I terroristi hanno infierito con armi da taglio, proiettili ed esplosivi. E’ stata una morte lenta e dolorosa quella dei nove italiani uccisi a Dacca lo scorso venerdì 1 luglio da un commando di miliziani affiliati all’Isis, nel quartiere diplomatico della capitale del Bangladesh. Anche perché non sono stati raggiunti da colpo di grazia.
A stabilirlo sono le autopsie eseguite giovedì 6 luglio nel policlinico Gemelli di Roma sui corpi delle vittime, compreso quello della 33enne Maria Riboli, bergamasca residente a Solza. La relazione arrivata agli inquirenti della procura di Roma è stata effettuata dai medici legali Vincenzo Pascali e Antonio Oliva.
I corpi saranno ora restituiti alle famiglie per le esequie che dovrebbero essere in forma privata nei luoghi di origine.
commenta