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L'indagine

Tangenti e subappalti truccati, imprenditore al socio bergamasco: “C’è da mangiare per tutti”

In un'intercettazione si parla del trenino di collegamento tra i terminal 1 e 2 di Malpensa: “Solo i primi lavori sono già a 78 milioni di euro”.

Iniziano a emergere nuovi dettagli sulla maxi operazione milanese sui subappalti truccati di diverse opere pubbliche lombarde: l’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, ha portato all’arresto di 14 persone, accusate di far parte di un’associazione per delinquere composta da imprenditori bergamaschi e calabresi, alcuni dei quali “aventi contiguità ad un contesto criminale di ‘ndrangheta”.

Gli arrestati bergamaschi sono Pierino Zanga e Venturino Austoni: e proprio Austoni è protagonista di un’intercettazione diffusa dall’Ansa nella quale Salvatore Piccoli, imprenditore di origini catanzaresi finito in manette, lo rassicura sulla riuscita dell’affare Malpensa dicendo “abbiamo sempre giocato a carte scoperte, mai fatto i furbi e mai niente…c’è da mangiare per tutti”.

Un’intercettazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare e basata sulla realizzazione di un trenino che colleghi i terminal 1 e 2 dell’aeroporto di Malpensa per la quale, secondo l’accusa, il dipendente di Nord-Ing Davide Lonardoni avrebbe intascato una tangente da 50mila euro per assegnare i lavori in subappalto agli imprenditori.

“Va bene senza stare a romperci la testa, Vento (diminutivo di Venturini, ndr) – afferma Piccoli – andiamo tutti insieme. Solo i primi lavori sono già a 78 milioni di euro Vento, perché il T1 e il T2 è il più grosso della stazione. Sono minimo tre milioni il T1 e tre milioni il T2, la prima tranche. Sono tre anni di lavoro, non è un anno, sono tre anni di lavoro”.

Secondo le indagini, le “condotte corruttive” sarebbero consistite nella “concessione, a favore di dirigenti e responsabili di cantiere di importanti società appaltatrici di dazioni in denaro, beni e utilità varie” per ottenere “agevolazioni” nell’aggiudicazione dei lavori. La Guardia di Finanza ha anche accertato “violazioni penal-tributarie”, tra fatture false e “indebite compensazioni per crediti inesistenti”, per “oltre 20 milioni di euro” dal 2010 in poi. Il Tribunale ha dichiarato il fallimento di tre delle società coinvolte nell’inchiesta.

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