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Si dice che...

Caso Foppolo, Brembo Ski contatta gli operai non pagati

Emissari della società che gestisce il comprensorio sciistico, dove lo scorso 8 luglio un incendio doloso ha distrutto le seggiovie Quarta Baita e Montebello, avrebbero iniziato a contattare alcuni degli ex dipendenti non pagati

Qualcosa si muove sul fronte dei lavoratori non pagati da Brembo Ski. Nei giorni scorsi alcuni emissari della società che gestisce il comprensorio sciistico di Foppolo, che sta vivendo un periodo tutt’altro che semplice dopo l’incendio doloso che lo scorso 8 luglio ha distrutto le seggiovie Quarta Baita e Montebello, avrebbero iniziato a contattare alcuni degli ex dipendenti non pagati. Si parla di un piccolo campione tra quelli che non avevano presentato istanza di fallimento nei confronti della società.

Sul piatto ci sarebbe un’offerta di lavoro in vista della prossima stagione invernale che, se tutto filerà liscio, sarà garantita dall’installazione della cabinovia che in sei minuti permetterà agli sciatori di viaggiare dal piazzale degli alberghi alla cima del Montebello.

I dettagli della possibile offerta ancora non si conoscono. Quel che è certo è che gli stipendi arretrati restano ancora un forte punto di domanda e, stando alle voci che circolano a Foppolo e dintorni, rispettare la tabella di marcia dei lavori sarà tutt’altro che un’impresa semplice. Figure importanti come quella del caposervizio e del suo vice, garanti della messa in sicurezza degli impianti ed entrambi licenziati nel mese di luglio insieme agli altri dipendenti a tempo indeterminato, non sarebbero ancora state contattate dalla società, alla ricerca di forza lavoro da impiegare in vista della stagione bianca.

Il caso era montato lo scorso 18 maggio quando cinque dipendenti avevano deciso di presentare in tribunale un’istanza di fallimento attraverso la Cgil nei confronti della società. Motivo: gli stipendi non pagati con arretrati che, nei casi limite, si trascinavano anche da oltre un anno.

L’istanza era stata poi ritirata lo scorso 27 giugno, quando una società terza, la Fenix Italia Srl, con sede a Brescia, aveva anticipato il 30% dei 500mila euro di credito vantato dai lavoratori (49 tra chi spianava le piste e chi sedeva in biglietteria) scongiurando di fatto il fallimento della società: 150mila euro ripartiti tra i dipendenti, stremati dai mancati pagamenti ma anche dal poco dialogo con la società, che aveva interrotto il piano di rientro nel bel mezzo della stagione invernale, e che avevano avuto come effetto il ritiro del procedimento. Dieci giorni dopo, la notte dell’8 luglio, le fiamme avrebbero divorato le due seggiovie a Foppolo.

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