio dell'UNESCO

“Candidarsi? È più importante che vincere”. Detto così sembra che l’importante sia partecipare. Un detto che, oggi giorno, rischia di suonare quasi anacronistico. Ma se a dirlo è una mente brillante, vivace ed illuminata come quella dello storico dell’arte Philippe Daverio, allora le parole assumono un significato totalmente diverso.

“Vincere è importante, ma candidarsi significa soprattutto una cosa: che la città ha iniziato a riflettere e prendere coscienza di ciò che è e che intende rappresentare”, ha detto il critico e storico dell’arte a margine della presentazione del nuovo Comitato Scientifico dell’Associazione Terra di San Marco, presentato mercoledì 30 novembre nella Sala Cutuli di Palazzo Frizzoni e composto dal rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Remo Morzenti, dal presidente di Fondazione Bergamo nella Storia Onlus Emilio Moreschi e dal presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo Marcella Dattei.

Inizialmente costituito nel giugno 2012 e finalizzato all’accompagnamento del processo di candidatura delle Mura a patrimonio dell’UNESCO, il Comitato ha scelto Philippe Daverio come “ambasciatore” per accompagnare da qui in avanti l’iter della candidatura. Che secondo lo storico ha un obiettivo ben preciso: “Focalizzare l’attenzione sull’importanza del patrimonio storico e sull’eredità che ne deriva”.

“Compiere questo percorso significa soprattutto porsi delle domande – continua Daverio -. Che cos’è dell’eredità di Bergamo che vogliamo salvare? In che modo la vogliamo salvare e quale destino intendiamo riservargli? Se riusciremo a dare una risposta a questo tema, se riusciremo a capire che questa eredità è straordinaria e va assolutamente tramandata, senza per questo trasformare Bergamo in una cittadina turistica come tante altre, ma con una propria vita e una propria identità, allora la candidatura assumerà un senso del tutto profondo e speciale”.

Dopotutto “Il sigillo dell’Unesco è molto simile ad un’etichetta – continua lo storico dell’arte -. Vi siete mai chiesti perché in Inghilterra continuano a fare i baronetti? Non certo per un fatto economico, ma perché il prestigio genera responsabilità”. Ed è un po’ questo il caso di Bergamo e delle sue Mura: “Un’eventuale vittoria sarebbe soltanto l’inizio di un percorso di valorizzazione e preservazione, non certo un traguardo. In passato l’Italia era meno ricca ma più bella. Oggi è l’esatto contrario”. Ragion per cui: “L’apologia e il restauro dell’Italia a livello paesaggistico sarà il grande impegno politico del prossimo secolo”.

Philippe Daverio

L’oggetto della candidatura UNESCO – è bene ricordarlo – non riguarda solo Bergamo e Città Alta, bensì un sistema difensivo presente in Europa dal XV al XVII secolo, che si estendeva da Bergamo a Cipro, voluto da Venezia, e del quale la città ha fatto parte con un ruolo specifico, rappresentato storicamente dall’essere il confine inviolato occidentale e settentrionale della Repubblica, ed architettonicamente dal fatto che il suo sistema di difesa (consistente nelle Mura, ma anche nel castello oggi detto di San Vigilio) si presenta pressoché intatto.

La candidatura delle opere di difesa veneziane vede Bergamo capofila di una domanda di inserimento nel patrimonio Unesco che coinvolge altre città lombarde e venete, oltre che della Croazia e del Montenegro. Alla candidatura partecipano infatti oltre a Bergamo, Peschiera del Garda, Venezia-Chioggia e Palmanova per l’Italia, Zara, Sebenico e Curzola per la Croazia e CattaroCastelnuovo per il Montenegro.

“La fase più delicata dell’iter è stata superata con successo – ha detto il Dirigente Ufficio Unesco del Comune di Bergamo Giovanni Cappelluzzo -. L’Icomos (il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti e organo consultivo dell’UNESCO, ndr) ha approvato il lavoro che abbiamo svolto sino ad oggi. In questa fase finale il ruolo del Comitato sarà di grande importanza”. Presenti alla conferenza anche il presidente dell’associazione ‘Terra di San Marco’ Luciana Frosio Roncalli e il Consigliere delegato Unesco del Comune di Bergamo Diego Roberto Amaddeo.

Qui sotto una sua breve intervista rilasciata al Comune di Bergamo.

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