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La storia

Dario di Cisano: difficile sintonizzare i ritmi dentro una band, meglio solo a fare il cantautore fotogallery video

Continua il viaggio di Bergamonews tra i sogni, le gioie e i dolori delle band studentesche e dei giovani artisti di Bergamo che si dedicano alla musica. E' il turno di Dario Pellegrini, cantautore di Cisano.

Continua il viaggio di Bergamonews tra i sogni, le gioie e i dolori delle band studentesche e dei giovani artisti di Bergamo che si dedicano alla musica (leggi). Dopo Alessia Gerardi (leggi) è il turno di Dario Pellegrini, cantautore di Cisano.

“Da solista gestisco meglio il tempo”, dice Dario Pellegrini, musicista diciannovenne di Cisano Bergamasco. “Ho iniziato a suonare a otto anni, quando mio padre mi diede in mano una chitarra. Purtroppo, nonostante passione e impegno, ho dovuto mollare perché le mie mani erano troppo piccole anche solo per fare gli accordi”, racconta con un sorriso. “Ho ripreso poi gli studi in terza media e da quel momento ho iniziato a frequentare lezioni private a casa di un’insegnante di musica”, che gli ha dato anche l’opportunità di registrare una cover di “Knocking on Heaven’s Door” in una stanza insonorizzata a casa sua, in modo totalmente non professionale.

“Inizialmente suonavo con una band, poi siamo rimasti solo io ed il chitarrista e abbiamo provato a organizzare un altro gruppo ma non è durato molto. Per questo ho deciso di suonare come solista”. Dall’esperienza di Dario emerge particolarmente un problema comune a tutte le band: mettersi d’accordo in vista di tutti gli impegni scolastici ed extrascolastici. “Lo abbiamo avvertito più di altri gruppi perché frequentavamo scuole diverse e praticavamo uno sport a livelli agonistici. Inoltre non ci sono studi di registrazione fuori Bergamo e registrare un pezzo comporta dei costi che non tutti possono permettersi”.

“Adesso mi piace pensare di essere un cantautore. Le mie canzoni parlano di me e della mia esperienza, in base a cui reinterpreto persino le cover”: è per questo che i suoi testi sono più spontanei e coinvolgenti. Dario suona e scrive testi per esprimersi e non per creare un seguito sui social, che critica: “Sono un ragazzo semplice che fa musica, non mi interessa creare un’immagine di me che non rispecchia la realtà solo per essere più popolare”. Nonostante il suo talento, dunque, Dario ha sempre fatto concerti nel suo paese e è in grado di valutare sia gli aspetti positivi che quelli negativi: “Gli eventi proposti sono sempre gli stessi e ci sono poche opportunità di farsi conoscere anche fuori, ma d’altra parte le voci circolano in fretta e se hanno bisogno di un musicista mi chiamano subito”.

Dario inoltre capisce la musica perché è consapevole di ciò che ascolta e produce: “Molti ragazzi ascoltano musica solo perché è orecchiabile senza capire ciò che ci sta dietro per davvero e anche il marketing del prodotto”. Quali sono dunque le aspettative per il futuro? “Sicuramente studiare all’università, senza tralasciare però la passione per la musica che ha permesso di esprimere ciò che sono”.

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