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L'intervista

Mapelli, nuovo procuratore di Bergamo: “Odio i corrotti e adoro la Val Seriana”

Monzese, 57 anni, iscritto a Magistratura Democratica (corrente di sinistra dell’associazione Magistrati), nel corso della sua carriera ha trattato casi delicati: "Quello che mi ha dato più soddisfazione è la questione Imi-Sir e il recupero di quei mille miliardi di lire che sembravano spariti"

La lotta alla corruzione è da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia. E in estate, per rilassarsi dalle fatiche lavorative, si rifugia al fresco dei monti di Castione della Presolana. Il nuovo capo della Procura di Bergamo Walter Mapelli è una persona semplice, molto legata alla famiglia e con una grande dedizione per il lavoro.

Monzese, 57 anni, ex dipendente della Sip (l’azienda di telecomunicazioni più importante in Italia fino al 1994), Mapelli è entrato in Magistratura nel 1985 vincendo, al primo colpo, un concorso.

Iscritto a Magistratura Democratica (corrente di sinistra dell’associazione Magistrati, ndr), nel corso della sua carriera ha trattato casi delicati come quello dell’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati o le indagini sui bond Cirio, “ma quello che mi ha dato più soddisfazione in assoluto è la questione Imi-Sir e il recupero di quei mille miliardi di lire che sembravano spariti nel nulla”.

Mapelli

Il suo arrivo a Bergamo è una conferma di quanto trapelato nelle settimane scorse, come aveva indicato la quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura con cinque voti su sei. “Sono contento e ringrazio il Consiglio per questa nomina – le sue parole a Bergamonews – . Spero di essere all’altezza del ruolo che mi è stato assegnato, consapevole che quella bergamasca è una procura molto importante. Per me è un onore e una responsabilità”.

Consapevole della responsabilità del ruolo che sarà chiamato a ricoprire, preferisce non sbilanciarsi sui casi giudiziari beragamaschi: “Per ora preferisco non esprimermi, perchè li conosco solo marginalmente. Come il delitto di Yara Gambirasio e il processo a Massimo Giuseppe Bossetti, di cui ho sentito parlare solo attraverso giornali e tv. Meglio evitare, al momento, di sbilanciarmi in possibili valutazioni”.

Finora ha avuto occasione di visitare una sola volta la procura di via Dante “per un incontro con il dottor Dettori”, ma conosce bene la Bergamasca: “In città ci sono stato alcune volte, ma la parte di Bergamo che mi è più familiare si trova in provincia: Castione della Presolana. Mi madre ha una casa lì e in estate ci andavamo sempre per le vacanze. E ci vado tuttora con la mia famiglia. Spero di arrivare presto lì da voi. Magari prima dell’estate, in un periodo tranquillo dal punto di vista lavorativo, in modo da conoscere bene l’ambiente e i colleghi, per poi iniziare a lavorare in sinergia”.

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