“Trovo molto grave che un sindaco proponga deroghe alla legalità: chi riceve il diniego e viene dunque riconosciuto come clandestino non deve essere integrato, ma rimpatriato. E’ questo ciò che prevede la norma ed è ciò che il Governo dovrebbe fare. Se prescindiamo dal rispetto della legge, lo Stato è finito”. L’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, replica così al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori che ha proposto un percorso di integrazione per coloro che ricevono il diniego alla richiesta di asilo politico (leggi).
“Se è vero, come afferma il sindaco – aggiunge Bordonali – che la commissione di Bergamo ha respinto il 93 per cento delle richieste d’asilo, allora a Bergamo 93 richiedenti asilo su 100 devono essere rimandati nei Paesi d’origine. C’è posto per i pochi che scappano dalla guerra, non c’è posto per gli altri. E’ questo il messaggio che dobbiamo mandare”.
“Volersi arrendere all’immigrazione di massa è segno di enorme debolezza politica e di scarsa lungimiranza. Non è vero che i flussi sono inarrestabili e non è vero che i rimpatri non si possono fare. Roberto Maroni l’ha dimostrato. Nel 2010-2011 durante il periodo delle primavere arabe sono stati stipulati gli accordi bilaterali con i Paesi
del Nord Africa e questo ha consentito di bloccare le partenze e rimpatriare i clandestini. E’ l’unica soluzione al problema dell’immigrazione che sta affliggendo l’Italia, e la Lombardia in particolare, ormai da troppi anni. Il Governo – conclude Bordonali – smetta di agire in maniera ideologica e segua questa strada”.
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