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Verso il voto

Elezioni USA, il prorettore Kalchschmidt: “Grazie a Dio solo uno può vincere”

Americani al voto, meglio Hillary o Trump? Ecco il parere del Prorettore delegato all'Internazionalizzazione e alle relazioni internazionali dell'Università degli Studi di Bergamo, che nelle ultime settimane sta seguendo con attenzione il percorso di avvicinamento al voto

"Ricordo un vecchio adesivo che girava durante il ballottaggio elettorale Nixon-Kennedy: 'Grazie a Dio solo uno dei due può vincere'. Credo che quello slogan possa oggi tornare di grande attualità". A parlare è il professor Matteo Kalchschmidt, prorettore delegato all'Internazionalizzazione e alle relazioni internazionali dell'Università degli Studi di Bergamo, nonché esperto di fenomeni di previsione degli eventi tra i quali rientrano anche le elezioni presidenziali.

Mai come quest'anno, infatti, l'America e gli americani sono chiamati a scegliere tra due visioni diametralmente opposte, in quella che probabilmente è la campagna elettorale più divisiva e velenosa degli ultimi decenni: "Il clima è teso. C'è grande attesa per conoscere quello che è un risultato tutt'ora molto incerto". Gli ultimi sondaggi sembrano indicare un recupero sul filo di lana per Hillary: "È così, ma il verdetto rischia di essere in bilico fino all'ultimo. Mi viene in mente il duello che andò in scena nel 2000 tra Al Gore e George W. Bush, quando i candidati arrivano al giorno finale della loro campagna testa a testa, in un clima d'incertezza che, a poche ore dal voto, gelò i pronostici".

C'è incertezza, anche se un verdetto, forse, è già stato emesso da tempo: "Con ogni probabilità in molti si recheranno alle urne scegliendo il male minore - continua il prorettore -. Entrambi i candidati non piacciono fino in fondo e hanno un elettorato più che altro legato allo sfavore della controparte. Il rischio più grande è che il vincitore dovrà governare un Paese dove metà della gente non è soddisfatta e dove neppure il Congresso è a favore".

E sui candidati: "Rappresentano due visioni completamente differenti del Paese. Da una parte c'è Donald Trump: un uomo che si mostra forte, refrattario ai compromessi, che mira a rendere grande l'America" attraverso un programma che si basa su protezionismo in campo commerciale, sgravi fiscali alle aziende americane e grossi investimenti nel settore della difesa. "Potremmo definirlo uno 'Zio Sam' dei nostri giorni". "Dall'altra c'è Hillary Clinton, che gioca le proprie fiches sullo sviluppo sociale e sulla crescita interna del paese. Due volti per due Americhe che in qualche modo si equivalgono ma che, forse, rischiano di non accontentare nessuno".

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